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Motorsport e cinema: i film più famosi

Dic 24, 2016
Motorsport e cinema: i film più famosi

Nel corso degli ultimi cinquant’anni, il mondo delle corse automobilistiche ha affascinato non solo tantissimi appassionati, ma anche diversi registi. Nel 1966 John Frankenheimer portò per la prima volta sul grande schermo la Formula 1 in Grand Prix.

Grand Prix, uno dei dieci film più visti al cinema nel mondo nel 1966, segue le vicende di Peter Aron (James Gardner), alfiere statunitense ex Ferrari e BRM dalla fama di pilota scellerato, alla ricerca di un ritorno alla ribalta con una nuova scuderia, la Yamura Motors.

Uno dei suoi rivali in pista è il francese Jean-Pierre Sarti (Yves Montand), due volte campione del mondo in forza alla Ferrari e quasi al termine della sua carriera in Formula 1. Il compagno di squadra di Sarti, Nino Barlini (Antonio Sabato Senior), è invece una giovane promessa italiana.

Sia Aron che Sarti vivono delle tormentate storie d’amore, ma il vero spettacolo, specie per gli appassionati, è in pista: incredibili riprese effettuate a Monaco, Spa e Monza restituiscono la magia delle corse negli anni Sessanta.

Ambientazione vintage, ma produzione recente (2013) per Rush, pellicola del regista Premio Oscar Ron Howard che racconta la bruciante rivalità tra James Hunt (Chris Hemsworth) e Niki Lauda (Daniel Brühl) nel corso della stagione 1976.

La storia è nota: Lauda, dopo il gravissimo incidente occorsogli al Nürburgring in cui ha riportato ustioni di terzo grado, è protagonista di una sofferta quanto rapida guarigione, che lo vede tornare in pista nel Gran Premio d’Italia.

La lotta tra Hunt e Lauda per il titolo piloti arriva fino all’ultima gara della stagione, il Gran Premio del Giappone. Al Fuji la pioggia battente la fa da padrona, e una decisione sofferta da parte di Lauda finirà per decidere il mondiale. La pellicola di Ron Howard ha ottenuto un buon successo sia di critica che di pubblico, incassando 90 milioni di euro nel mondo.

Passando al mondo delle corse americane, è d’uopo ricordare Giorni di Tuono (1990), pellicola che vedeva protagonista Tom Cruise nei panni di Cole Trickle, un pilota alla ricerca del successo in NASCAR. Accanto a Cruise nel film recitava Nicole Kidman, sua futura moglie.

È invece ambientato nel mondo della Champ Car il film Driven: Sylvester Stallone interpretava Joe Tanto, ex campione della categoria chiamato a fare da mentore al giovane Jimmy Bly (Kip Pardue), rookie di talento, ma troppo irruento. I problemi di Bly, però, non si limitano alle prestazioni in pista: Tanto dovrà aiutarlo a superare il trauma di un incidente per far sì che diventi un campione.

Il motorsport ha affascinato tanti attori: uno degli esempi più celebri è Steve McQueen. L’interprete statunitense nutriva una passione viscerale per i motori, sia a due che a quattro ruote. La sua fascinazione lo spinse a partecipare a diverse gare, ma correre in prima persona non gli bastava: McQueen voleva portare l’automobilismo sul grande schermo. L’attore, attraverso la sua casa di produzione, la Solar Productions, si era prefisso un obiettivo decisamente sfidante: girare il film sulle corse automobilistiche più realistico mai prodotto.

E quale gara, se non la 24 Ore di Le Mans, test per eccellenza delle abilità di un pilota, sarebbe stata più adatta per questo scopo? Nacque così il progetto che avrebbe portato alla realizzazione de Le 24 Ore di Le Mans, pellicola dedicata alla storica corsa di durata sul Circuit de la Sarthe uscita nel 1971.

Il film fu un disastro al box office, ma nel corso degli anni è diventato un vero e proprio cult per gli appassionati del motorsport, grazie alle sequenze girate in pista alla 24 Ore di Le Mans del 1970. Alla gara, infatti, fu iscritta come camera car la Porsche 908/02 su cui McQueen aveva corso la 12 Ore di Sebring, per effettuare riprese uniche durante la corsa, in grado di restituire lo spirito delle corse negli Anni Settanta.

La pellicola racconta la storia di Michael Delaney, immaginario alfiere della Porsche impegnato nella 24 Ore di Le Mans del 1971. Delaney si trova più volte faccia a faccia con la vedova di un pilota morto in un incidente cui lo stesso Delaney ha contribuito. Un violento impatto danneggia irreparabilmente la sua vettura, ma Delaney riesce comunque a proseguire con la seconda auto del suo team, cogliendo il secondo gradino del podio.

Nella filmografia dedicata all’automobilismo su pista c’è spazio per un documentario: si tratta di Senna, dedicato alla figura dell’iconico tre volte campione del mondo, Ayrton Senna. Diretto dal regista Premio Oscar Asif Kapadia, Senna ripercorre la storia del campione brasiliano, dai successi in pista al tragico epilogo nel Gran Premio di San Marino del 1994. La pellicola ha vinto il BAFTA come miglior documentario nel 2011.

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