• 3 Maggio 2024 7:20

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

“‘Modulari’ e ‘convertibili’: così saranno le aziende di successo dopo la crisi”

Apr 27, 2020

MILANO – Enrico Rovere, a capo della Valuation Advisory di Duff & Phelps, guarda alla ripartenza del Paese con preoccupazione ma anche l’auspicio che – come spesso accade – dalla crisi emergano imprese rafforzate e migliori gestioni aziendali.

La prima preoccupazione è di quelle che tagliano le gambe: chi sopravviverà a un simile choc?

Le aziende che sono riuscite a mantenere un livello di liquidità adeguato, o perché già l’avevano messo in magazzino o perché sono riuscite a sfruttare l’aiuto del settore bancario e la sponda delle moratorie che hanno aiutato il sistema produttivo italiano. E’ fondamentale per riprender la produzione, acquistare le materie prime e riaccendere gli impianti.


Quali le prime operazioni da fare per il riavvio?

Molte aziende hanno probabilmente magazzini pieni di materia prima o semilavorati, ma faranno fatica a portare i loro prodotti sul mercato. Pensiamo a chi lavora con sottostante petrolifero, come le materie plastiche: si ritrova dei prezzi di magazzino molto più alti di quel che il mercato esprime ora, perché aveva costituito quei magazzini prima della pandamia e del crollo del prezzo del greggio. E magari i clienti usuali, oggi, riescono ad approvvigionarsi a condizioni più vantaggiose da altri fornitori, creando un grosso problema. L’attenzione è massima sul capitale circolante impiegato dall’azienda: il ritardo o l’impossibilità di consegnare rischiano di portare stress di liquidità. Ma non è un problema solo nostro…

Ci spieghi.

E’ fondamentale capire cosa succederà negli altri Paesi.La nostra economia è legata alla domanda dall’estero. Abbiamo a che fare con aziende che dicono di avere prodotti pronti in consegna, ma clienti fermi esteri.

Chi sarà più pronto, secondo lei?

In credo che la nostra classica azienda manifatturiera della meccanica, una volta che ci sarà una ripartenza europea, potrà esprimere il suo valore e mettersi in moto. Ma anche le aziende dell’Ict, con le reti che hanno dato ottima prova di tenuta, saranno protagoniste: chi offre servizi, soluzioni, sicurezza, chi lavora sulle infrastrutture di rete. Anche nella Pubblica amministrazione, l’Ict sarà un driver fondamentale.

Che ruolo avrà lo Stato nel prossimo sistema economico? C’è chi rinomina l’Iri, chi vuole che sia più discreto possibile per lasciar fare ai privati…

La presenza pubblica non può esser negativa a priori, ma deve essere intelligente. Se interviene a supporto delle imprese, o anche nel fare impresa in prima persona – anche in considerazione delle risorse di cui può disporre – allora ben venga. E’ importante saper distinguere una impresa che non funziona e non tenerla in vita ‘per forza’. Ma uno Stato che possa fare impresa in modo intelligente, che ha uomini e strumenti giusti, ci può essere.

Ci prepariamo a ripartire, col dubbio che nel prossimo autunno il problema si ripresenti. Come si devono preparare le aziende?

Il primo problema è prepararci dal punto di vista medico/sanitario: servirebbero strutture modulari, che possano esser dedicate a questi casi di emergenza. In questi anni sono diminuiti gli investimenti nel Sistema sanitario nazionale, ma i disinvestimenti non sono stati fatti nel modo giusto. Essere “convertibili” è il tema centrale anche per le imprese, soprattutto quelle che hanno forti maestranze. Sapere trasformare parte della produzione in tipologie che possono subire forti richieste in un determinato momento – pensiamo ai respiratori o le macchine per la terapia intensiva di questi giorni – sarebbe una chiave di successo. In generale, servirebbe un costante interesse sulla ricerca e sviluppo: sviluppare luoghi virtuali dove le “migliori menti” internazionali si possano unire per pensare le strategie per l’industria del futuro.

Abbiamo esempi di imprenditori che dirottano i compensi ai dipendenti, forme di solidarietà in azienda. Sarà una lezione in grado di sopravvivere all’emergenza?

Succede nelle grandi aziende, ma ho anche tanti esempi di Pmi che stanno facendo le polizze sanitarie ai loro dipendenti. L’importanza dei lavoratori è centrale. Non tutti saranno Olivetti, non tutti visionari e anticipatori dei tempi. Ma se tratti bene i tuoi dipendenti, avrai qualcosa in ritorno. Sono temi sui quali spingerei molto, anche con strumenti nuovi. Perché non immaginare un simil-Tfr, una forma di accantonamento a livello individuale per evenienze del genere?

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close