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Milena Bertolini: “Le nazioni più evolute ci credono”

Ott 11, 2017

“LA disparità del calcio è quella del paese”. Una vita col pallone, Milena Bertolini. Ex calciatrice, 51 anni, di Correggio, ha sostituito Antonio Cabrini sulla panchina della nazionale femminile ad agosto. Il 24 ottobre le sue girls affronteranno a Castel di Sangro la Romania per le qualificazioni al Mondiale di Francia 2019. Prime nel Gruppo 6 a punteggio pieno dopo le gare con Moldavia e le stesse ragazze di Bucarest. “Manchiamo dal 1999 dalla fase finale di un mondiale, abbiamo molti gap con le avversarie ma qualità tecniche e tattiche. E molto entusiasmo”.

Ne serve molto, per le calciatrici in Italia.

“Moltissimo: siamo indietro di 10 o 15 anni rispetto alle europee. Per una questione soprattutto culturale e non è un caso se i paesi dove il calcio femminile è più sviluppato sono gli stessi dove la parità di genere è ormai un assunto. In Italia il calcio è maschio e resistono fortissimi alcuni archetipi e un pensiero primordiale: le donne non sono fatte per il pallone. Nel calcio femminile il pregiudizio sessista è uno dei più resistenti di tutti. Anche se le cose stanno un po’ cambiando”.

Come?

“La riforma Tavecchio prova ad aumentare numeri e qualità. La Juventus ha ora una propria squadra di donne: è un messaggio importante dal punto di vista mediatico. Investire sui vivai ed educare i maschi a giocare accanto alle femmine è pedagogico: saranno adulti migliori, che considereranno le calciatrici una cosa normale. E maschi che rispettano le donne. I cambiamenti culturali sono lenti, anche se dobbiamo togliercelo di dosso come alibi: la Spagna che ci somiglia come tradizioni, ha investito molto in promozione e sviluppo del settore femminile. E se ne vedono i frutti”.

In Italia le sportive rimangono dilettanti.

“E giocano spinte dalla passione. Anch’io l’ho fatto per quello, anche se per mantenermi ho sempre lavorato. Adesso i migliori stipendi arrivano a 1500 euro al mese. Le mie ragazze studiano tutte ed è un bene: non devono scollarsi dal reale. Aspettiamo la nascita di una Lega femminile. Ma deve essere anche la politica a scendere in campo. Fondamentale è dare alle calciatrici tutele e garanzie per il futuro”.

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