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Milano, spunta la pubblicità mangiasmog: così i cartelloni intrappolano i veleni

Feb 21, 2017

La pubblicità può abbattere lo smog. Non è (solo) uno slogan accattivante, ma è anche quello che, almeno in parte, accade in viale della Liberazione a Milano. Qui da due giorni è stato allestito un enorme cartello pubblicitario sulla facciata del palazzo delle Generali che recita: “Questa pubblicità non vende auto, ne fa sparire 409.704 in un anno”. Ma chi lo dice che funziona? E cosa significa far sparire tutte quelle auto? Il cartellone è stato messo da una società di affissioni pubblicitarie, la Urban Vision. E non si tratta di una pubblicità qualunque: il cartellone è infatti realizzato con un materiale particolare messo a punto da un’azienda di Pavia, la Anemotech. Anche Legambiente ha riconosciuto che questo metodo può essere utile per contrastare gli inquinanti, sicuramente negli ambienti indoor e in piccola parte anche per quelli outdoor. “Di certo non si risolve in questo modo il problema delle polveri sottili in città – spiega Andrea Poggio di Legambiente – tuttavia si tratta di un’iniziativa privata che non fa uso di soldi pubblici e quindi lodevole”.

Come funziona nel dettaglio il metodo per ridurre l’inquinamento? “Si tratta di una tecnologia ambientale capace di assorbire, bloccare e disgregare le molecole inquinanti presenti nell’atmosfera – spiegano dall’azienda – Uno speciale tessuto multistrato che rende più salubre l’ambiente funzionando in maniera passiva. La tecnologia (che si chiama The Breath, ndr) sfrutta il naturale ricircolo dell’aria ed è stata progettata per attirare le molecole inquinanti all’interno della propria anima carbonica facendo in modo che gli inquinanti vengano separati dall’aria, scomposti in particelle e intrappolati nella struttura fibrosa, senza possibilità di rilascio nell’ambiente circostante”. Non solo. Questa superficie ha anche una funzione anti odore: “Il tessuto – spiegano gli ideatori – non si limita a coprire o mitigare gli odori, ma ne assorbe e disgrega le molecole purificando l’aria dalle emissioni moleste”.

Quanto può incidere un’iniziativa di questo tipo sull’inquinamento? Difficile dirlo. “Se tappezzassimo tutta Milano di superfici così forse qualche miglioramento si avvertirebbe – aggiunge Poggio – ma di certo non è la soluzione. È un aiuto”. Nello slogan si fa riferimento a 409.704 auto che vengono fatte sparire: di fatto, per ottenere il dato riportato nella maxi affissione i pubblicitari sono partiti dai valori riportati dall’Aci relativi agli inquinanti (Nox, Sox, Co, Co2 e Cov) prodotti in media dalle auto Euro 5 diesel e benzina.Valori che sono poi stati incrociati con i dati della riduzione massima ottenibile con il tessuto, secondo una stima dell’università Politecnica delle Marche. La presentazione ufficiale della maxi affissione sarà il 28 febbraio e prenderà parte l’assessore ai trasporti e all’ambiente Marco Granelli.

Non è la prima volta che si studiano mezzi alternativi per la lotta alle polveri sottili. Anni fa andava di moda il cosiddetto “asfalto mangia-smog” che fu addirittura provato in via sperimentale nel comune di Segrate: in questo caso si parlava di una malta fotocatalitica in grado di rendere innocui i gas di scarico delle auto. Più recente invece è il progetto per la torre antismog

dell’ospedale San Raffaele, previsto per il 2020. Un edificio in grado di “ridurre” l’inquinamento dell’area circostante: sull’esterno saranno montate delle lamelle in ceramica bianca per mantenere il calore e ridurre il consumo energetico del 60 per cento. La facciata e gli arredi interni saranno colorati con particolari vernici, a base di biossido di titanio. Che, a contatto con aria e acqua, è in grado di trasformare e ridurre l’anidride carbonica.

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