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Milano, niente redditi online: l’Anticorruzione di Cantone apre un’istruttoria sull’assessora ex Microsoft

Feb 4, 2017

L’invito ad adeguarsi alla legge sulla trasparenza è già arrivato a Palazzo Marino. Insieme a una lettera di richiesta di spiegazioni: perché l’assessora alla Trasformazione digitale Roberta Cocco non ha ancora pubblicato online la propria dichiarazione dei redditi? Il mittente: l’Anac guidata da Raffaele Cantone. Che adesso ha aperto ufficialmente un’istruttoria sul caso. La luce è stata accesa. Solo il primo passo di un percorso che potrebbe finire con una sanzione economica per l’ex manager di Microsoft sbarcata in giunta. Ma anche, di fronte a un’ulteriore resistenza, con una pena in più: vedere il suo nome nero su bianco sul sito dell’Autorità nazionale anticorruzione con l’accusa di non aver rispettato la norma.

Sono lì, nella sezione del Comune dedicata alla trasparenza, i documenti che riguardano i redditi e la situazione patrimoniale di consiglieri, assessori e sindaco. Un obbligo previsto dal decreto legislativo del 2013, che impone a chi ha incarichi politici questo passaggio “entro tre mesi dall’elezione o dalla nomina”. Per Roberta Cocco, “in aspettativa non retribuita” dal colosso informatico dal 1° settembre 2016, l’ultimo appello era fissato a gennaio. Ma ancora oggi è il suo l’unico spazio bianco tra le file della giunta. Il motivo? Lei lo ha spiegato così: nel 2015 – l’anno dell’ultima dichiarazione dei redditi disponibile – , “occupavo un’altra posizione lavorativa, i miei piani e i miei progetti erano lontani dal Comune”. Promettendo, però, di “fornire tutte le informazioni a partire” dai redditi 2016. Una decisione contestata da Forza Italia e dal Movimento 5 Stelle. Ma difesa dal sindaco Beppe Sala, che ha parlato di una “libertà” dell’assessora.

In realtà, appunto, la legge impone un obbligo. La stessa segreteria generale del Comune ha sollecitato più volte l’assessora. E, di fronte al suo “no”, ha trasmesso la pratica a quello che si chiama Nucleo interno di valutazione, un gruppo di esperti esterni all’amministrazione che ha il compito di certificare la pubblicazione dei documenti sulla trasparenza e di segnalare eventuali anomalie all’Anac. Che nel frattempo si è già mossa d’ufficio. Aprendo l’istruttoria.

Che cosa è successo? Quella che è scattata si chiama vigilanza preliminare. E, di fatto, è già un invito ad adeguarsi. L’Anticorruzione di Cantone ha spedito una lettera di chiarimenti al Comune. I destinatari per ora sono il responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza di Palazzo Marino e lo stesso Nucleo di valutazione. È a loro che l’Anac chiede i motivi del mancato adempimento

e la dimostrazione di aver sollecitato l’assessora. La risposta dovrà arrivare entro 30 giorni. A quel punto, sarà Roberta Cocco a essere chiamata in causa. E, se continuerà a non rendere noti redditi e patrimonio, dovrà pagare una multa che parte da mille euro e cresce a seconda del tempo e dei documenti che mancano. Fino a quella che si chiama “sanzione reputazionale” e prevede la pubblicazione sul sito dell’Anticorruzione del suo rifiuto.

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