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Migrante morto al Cpr di Gradisca, si indaga per omicidio volontario. Diffuso audio sul pestaggio

Gen 20, 2020

TRIESTE – Omicidio volontario. Con questa ipotesi di reato contro ignoti la Procura di Gorizia ha aperto un fascicolo in merito alla morte del cittadino georgiano Vakhtang Enukidze, detenuto al Cpr (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) di Gradisca e deceduto sabato nell’ ospedale isontino. La notizia arriva dal quotidiano Il Piccolo precisando che lo straniero si era sentito male al Cpr e che l’inchiesta, coordinata dal pm Paolo Ancora, è svolta dalla Squadra mobile. Sul corpo della vittima, che ha 38 anni, sarà svolta l’autopsia per stabilire l’esatta causa della morte. Enukidze infatti sarebbe stato coinvolto in una rissa. Gli investigatori, scrive Il Piccolo, stanno visionando le immagini delle numerose telecamere che sorvegliano l’interno e l’esterno della struttura.

Critica l’associazione “No Cpr e no frontiere Fvg”, secondo cui Vakhtang Enukidze sarebbe stato picchiato dalle guardie, martedì, intervenute dopo una rissa tra la vittima e un compagno di stanza, ricostruisce giornale. Il migrante, che avrebbe anche compiuto atti di autolesionismo, è stato poi arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e portato in carcere dove è stato sottoposto a processo per direttissima e dove è rimasto due giorni. Riportato poi al Cpr, sabato mattina si è sentito male e poi è morto in ospedale, dove era stato trasferito in ambulanza. Gli attivisti hanno diffuso una testimonianza audio, raccolta telefonicamente, di un altro detenuto del Cpr, che avrebbe assistito al pestaggio.

Il Piccolo riporta anche un commento del procuratore capo di Gorizia, Massimo Lia, per il quale “al momento sono mere illazioni. Stiamo infatti facendo indagini per verificare se c’ è stato qualcosa del genere o meno”.

Oggi è atteso a Gradisca il Garante nazionale per i diritti delle persone recluse, Mauro Palma, che visiterà il Cpr, forse accompagnato dal sindaco locale, Linda Tomasinsig. Il Cpr isontino è aperto da poco più di un mese e già tante sono state le proteste dei detenuti, le fughe, gli episodi di autolesionismo e i tentativi di suicidi, scrive il quotidiano.

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