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Mercati incerti verso la Fed, crollano gli ordini all’industria tedesca

Mar 7, 2017

MILANO – Cadono gli ordini all’industria tedesca a inizio anno e il dato segna l’apertura dei mercati europei, i cui future indicano debolezza. La locomotiva economica del Vecchio continente ha riportato un -7,4% degli ordini rispetto al mese precedente, mentre la variazione annua è positiva del 5,1%. Il dato comunicato da Destatis è risultato decisamente peggiore delle attese, che puntavano su una flessione attorno al 2,5 per cento. Gli ordini erano saliti del 5,2% a dicembre, dopo un calo del 3,6% a novembre e un progresso del 4,8% ad ottobre. E’ il primo di una serie di dati macroeconomici di rilievo, considerando anche la pubblicazione sulle prospettive economiche dell’Ocse, i prezzi alla produzione e la nota mensile sull’economia dell’Istat, l’aggiornamento sul Pil del quarto trimestre dell’Eurozona e la bilancia commerciale americana di gennaio.

L’attendismo sta caratterizzando queste giornate di contrattazioni a livello globale, in attesa di capire se la Federal Reserve alzerà effettivamente i tassi nella riunione del 14 e 15 marzo prossimi, come sembra sempre più certo tra gli addetti ai lavori. Non si attendono invece novità di rilievo dal Consiglio della Bce di dopodomani, nonostante l’inflazione abbia dato segnali di ripresa. Le azioni globali hanno raggiunto negli ultim igiorni un llivello record e secondo gli osservatori di Bloomberg ciò significa che è perfettamente sostenibile dai mercati una stretta ai tassi Usa, mentre la Cina è impegnata nel suo tentativo di guidare il rallentamento della crescita su binari sostenibili e l’Europa è impigliata negli spettri di populismo che aleggiano sulle elezioni in Olanda, Francia e Germania. “I mercati hanno già prezzato un aumento del costo del denaro a marzo”, ha spiegato Kiyoshi Ishigane, strategist per Mitsubishi. “Ma dobbiamo ancora verificare come saranno gli ultimi dati sul mercato del lavoro, insieme a quale sarà il ritmo per gli aumenti che Janet Yellen vorrà imprimere”.

Anche a Piazza Affari la giornata è ricca di spunti. Intesa Sanpaolo ha annunciato la cessione della quota detenuta in Allfunds Bank (Afb) – il 50% attraverso Eurizon – a fondi dell’orbita Hellman & Friedman e Gic, il fondo sovrano di Singapore, per circa 900 milioni di euro. Snam ha pubblicato i conti del 2016 con 2,56 miliardi di ricavi pro-forma e utile a 845 milioni, indicando per il piano 2017-2020 un obiettivo di 5 miliardi di investimenti e una politica del dividendo al 2018 con una crescita del 2,5%.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi avvia la giornata stabile in area 180 punti base, con il decennale italiano che rende il 2,15% sul mercato secondario. Sul mercato valuario, l’euro inizia la giornata in leggero rialzo, con la moneta del Vecchio continente che scambia a 1,05897 biglietti verdi. La valuta nipponica si mantiene sotto quota 114 sul dollaro e 120,50 al cambio con la moneta unica.

Ieri Wall Street ha chiuso in ribasso con Snapchat che, al terzo giorno dal debutto in borsa, è sceso sotto il prezzo di esordio della quotazione (24 dollari), che era stato più alto di quello di collocamento (17 dollari). A fine giornata il Dow Jones ha limato lo 0,24%, lo S&P500 lo 0,33% e il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,37%. L’incertezza si è estesa alla Borsa di Tokyo, dove l’indice Nikkei stamane ha perso lo 0,18%.

Senza sensibili variazioni il prezzo dell’oro sui mercati asiatici, dove prevale l’attesa per le decisioni della Banca centrale Usa: il lingotto con consegna immediata passa di mano a 1.226 dollari l’oncia. Stabili anche le quotazioni del petrolio sul mercato after hour di New York: i contratti sul greggio Wti con scadenza ad aprile passano di mano a 53,19 dollari al barile. Il Brent perde 7 centesimi a 55,94 dollari.

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