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Maremma, “la bambina sul tetto” simbolo dell’alluvione del ’66 acconta la sua storia: “La dedico ai miei nipoti”

Ott 15, 2016

Cinquant’anni dopo la grande alluvione che devastò la città di Grosseto, “la bambina sul tetto”, simbolo del dramma in Maremma, racconta la sua storia. Claudia Milani il 4 novembre 1966 aveva undici anni. Quando il fiume Ombrone, dopo lunghe giornate di pioggia, ruppe gli argini e invase la sua casa al piano terra nella campagna grossetana, fu messa in salvo dal padre che la portò in spalla, con la famiglia e i loro cagnolini, nella torretta di un’idrovora del Consorzio di bonifica. Di lì, dopo molte ore, salirono tutti sul tetto pericolante di un vecchio stabilimento, dove furono soccorsi e messi al sicuro da un elicottero.

Sull’elicottero c’era anche un fotografo, che immortalò il volto impaurito della piccola Claudia in attesa dei suoi “angeli” sul tetto. Quell’immagine fu scelta per la copertina del libro di Luciano Bianciardi e Pilade Rotella “Grosseto. Un’alluvione per la povera gente”, pubblicato il primo gennaio del 1967. E ancora oggi “la bambina sul tetto” è il simbolo di quella tragedia. Claudia Milani oggi è una maestra d’asilo e la nonna felice di tre nipotini. Ed è proprio per loro che, con l’avvicinarsi del cinquantesimo anniversario, ha deciso di mettere nero su bianco la sua terribile avventura a lieto fine, con un semplice e commovente racconto pubblicato su Il Tirreno di Grosseto.

“Ecco – scrive Claudia – questa è la storia di quella bambina appollaiata sul tetto, fotografata a sua insaputa dal signor Mario Bernieri, fotografo dell’agenzia Bf, che si trovava su quell’elicottero. Un giorno anche i miei nipotini vedranno quel libro e quell’immagine e scopriranno che quella bambina è la loro nonna. Questo ricordo lo dedico a loro”.

Negli scorsi giorni, in occasione dei cinquant’anni dall’alluvione di Firenze grazie ai social e all’appello lanciato anche

da Repubblica è stato anche ritrovato un ragazzo, al tempo quindicenne, immortalato in uno scatto d’autore del fotografo ungherese Balthazar Korab. Nella foto Stefano Londi, oggi 65 anni, stava urlando alla mamma affacciata alla finestra mentre l’acqua allagava la centrale via Nazionale.

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