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Manovra, vertice notturno per le coperture: la dote per il cuneo fiscale sale a 3 miliardi – Il Sole 24 ORE

Ott 13, 2019

decreto fiscale e legge di bilancio

Con la legge di bilancio saranno già individuati fonti e strumenti di finanziamento per il piano famiglia da attuare con successiva legge delega. Immediato il taglio delle rette sugli asili nido. Tensioni nella maggioranza sulla caccia finale alle risorse. Italia Viva in pressing per abolire quota 100

di Marco Mobili e Marco Rogari

13 ottobre 2019


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3′ di lettura

Sale a 3 miliardi la dote 2020 per il taglio del cuneo. Che il primo anno si tradurrà in un alleggerimento del fisco sulle buste paga dei lavoratori, ma solo da luglio, e che dal 2021 interesserà anche le imprese. Ma non è l’unica novità del confronto finale nella maggioranza sulla manovra. Con la legge di bilancio saranno già individuate le fonti e gli strumenti di finanziamento per il piano famiglia che entro il prossimo anno prenderà forma, attraverso un’apposita legge delega, nell’assegno unico preceduto dall’azzeramento delle rette sugli asili nido.

Sono questi i punti fermi attorno ai quali si è giocata la complessa partita sulle coperture. Il compito di effettuare le scelte finali è stato lasciato all’ultimo vertice notturno, chiamato a trovare non facili compromessi almeno su quattro capitoli chiave: i mini-ritocchi a Quota 100; le compensazioni dei crediti Inps; il ritorno delle “manette agli evasori”; una prima potatura della giungla degli sconti fiscali.

Le coperture

Il lavoro di scrematura (da cui sarebbe emerso lo stop al ritorno a 1.000 euro del tetto per l’utilizzo del contante) portato avanti nelle ultime riunioni tecniche al ministero dell’Economia avrebbe consentito di ridurre a 2-300 milioni la caccia finale alle coperture rispetto ai 2,5 miliardi che risultavano ancora da trovare nel momento in cui è scattato il count down per arrivare al varo del documento programmatico di bilancio e del decreto fiscale, attesi nel Consiglio dei ministri dì lunedì 14 ottobre. Anche se non risulta del tutto accantonata l’ipotesi di uno slittamento alla mattinata di martedì prima della partenza del ministro Luigi di Maio atteso a Washington insieme al capo dello Stato. Entro il 20 ottobre (ma il termine non è perentorio) dovrà poi essere inviata alle Camere la legge di bilancio vera e propria.

Molto dipenderà dalla mediazione che sarà trovata sull’ampia griglia di opzioni per le coperture, anche alternative tra loro, preparata dopo le ultime riunioni al Mef. Inevitalmente tutte le forze politiche della maggioranza dovranno rinunciare a qualcuna delle loro richieste per incassare il via libera almeno su una parte delle priorità indicate.

Le tensioni nella maggioranza

Le tensioni non sono mancate anche nelle ultime ore. Con i Cinque stelle che sono tornati a chiedere a gran voce l’aggancio del salario minimo al taglio del cuneo fiscale anche per le imprese. E che hanno rilanciato sul carcere agli evasori e sulla abolizione del super-ticket già nel corso del 2020. Una misura quest’ultima che è anche uno dei cavalli di battaglia di Leu. Che è rimasta contraria a ritocchi a Quota 100, così come il Movimento cinque stelle. Con la ministra Nunzia Catalfo che subito dopo il nuovo pressing di Italia viva per abolire già dal prossimo anno i nuovi pensionamenti anticipati e recuperare così oltre 8 miliardi, ha ribadito che «Quota 100 non si tocca», in linea anche con le richieste dei sindacati. Ma una rimodulazione delle finestre d’uscita è rimasta tra le ipotesi di copertura sottoposte al confronto finale. Che servirà anche per pronunciare la parola definitiva sul nodo delle compensazioni dei crediti Inps e Inail. Per i Cinque stelle potrebbe essere recuperata, sulla base delle indicazioni del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, una dote anche superiore ai 5 miliardi, ma i tecnici del ministero dell’Economia, si sono sempre mostrati abbastanza scettici lasciando intendere che 1 miliardo, o al massimo 2, poteva essere considerato un obiettivo credibile

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