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Manovra verso l’ok sotto le feste, i precedenti nel 2018 e nel 2004

Nov 27, 2019

legge di bilancio

L’ipotesi più verosimile, come ha detto il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci «è di chiudere l’ultima lettura della manovra il 27 e 28 dicembre, in modo da dare la possibilità a tutti di dare il proprio contributo».

di Andrea Gagliardi e Andrea Marini

27 novembre 2019


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2′ di lettura

Si allungano i tempi per l’esame della manovra al Senato. E il rischio concreto è di un ok finale sotto le feste, tra Natale e Capodanno. Solo due i precedenti nella seconda Repubblica: nel 2004 e nel 2018. Il Governo, impegnato anche nell’esame del Dl fiscale alla Camera, probabilmente non presenterà i propri emendamenti prima di venerdì in Commissione. Nella maggioranza si punta ad iniziare l’esame in Assemblea entro sabato 7, domenica 8 dicembre.

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L’obiettivo è portare il Ddl di Bilancio alla Camera in tempo utile per essere approvato prima di Natale. Non si esclude neppure il tentativo di ‘blindare’ il testo in Senato in modo da mettere il timbro finale alla Camera in seconda lettura senza una terza lettura di Palazzo Madama. Ma l’ipotesi più verosimile, come ha detto il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci «è di chiudere l’ultima lettura della manovra il 27 e 28 dicembre, in modo da dare la possibilità a tutti di dare il proprio contributo».

Il precedente del 2018

Sarebbe un episodio analogo a quello registrato l’anno scorso con il governo Lega-M5s quando l’atteso e sofferto via libera alla manovra arrivò il 30 dicembre a un soffio dall’esercizio provvisorio: una legge di Bilancio corretta profondamente per venire incontro alla Ue e non incappare nella procedura di infrazione.

Il caso della manovra 2005

Nel 2004, con ministro dell’Economia e finanze Domenico Siniscalco (Governo Berlusconi-II), la manovra è stata approvata definitivamente il 29 dicembre. Fu un iter parlamentare molto travagliato. Il primo testo del governo arrivò alla Camera il 30 settembre. Il disegno di legge fu poi stralciato per dare vita a un “testo bis” licenziato da Montecitorio il 17 novembre. Dove, caso anomalo, fu di nuovo modificato dopo l’ok del Senato (16 dicembre), per ricevere il secondo via libera il 28 dicembre. L’ok definitivo è arrivato il giorno successivo da Palazzo Madama.

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