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L’LHC sta finendo lo spazio di archiviazione?

Ott 3, 2016

Al CERN hanno un grosso problema di archiviazione dati: lo spazio di storage dedicato all’LHC (Large Hadron Collider), il famosissimo acceleratore di particelle situato a Ginevra, si sta esaurendo molto più rapidamente del previsto. Il motivo? Un’eccessiva attività, che non fu prevista quando il sistema fu realizzato.

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Nel progetto originario infatti si valutò che l’acceleratore di particelle non sarebbe rimasto in funzione per più di un terzo del tempo, trascorrendo il resto tra manutenzione, ricarica, riavvio e altri compiti logistici. A quanto pare però tecnici e scienziati hanno sbagliato valutazione e attualmente l’LHC è in funzione per oltre il 70% del tempo, più del doppio di quanto previsto dunque, producendo così una quantità enorme di dati.

“Il numero di hard disk che compriamo e su cui memorizziamo i dati è stato determinato anni prima che i dati stessi fossero prodotti, ed è basato sulle proiezioni riguardo a tempo di attività e luminosità (il numero di eventi per sezione d’urto per unità di tempo N.d.R.)”, ha spiegato Jim Olsen, professore di Fisica attivo sul progetto CMS. “Poiché l’LHC ha invece superato tutte le stime e i più rosei scenari, stiamo iniziando ad avere problemi di spazio su disco. Abbiamo dovuto consolidare rapidamente le vecchie simulazioni e i dati per fare spazio a quelli prodotti dalle nuove collisioni.”

‎Le particelle si scontrano all’interno del ‎‎Large Hadron Collider‎‎ circa 600 milioni di volte al secondo. Ogni scontro genera particelle che spesso decadono in maniera complessa in un numero ancora maggiore di altre particelle. I circuiti elettronici registrano il passaggio di ogni particella attraverso un rivelatore, sotto forma di una serie di segnali elettronici e inviano il tutto al centro dati del CERN per la ricostruzione digitale. Il riepilogo digitalizzato viene registrato come un “evento di collisione”.

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Ogni anno sono prodotti circa 30 petabyte di dati‎, ma il ‎ CERN non ha le risorse di calcolo o finanziarie per elaborare questa enorme mole di dati, così nel 2002 si è rivolto al grid computing, creando il WLCG (Worldwide LHC Computing Grid), un’infrastruttura ‎‎organizzata su più livelli che offre a oltre 8000 fisici in tutto il mondo un accesso quasi in tempo reale ai dati.

Ora però a quanto pare il CERN e il WLCG dovranno fare un ulteriore sforzo organizzativo per evitare che lo spazio di archiviazione si esaurisca e blocchi tutti gli esperimenti in corso. Chi l’avrebbe mai detto che anche un dispositivo così complesso avrebbe rischiato di restare paralizzato come il più banale dei computer o degli smartphone per aver terminato lo spazio su disco?

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