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Listini deboli, Milano soffre con le banche. Asta Btp, rendimenti in risalita

Gen 30, 2017

MILANO – Ore 10:20. La chiusura debole di Wall Street di venerdì scorso, il rallentamento del Pil americano e l’ondata di proteste contro le decisioni anti-immigrazione di Donald Trump riportano un po’ di incertezza sui mercati: i listini asiatici hanno chiuso in rosso e quelli europei sono sono in ribasso. Milano peggiora a -1,4% con il comparto bancario in difficoltà, Francoforte arretra dello 0,7%, Parigi dell’1,1% e Londra dello 0,9%.

A Piazza Affari resta alta l’attenzione sul comparto bancario: Unicredit – ricevuto il via libera da Consob – ha pubblicato il documento di registrazione ed è in vista dell’aumento di capitale da 13 miliardi, che dovrebbe partire nei prossimi giorni. Sempre nel mirino le Generali, per le quali Intesa Sanpaolo sta studiando l’offerta. Brusco calo e immediata sospensione per Eni con l’azione precipitata a -5% nei primi istanti di scambi: secondo gli operatori, si tratta di un errore tecnico nell’immissione di un ordine.

In Senato prosegue l’iter sul decreto salva-risparmio, che formalizza il fondo da 20 miliardi per il supporto pubblico a Mps e le altre banche in difficoltà, con alcuni tasselli che restano da sistemare. Da segnalare, nell’agenda macroeconomica, i rilievi sulla fiducia dei consumatori dell’Eurozona, mentre si avvicina il termine (1 febbraio) entro il quale l’Europa vuole risposte dall’Italia sulla correzione dei conti da 3,4 miliardi. Per Wall Street, la settimana ruota intorno a grandi trimestrali come Facebook, Apple o Amazon: finora i conti hanno supportato il listino battendo le attese di profitto in 73 casi su 100.

Apertura poco mossa per lo spread Btp-Bund a quota 177 punti base, con il rendimento dei decennali tedeschi sul mercato secondario allo 0,46%, mentre i titoli nostrani viaggiano al 2,23%. Il Tesoro offre in asta Ccteu per un importo compreso tra 1,75 e 2,25 miliardi, Btp a 5 anni per un importo compreso tra 2,25 e 2,75 miliardi e btp a 10 anni per un importo tra 3,5 e 4 miliardi. L’euro è intanto in netto rialzo sul dollaro all’apertura dei mercati in Europa. Ad incidere sulla debolezza della valuta Usa le mosse del presidente Trump che ha sospeso l’immigrazione da alcuni paesi musulmani: la moneta unica scambia a 1,0714 (1,0664 venerdì sera a New York). Nei confronti della valuta giapponese, l’euro è a 122,90 yen.

In mattinata si è chiusa una seduta delle borse asiatiche a scambi ridotti con molti listini chiusi per le celebrazioni del capodanno cinese. La Borsa di Tokyo ha terminato la prima seduta della settimana in ribasso, mentre il dollaro si è indebolito sulla valuta nipponica: l’indice Nikkei ha ceduto lo 0,51% a quota 19.368,85, con una perdita di 96 punti.

Per le materie prime, infine, l’oro è in rialzo sui mercati asiatici dopo il calo della valuta Usa: il lingotto con consegna immediata guadagna lo 0,4% a 1.195 dollari l’oncia. Movimento opposto per il petrolio, in calo sul mercato after hour di New York sulle notizie di aumento della produzione Usa a fronte di una riduzione Opec. I contratti sul greggio Wti con scadenza a marzo cedono 33 centesimi a 52,84 dollari al barile. Il Brent perde 32 centesimi a 55,20 dollari al barile.

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