Si apre anche quest’anno la stagione delle guide, da tempo alla ricerca di un metro più adatto per valutare sfumature e dettagli.
Difficile attribuire un punteggio in “ventesimi” – come la Guida dell’Espresso ha fatto per 38 edizioni – quando a confrontarsi sono ristoranti diversi e lontani per storia, cultura, dimensione e stile di cucina. Ancora più difficile attribuire frazioni di punto quando il livello medio si alza, come sta avvenendo in Italia.
Una cinquina eccellente
Ecco perché la Guida diretta da Enzo Vizzari – presentata oggi alla Stazione Leopolda di Firenze affollata di addetti ai lavori, sotto la regìa di Pitti Immagine – per il 2017 ha una cinquina di “vincitori” e non più uno solo (come era successo l’anno scorso per Massimo Bottura con l’Osteria Francescana, unico a raggiungere il punteggio di venti ventesimi), tutti nomi affermati della ristorazione italiana.
I “magnifici cinque” sono: Le Calandre di Rubano (Padova); l’Osteria Francescana di Modena; Piazza Duomo di Alba (Cuneo); Reale di Castel di Sangro (L’Aquila); Uliassi di Senigallia (Ancona). A loro vanno i “cinque cappelli” da cuoco che, d’ora in poi, nella Guida dell’Espresso definiranno le eccellenze della ristorazione italiana, così come fanno i “cappelloni” della guida Gault Millau per la ristorazione francese.
Col nuovo metro di valutazione, il vertice della piramide tricolore si è però ristretto: i top adesso sono solo cinque, contro i 27 che erano nella pattuglia di testa nella scorsa edizione (tutti, all’epoca, con punteggio da 18/20 in su).
Sotto i “magnifici cinque” del 2017 si piazzano dieci ristoranti con “quattro cappelli”: Casa Perbellini di Verona; Del Cambio di Torino; Duomo di Ragusa; La Pergola dell’hotel Cavalieri di Roma; La Madia di Licata (Agrigento); La Peca di Lonigo (Vicenza); Mandarin Oriental-Seta di Milano; Taverna Estia di Brusciano (Napoli); Villa Crespi di Orta San Giulio (Novara); Vissani di Baschi (Terni).
Seguono 36 ristoranti con “tre cappelli”, 89 con “due cappelli” e 363 con “un cappello”. In tutto i locali selezionati sono 2.700 tra ristoranti, trattorie, osterie e pizzerie, di cui duemila recensiti.
Spazio alle pizzerie
Il cambio di punteggio, ha spiegato Vizzari, si è accompagnato a una revisione del voto di ogni ristorante: il risultato è una classifica finale “per molti versi” simile a quella dell’anno scorso, soprattutto nella parte più alta, ma “più equilibrata, più giusta” e più rispondente alle esigenze dei lettori. “Nei ristoranti italiani non si è mai mangiato bene come in questo periodo”, afferma il curatore che quest’anno ha deciso di ampliare la sezione della Guida dedicata alle pizzerie di qualità, “la cui proliferazione è forse la novità più significativa”.
Tutta nuova la Guida dell’Espresso sui Vini d’Italia 2017, divisi in tre categorie – bere subito, da comprare, da conservare – ciascuna rappresentata da 100 nomi. Il vino numero 1 da bere subito è il Barbaresco Crichet Paje 2007 Paglieri – Roagna; il primo vino da comprare è il Brunello di Montalcino 2011 Ridolfi; il primo da conservare è il Taurasi Poliphemo 2012 Tecce Luigi. A queste tre categorie si aggiunge una selezione delle denominazioni d’origine considerate più interessanti.