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Le entrate dell’App Store di Apple sono scese del 5%. Pesano i giochi

Ott 5, 2022

AGI – Secondo una nota di Morgan Stanley le entrate dell’App Store di Apple sono diminuite a settembre del 5% anno su anno. Il calo più forte dal 2015, da quando Morgan Stanley fa questa analisi. Il report è basato sui dati di Sensor Tower, che tiene traccia dei download e delle vendite di app. L’App Store, ha precisato il report, ha registrato cali anche nei mercati più rilevanti, tra cui Stati Uniti, Canada, Cina e Giappone.

Secondo Morgan Stanley la causa principale del calo è da attribuire alle entrate delle app di gaming, diminuite del 14% a settembre. Per la Cina i ricavi netti sono diminuiti del 9% su base annua, anche qui a causa dei giochi (-18% su base annua). Gli analisti di Morgan Stanley hanno previsto anche un segno negativo anche per Google Play, app store di Android, e stimano un calo delle entrate a settembre del 9%.

Da mercoledì intanto Apple aumenta i prezzi in Europa e in Asia delle app e degli acquisti in-app sul suo App Store. L’aumento percentuale varia da regione a regione. Ad esempio, i prezzi in Corea del Sud aumenteranno del 20-25%, in Giappone del 30-35% e nelle regioni che utilizzano l’euro l’aumento è di circa l’8-10%.  L’azienda, che ha comunicato il rincaro il 20 settembre, non ha chiarito il motivo alla base di questa scelta, ma è probabile che sia conseguenza della debolezza delle valute locali rispetto al dollaro.

La Services Unit di Apple, sotto cui ricade l’App Store, è un elemento centrale per gli investitori, che vogliono vedere i clienti iPhone e Mac continuare a spendere dopo aver acquistato i loro dispositivi. Nel trimestre che si è chiuso a giugno, Apple ha registrato un aumento del 12% dei ricavi dei servizi (pari a 19,6 miliardi di dollari).

A luglio Luca Maestri, direttore finanziario di Apple, aveva però dichiarato che la società prevede una crescita dei servizi inferiore al 12% nel trimestre di settembre a causa del contesto macroeconomico e del dollaro forte. Maestri aveva parlato anche del pesante confronto con i dati elevati dei servizi durante la pandemia di Covid-19. “La nostra attività di servizi un anno fa è cresciuta molto e quindi anche il confronto è un po’ impegnativo”. 

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