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Maxi Lopez: «Ecco perché Icardi non viene convocato con l’Argentina»

Apr 18, 2017

martedì 18 aprile 2017 09:18

ROMA – Il mistero della mancata convocazione di Mauro Icardi con l‘Argentina? Prova a svelarlo il suo rivale di sempre, Maxi Lopez. Quello di Icardi con la nazionale argentina, del resto, è un rapporto decisamente tormentato e che ha lasciato spesso perplessi tifosi e addetti ai lavori. L’attaccante dell’Inter continua a non essere convocato, nonostante l’ottimo rendimento in Serie A in questi ultimi anni.

NAZIONALE VIETATA – Solo nelle ultime tre stagioni, compresa quella in corso, “Maurito” è andato sempre in doppia cifra in campionato. Per lui però, l’unica presenza con la maglia della nazionale maggiore risale al 16 ottobre del 2013, nella sfida persa contro l’Uruguay e valida per le qualificazioni ai Mondiali 2014, in cui giocò un totale di 7 minuti. Le porte dell’Argentina sono rimaste chiuse anche durante la gestione dell’ultimo Ct, Edgardo Bauza, esonerato la scorsa settimana. Con un nuovo commissario tecnico (in pole c’è Sampaoli), le cose potrebbero cambiare.

CHI SBAGLIA, PAGA – Secondo Maxi Lopez però, a cambiare prima di tutto deve essere proprio Icardi. “C’è un motivo diverso per cui Icardi non fa parte dell’Albiceleste -ha spiegato l’attaccante del Torino a “Tycsorts”- Il mondo del calcio è geloso quando un giocatore ha una certa esposizione mediatica fuori dal campo. Il pallone ha delle regole e, quando uno sbaglia, paga. Nella vita è lo stesso“. “Mi piacerebbe farmi una chiacchierata in privato con lui -aggiunge-. Ma non ne ho avuto la possibilità perché hanno messo i bambini (i figli con la ex Wanda Nara) in mezzo”.

BOCCA CUCITA – Una vita fuori dal campo troppo sotto i riflettori, dunque, per Icardi. Maxi Lopez, invece, preferisce lavare i panni sporchi in famiglia e non pubblicizzare il proprio privato. Anche se di cose da raccontare, assicura l’attaccante, ce ne sarebbero tannte: “Mi hanno offerto di scrivere un libro diverse volte. Ma immaginate solo se dovessi raccontare tutto quello che mi è successo. Preferisco tenerlo per me. I libri li devono scrivere i campioni. I campioni della verità“.

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