• 29 Marzo 2024 2:57

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L’allungo di Carlsen nel mondiale di scacchi. Ora a ‘Nepo’ serve un’impresa

Dic 7, 2021

AGI – Ian Nepomniachtchi è con le spalle al muro, a un passo dal baratro. Magnus Carlsen, invece, vede lo striscione del traguardo con la concreta possibilità di conservare lo scettro e la corona del campione del mondo di scacchi che gli appartiene dal 2013.

Lo spartiacque decisivo, nella sfida che si gioca all’Expo 2020 di Dubai, è stata la partita di ieri con il russo che, commettendo un grave errore alla mossa 21, ha regalato un pedone, e quindi la partita, al norvegese che si è portato così sul punteggio di 5-3. Per usare una metafora calcistica, passione condivisa dai due scacchisti, per Nepomniachtchi è come trovarsi sotto 2-0 contro il Real Madrid al 70′ minuto di gioco. Per rimontare, insomma, ci vuole un’impresa visto che, alla fine della contesa, mancano appena 6 partite e tre di queste vedranno Carlsen giocare con i pezzi bianchi. 

L’ottavo match si è aperto con il campione in carica che ha optato, come già avvenuto nei giorni precedenti, per la mossa e4. Lo sfidante ha scelto la difesa russa (Petrov) una linea un pò più aggressiva rispetto al passato. Si tratta di una difesa molto nota ma non tanto adottata ai livelli più alti. Una variante quasi di nicchia, perché caratterizzata da alcuni cambi di pezzi repentini (pedoni e cavalli) e un veloce sviluppo della posizione. Nonostante ciò, dopo le prime mosse, il panorama mostrato dalla scacchiera era di sostanziale equilibrio, con una posizione quasi simmetrica e di assoluto controllo da parte di entrambi i giocatori. L’ennesima patta sembrava nell’aria.

Almeno prima dell’errore clamoroso del russo, in gergo un vero ‘blunder’, che si è perso una semplice combinazione in diagonale effettuabile dalla Donna bianca di Carlsen: scacco al Re avversario e conquista di un pedone indifeso senza alcun tipo di compenso per il nero. Le facce, le smorfie, gli occhi sempre più vuoti e i movimenti delle sopracciglia di Nepomniachtchi hanno raccontato bene nei minuti successivi la gravità della svista. Sui social e sui canali dedicati al commento della partita la domanda dei Grani Maestri coinvolti è stata sempre la stessa: “Come ha fatto Nepo a non vederla?”.

Anish Giri, campione olandese che ha partecipato al torneo dei candidati che ha qualificato il russo alla sfida iridata, è stato ancora più netto: “Game over. Un pedone pieno di svantaggio e una brutta posizione. Si può solo perdere. è folle fare un errore così, molto strano”. Insomma, peggio di un autogol in area piccola.

Nell’ora successiva, Nepomniachtchi ha iniziato un balletto. Dopo ogni mossa si alzava e spariva per diversi minuti, nascondendosi agli occhi delle telecamere. Poi, nelle fasi finali, è rimasto seduto, tamburellando con le dita sul tavolo, mostrando un nervosismo comprensibile e infine abbandonando la partita poco dopo la quarantesima mossa. Carlsen, dal canto suo, non ha battuto ciglio. Non si è quasi mai alzato tenendo gli occhi, gelidi e privi di emozione, fissi sulla scacchiera evitando di guardare l’avversario.

“Ho pensato che fosse un errore grossolano ma entrambi eravamo davvero stanchi. A quel punto aiuta sempre avere l’iniziativa”, ha spiegato il norvegese in conferenza stampa. Nepo, invece, ha cercato di vedere il lato positivo: “Non cambia molto (dopo la prima sconfitta, ndr), il piano rimane lo stesso. Ora invece di un sola partita devo vincerne due. Ero già giù di morale. Vediamo cosa accadrà”. Il russo è stato molto onesto e duro con se stesso, scusandosi per la sua performance “molto al di sotto” del suo solito livello e persino “sotto al livello di un Grande Maestro”. Al canale norvegese Nrk, Carlsen è stato più severo: “Non era affatto al top oggi. È già capitato che il suo livello di gioco scendesse dopo una prima sconfitta”.

Il campione, in tutte le sfide per il titolo mondiale, ha perso complessivamente solo due match, uno con l’indiano Anand e l’altro con il russo Karjakin. Con Caruana, nell’ultima difesa, arrivarono 12 patte in 12 match con la vittoria conquistata nelle gare rapide di spareggio (blitz). Lo stesso Caruana ha definito l’errore commesso da Nepo come frutto “di un tilt” rubando il termine dal linguaggio pokeristico. Insomma, l’impresa che attende il russo ora è davvero titanica anche perchè le cartucce a disposizione sono poche.

Oggi giornata di riposo in cui il team dello sfidante potrà mettere a punto un piano di attacco e risposta. Ventiquattr’ore a disposizione di Nepomniachtchi per azzerare ogni pensiero negativo e riacquistare quella convinzione necessaria per mettere in difficoltà il numero uno del mondo. Carlsen è un po’ come Haaland, l’attaccante del Borussia Dortmund, norvegese anche lui, che ha incontrato il mese scorso in Germania durante un match di Bundesliga. “Cosa ci accomuna?” disse allora a domanda specifica, “beh, quando ci capita l’occasione siamo entrambi implacabili”. Difficile dargli torto, chiedere a Nepomniachtchi per ulteriore conferma. 

AGI – Ian Nepomniachtchi è con le spalle al muro, a un passo dal baratro. Magnus Carlsen, invece, vede lo striscione del traguardo con la concreta possibilità di conservare lo scettro e la corona del campione del mondo di scacchi che gli appartiene dal 2013.
Lo spartiacque decisivo, nella sfida che si gioca all’Expo 2020 di Dubai, è stata la partita di ieri con il russo che, commettendo un grave errore alla mossa 21, ha regalato un pedone, e quindi la partita, al norvegese che si è portato così sul punteggio di 5-3. Per usare una metafora calcistica, passione condivisa dai due scacchisti, per Nepomniachtchi è come trovarsi sotto 2-0 contro il Real Madrid al 70′ minuto di gioco. Per rimontare, insomma, ci vuole un’impresa visto che, alla fine della contesa, mancano appena 6 partite e tre di queste vedranno Carlsen giocare con i pezzi bianchi. 
L’ottavo match si è aperto con il campione in carica che ha optato, come già avvenuto nei giorni precedenti, per la mossa e4. Lo sfidante ha scelto la difesa russa (Petrov) una linea un pò più aggressiva rispetto al passato. Si tratta di una difesa molto nota ma non tanto adottata ai livelli più alti. Una variante quasi di nicchia, perché caratterizzata da alcuni cambi di pezzi repentini (pedoni e cavalli) e un veloce sviluppo della posizione. Nonostante ciò, dopo le prime mosse, il panorama mostrato dalla scacchiera era di sostanziale equilibrio, con una posizione quasi simmetrica e di assoluto controllo da parte di entrambi i giocatori. L’ennesima patta sembrava nell’aria.
Almeno prima dell’errore clamoroso del russo, in gergo un vero ‘blunder’, che si è perso una semplice combinazione in diagonale effettuabile dalla Donna bianca di Carlsen: scacco al Re avversario e conquista di un pedone indifeso senza alcun tipo di compenso per il nero. Le facce, le smorfie, gli occhi sempre più vuoti e i movimenti delle sopracciglia di Nepomniachtchi hanno raccontato bene nei minuti successivi la gravità della svista. Sui social e sui canali dedicati al commento della partita la domanda dei Grani Maestri coinvolti è stata sempre la stessa: “Come ha fatto Nepo a non vederla?”.
Anish Giri, campione olandese che ha partecipato al torneo dei candidati che ha qualificato il russo alla sfida iridata, è stato ancora più netto: “Game over. Un pedone pieno di svantaggio e una brutta posizione. Si può solo perdere. è folle fare un errore così, molto strano”. Insomma, peggio di un autogol in area piccola.
Nell’ora successiva, Nepomniachtchi ha iniziato un balletto. Dopo ogni mossa si alzava e spariva per diversi minuti, nascondendosi agli occhi delle telecamere. Poi, nelle fasi finali, è rimasto seduto, tamburellando con le dita sul tavolo, mostrando un nervosismo comprensibile e infine abbandonando la partita poco dopo la quarantesima mossa. Carlsen, dal canto suo, non ha battuto ciglio. Non si è quasi mai alzato tenendo gli occhi, gelidi e privi di emozione, fissi sulla scacchiera evitando di guardare l’avversario.
“Ho pensato che fosse un errore grossolano ma entrambi eravamo davvero stanchi. A quel punto aiuta sempre avere l’iniziativa”, ha spiegato il norvegese in conferenza stampa. Nepo, invece, ha cercato di vedere il lato positivo: “Non cambia molto (dopo la prima sconfitta, ndr), il piano rimane lo stesso. Ora invece di un sola partita devo vincerne due. Ero già giù di morale. Vediamo cosa accadrà”. Il russo è stato molto onesto e duro con se stesso, scusandosi per la sua performance “molto al di sotto” del suo solito livello e persino “sotto al livello di un Grande Maestro”. Al canale norvegese Nrk, Carlsen è stato più severo: “Non era affatto al top oggi. È già capitato che il suo livello di gioco scendesse dopo una prima sconfitta”.
Il campione, in tutte le sfide per il titolo mondiale, ha perso complessivamente solo due match, uno con l’indiano Anand e l’altro con il russo Karjakin. Con Caruana, nell’ultima difesa, arrivarono 12 patte in 12 match con la vittoria conquistata nelle gare rapide di spareggio (blitz). Lo stesso Caruana ha definito l’errore commesso da Nepo come frutto “di un tilt” rubando il termine dal linguaggio pokeristico. Insomma, l’impresa che attende il russo ora è davvero titanica anche perchè le cartucce a disposizione sono poche.
Oggi giornata di riposo in cui il team dello sfidante potrà mettere a punto un piano di attacco e risposta. Ventiquattr’ore a disposizione di Nepomniachtchi per azzerare ogni pensiero negativo e riacquistare quella convinzione necessaria per mettere in difficoltà il numero uno del mondo. Carlsen è un po’ come Haaland, l’attaccante del Borussia Dortmund, norvegese anche lui, che ha incontrato il mese scorso in Germania durante un match di Bundesliga. “Cosa ci accomuna?” disse allora a domanda specifica, “beh, quando ci capita l’occasione siamo entrambi implacabili”. Difficile dargli torto, chiedere a Nepomniachtchi per ulteriore conferma. 

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