MILANO – Nessun accordo tra Marco Fassone e il Milan. Prosegue dunque la causa che l’ex amministratore delegato rossonero ha intentato causa alla società, accusata di licenziamento ritorsivo. Dopo l’udienza di oggi al Tribunale del Lavoro di Milano, è emerso come le parti non abbiano raggiunto un accordo, così il giudice Luigi Pazienza ha fissato una nuova udienza per il prossimo 21 febbraio.

IL PROCEDIMENTO – Fassone chiede di annullare il provvedimento con cui la nuova società, con la presidenza di Paolo Scaroni e la proprietà passata al fondo Elliott, l’ha sollevato dall’incarico alla fine della scorsa stagione. Il giudice aveva aggiornato il procedimento il 19 dicembre 2018 per consentire alle parti, il Milan rappresentato dal legale Claudio Morpurgo e Fassone assistito dall’avvocato Francesco Rotondi, di instaurare una trattativa e arrivare ad un accordo extragiudiziale. In queste settimane, però, non è stata trovata l’intesa. Le parti sarebbero ancora molto distanti e si starebbero muovendo nel massimo riserbo, probabilmente anche per valutare eventuali ipotesi di accordi formulate dal Tribunale, prima che si entri davvero nel merito della causa.

CHE SUCCEDE ORA – Nel suo ricorso Fassone ha spiegato di aver rifiutato la proposta di un conguaglio di 2,5 milioni di euro per lasciare il posto alla nuova dirigenza, e di essere stato licenziato dopo quel rifiuto. Da lì, la causa che prevede una richiesta di risarcimento di 30 milioni. Se la richiesta fosse accolta dal giudice del Tribunale del Lavoro di Milano, i rossoneri potrebbero essere anche obbligati a reintegrare Fassone nell’organigramma societario.