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“La teoria gender come il bullismo”: la Liguria avrà sportelli contro la diffusione

Nov 11, 2016

La teoria gender come il bullismo. L’omosessualità tratta alla stregua del vandalismo.

Con le critiche del centrosinistra e del M5S, la maggioranza di centrodestra del Consiglio regionale della Liguria ha impegnato la giunta Toti a fare aprire sportelli dedicati alle famiglie per segnalazioni o richieste di spiegazioni riguardanti, tra l’altro, la eventuale promozione di teorie gender nelle scuole. Come ha evidenziato il promotore, il capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, la Liguria segue l’esempio della Lombardia.

Dal centrodestra che ha nelle sue fila un consigliere, il leghista De Paoli, indagato per frasi omofobe (“Avessi un figlio gay gli darei fuoco”) non c’era forse da aspettarsi una presa di posizione diversa. Ma la decisione della giunta Toti solleva un mare di polemiche.

“Torniamo nel medioevo – ha detto la capogruppo del Pd Raffaella Paita -. L’idea di fare uno sportello per le famiglie che metta insieme temi come bullismo, violenza e teorie gender è gravissimo. Il ministero ha già precisato che non esistono insegnamenti simili nelle scuole”. Sulla stessa linea M5S e Liguria a Sinistra.

Rosso ha detto che lo “sportello è aperto a segnalazioni e richieste di supporto da parte dei comitati di genitori per denunciare episodi prevalentemente in ambiente scolastico di bullismo, razzismo, vandalismo, droga ma anche di promozione delle teorie gender”. “Un baluardo – ha detto – contro le eventuali minacce al corretto sviluppo della personalità dei figli” e contro “proselitismi di teorie gender, da parte di soggetti preposti alla formazione dei ragazzi”.

I Comitati Arcigay della Liguria (Genova, Savona e Imperia) esprimono il loro “massimo disappunto per un atto ignobile che intende armare una lotta contro un fenomeno fantasma, cioè qualcosa che non esiste. La propaganda “anti gender” non ha vittime né carnefici, è una strategia che ha il solo scopo di denigrare il lavoro quotidiano di associazioni che portano nelle scuole la lotta al bullismo e alle discriminazioni. Non è ammissibile che la Regione Liguria spenda risorse pubbliche no per corrispondere ai bisogni delle persone e alle tante emergenze, bensì per corrispondere alla strategia di consenso delle destre e di chi su questi fantasmi costruisce carriere politiche. A proposito di bisogni e emergenze, ricordiamo che nel 2009 la Regione ha approvato una legge importante che promuove la lotta alle discriminazioni

per orientamento sessuale e identità di genere. Ci preme sottolineare che proprio quella Legge (n. 52/2009) prevede un finanziamento per la formazione contro le discriminazioni: quei soldi ad oggi non sono ancora stati impegnati in attività concrete. È auspicabile che l’ente dia corso a ciò che è legge, e perciò è esigibile dalla comunità, piuttosto che mettersi al servizio della propaganda”.

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