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Tanti tiri, pochi gol: il limite del Bari

Ott 10, 2016

di Tullio Calzone

martedì 11 ottobre 2016 01:26

Comunque la metti, è sempre e solo una questione di gol. Lo sa bene Fabio Pecchia che vola in classifica e bracca la capolista, complice il blitz a Cittadella del sorprendente Frosinone di Pasquale Marino, ancora indecifrabile, eppure pronto a compiere il definitivo salto di qualità dopo aver archiviato qualche contraddizione tattica soprattutto rispetto alla mentalità maturata dalla sua squadra in passato. Ma a spingere il Verona sono principalmente gli 8 gol del capocannoniere Giampaolo Pazzini, uno che sotto porta sa da sempre come si fa. Il ritmo del cecchino di Pescia è impressionante: 8 reti in 5 presenze in campionato! Per trovare un realizzatore della sua stessa efficacia, bisogna tornare indietro nel tempo addirittura di 15 anni, stagione 2001/02, Stefan Schwoch, con la maglia del Vicenza, aveva timbrato gli stessi 8 cartellini dell’attaccante dell’Hellas nelle prime 8 giornate del torneo di B.

FACILE SE C’E’ IL GIOCO. Tutto facile, ovviamente, quando arrivi al tiro attraverso la costruzione e proponendo sistematicamente gioco con facilità. La compagine di Pecchia è quella che tira di più nello specchio della porta in assoluto tra le 22 cadette: già 49 conclusioni andate a bersaglio su 79 tiri complessivi. Rispetto a quest’ultimo dato sensibilmente meglio hanno fatto il Novara (88 tiri totali e 43 nello specchio della porta), Bari (84/38) e Benevento (80/43). I sanniti di Marco Baroni, per giunta, hanno anche il terzo miglior attacco della campionato attualmente e possono vantare un dato molto importante che riguarda gli uomini mandati a bersaglio: come gli scaligeri hanno segnato già ben 9 giallorossi, l’ultimo marcatore è stato Lucioni nello sfortunato derby all’Arechi contro la Salernitana che pure ha messo in evidenza la forza e l’orgoglio di questa squadra sotto di due reti eppure capace di lottare per raggiungere un meritato pari sfuggito d’un soffio.

IL CASO BARI. Rischia di diventare un caso, invece, il Bari di Stellone. Resettato il recente passato e gestioni tecniche abbastanza contraddittorie tra di loro, il nuovo corso ha trovato anche altri interpreti, non riuscendo a ripetere una certa concretezza offensiva che nell’ultima parte della scorsa stagione aveva spinto i biancorossi sino ai play off con Camplone in panchina e Rosina tra le linee. In questa stagione la squadra pugliese fuori casa ha mostrato personalità, ma le imprecisioni soprattutto al San Nicola sono state tante e incredibili. Cosicché all’Astronave, finora, marziani non ne sono stati avvistati. Ma la gente ha saputo sottolineare la generosità con cui anche contro la brillante Entella di Breda la squadra ha continuato a costruire buone opportunità, puntualmente vanificate da approssimazioni negli ultimi metri. Servirà il vero Maniero, al momento frenato da fastidi muscolari, per rendere più concrete le prove dei baresi, che segnano però con il contagocce rispetto alle volte che la squadra arriva al tiro e centra lo specchio della porta. Un rendiconto che vede il Bari (con 84 conclusioni) alle spalle del solo Novara (primo con 88 tiri totali) ma con appena 6 reti all’attivo, peraltro griffate da due soli calciatori: Maniero (4, con 3 rigori) e Brienza (2).

EQUAZIONE. Insomma, tanto rumore per nulla anche perché l’equazione tra gol fatti e occasioni prodotte mette i baresi in compagnia di squadre che almeno per ora occupano le ultime posizioni di classifica: Trapani, Vicenza, Avellino, Ternana e Ascoli. Con una sola eccezione: il Pisa di Rino Gattuso che con 5 gol all’attivo ha messo assieme addirittura ben 12 punti in 8 giornate di campionato. Ma questa è un’altra storia!

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