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La raffineria Esso di Augusta venduta agli algerini di Sonatrach, i sindacati insorgono

Mag 9, 2018

La notizia rimbalza dalla Francia dopo un comunicato della società petrolifera pubblica Algerina Sonatrach e viene poi confermata dalla Esso Italia. Gli americani vendono agli algerini la raffineria di Augusta e i depositi di carburante di Augusta, Palermo e Napoli e relativi oleodotti. Una notizia che ha sicuramente preso di sorpresa i sindacati e le autorità locali: Ma pare che anche a Roma in pochi sapessero dell’affare che sarà perfezionato entro l’anno, secondo quanto dichiarato dalle due società.

Sonatrach ha registrato un fatturato di 33 miliardi di dollari nel 2017. La produzione di petrolio ha raggiunto 1,2 milioni di barili al giorno. Quella del gas 135 miliardi di metri cubi. Il gruppo impiega 120.000 persone.

Il nome della Sonatrach non è nuovo alle cronache, risulta parte lesa nel processo in corso a Milano sulle tangenti Eni in Algeria ma contemporaneamente ha di recente firmato accordi di collaborazione con Eni Versalis che ha un sito produttivo proprio a Priolo vicino ad Augusta, sito rimasto in mano a Versalis dopo il fallimento della controversa trattativa di vendita di Versalis al fondo americano Sk Capital. Lo stabilimento ceduto da Esso è fra i tre siti di Augusta finiti sotto sequestro da parte della procura di Siracusa nel luglio dello scorso anno per inquinamento ambientale.

“La decisione è frutto di un’approfondita e attenta valutazione”, ha dichiarato Gianni Murano, presidente e amministratore delegato della Esso Italiana. “Il nostro impegno in Italia, dove operiamo da oltre 125 anni, non viene affatto meno. La Esso Italiana e le società del Gruppo continueranno a servire il mercato e i propri clienti”. “La Esso Italiana e le società del Gruppo ExxonMobil – riferisce un comunicato – sottoscriveranno con Sonatrach anche contratti pluriennali di natura commerciale e tecnologica relativi alla fornitura di prodotti petroliferi, ad attività operative e di sviluppo e all’utilizzo dei depositi carburante di Augusta, Palermo e Napoli. L’accordo non ha riflessi sulle stazioni di servizio a marchio Esso, sui clienti, distributors e grossisti carburanti e lubrificanti, nè su altre attività del Gruppo ExxonMobil in Italia”.

“Sonatrach è estremamente orgogliosa di effettuare in Italia, in particolare ad Augusta, il suo primo investimento internazionale nel settore della raffinazione”, ha affermato Abdelmoumen Ould Kaddour, chairman e ceo di Sonatrach. “Ci impegniamo a mantenere i livelli occupazionali, la continuità gestionale, l’eccellenza operativa e gli elevati standard in materia di salute, sicurezza e ambiente. Il nostro obiettivo è una presenza di lungo termine, nell’ottica della sicurezza e dell’impegno per un dialogo costruttivo con la forza lavoro, le autorità e le comunità”.

“La Esso Italiana – prosegue la nota – collaborerà con Sonatrach per assicurare una gestione attenta della transizione, con particolare riferimento al personale, alla sicurezza, alle relazioni con le comunità locali e alla tutela dell’ambiente. Nel corso della transizione la Esso Italiana continuerà ad assicurare una costante attenzione alla sicurezza e all’efficienza delle operazioni, e a garantire il rispetto degli impegni assunti con le autorità”.

“Il perfezionamento del trasferimento del ramo d’azienda – chiariscono Esso e Sonatrach – è subordinato a una serie di condizioni e vincoli di legge applicabili, inclusi il completamento del processo di informazione e consultazione con le rappresentanze sindacali e l’approvazione della competente Autorità Antitrust. La cessione è prevista entro la fine del 2018. In accordo con la normativa vigente in materia di cessione di ramo d’azienda, è previsto che il contratto di impiego di circa 660 dipendenti della Esso Italiana venga trasferito all’acquirente”.

Ma i sindacati rispondo in modo durissimo: stato di agitazione e blocco dello straordinario, e un ciclo di assemblee nella raffineria. E’ la reazione dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Siracusa, rispettivamente Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò alla vendita della raffineria Esso di Augusta. “A distanza di tre anni dalla vicenda Sk Capital, la zona industriale di Siracusa potrebbe ripiombare nuovamente in quella condizione che tenne molti lavoratori col fiato sospeso per parecchi mesi. – prosegue – Come sindacato territoriale riteniamo prematuro esprimere qualsiasi giudizio sull’opportunità di carattere industriale e strategico di questa operazione. Invece stigmatizziamo il comportamento dei dirigenti aziendali sull’eccesso di riservatezza di tutta questa operazione, che proprio per le modalità con cui è stata condotta, risulta sospetta”.

Una decisione “deprecabile”, commentano insieme le segreterie nazionali di Filctem, Femca e Uiltec. “Inaccettabile”, è il termine usato da Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil e Paolo Pirani, segretario generale Uiltec. Per i sindacalisti, la vicenda – che coinvolge oltre 700 lavoratori diretti e più di 900 dell’indotto – dimostra la necessità di regole che “impediscano alle multinazionali di assumere unilateralmente decisioni dalle gravi ripercussioni sociali”. Secondo la Uil, inoltre, la decisione di Esso, presa senza consultare sindacati e istituzioni, “vanifica anni di relazioni sindacali corrette”. Dello stesso parere il segretario generale della Filctem-Cgil Sicilia, Giuseppe D’Aquila, che spiega come tutto sia “stato fatto in gran segreto” e la notizia sia stata “un fulmine a ciel sereno”. Il rammarico del sindacalista è per una raffineria “con oltre 60 anni di storia” con la quale Esso “non può permettersi di fare trading”. D’Aquila preannuncia una fase di confronto e poi di mobilitazione, se sarà necessario, “e probabilmente lo sarà”. I sindacati, intanto, hanno inviato una richiesta di incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico e proclamato lo stato di agitazione con sospensione di ogni prestazione straordinaria, oltre a un ciclo di assemblee con i lavoratori entro il prossimo venerdì.

“Esprimo preoccupazione per il silenzio che finora ha circondato la trattativa che sarebbe in corso fra la Esso e una presunta società algerina per la vendita della Raffineria di Augusta”. Aggiunge Stefania Prestigiacomo di Forza Italia. “L’impianto fa parte della storia industriale della

Sicilia e rappresenta un insediamento produttivo di primaria importanza per il territorio – aggiunge – Il fatto che una sua cessione, sia pure trattandosi di una compravendita fra privati, possa avvenire a totale insaputa delle istituzioni nazionali e locali mi lascia perplessa. Ho cercato stamani il ministro Calenda per sapere se a livello governativo la notizia era nota e il Ministero dell’Ambiente. Parimenti all’oscuro della trattativa sembra essere il territorio e la Regione”.

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