• 16 Maggio 2024 11:52

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La misteriosa morte dei fidanzatini di Policoro, un giallo che dura 36 anni

Mar 23, 2024

AGI – “Caro Luca, infinito ed eterno amore della mia vita, purtroppo dopo 36 anni di lotta per una giustizia giusta, non ho niente da offrirti di nuovo se non la bruttura della sesta chiusura del caso”. Inizia così la lettera che Olimpia Fuina Orioli ha scritto in occasione del 36esimo anniversario della morte di suo figlio, Luca Orioli, e di Marirosa Andreotta, studenti ventenni trovati senza vita nel bagno dell’abitazione di lei a Policoro (Matera) nel 1988. Ufficialmente la coppia è morta folgorata da una scarica elettrica, ma secondo alcune testimonianze i corpi presentavano evidenti segni di colluttazione.

“Sulla vicenda non è mai stata fatta chiarezza nonostante siano molti gli elementi che discosterebbero il racconto dalla morte dei giovani per un incidente causato da una stufa in bagno. Un caso che ancora scotta molto fra le mani di tutti coloro che hanno impunemente cancellato e affossato la verità – scrive la donna – legalizzando l’illegalizzabile per via dell’impunità di cui godono giudici, principi del foro e azzeccagarbugli ammanicati, favoriti anche da una fitta rete di omertà, premiata dal sistema dilagante che sta mandando il mondo, la vita ed i Valori, al macero. E’ troppo grande il compito affidatomi da questo dolore che, per essere vincente avrebbe dovuto avere un esercito numeroso e valoroso a gridare il diritto alla verità e giustizia”.

Per Olimpia Fuina “siamo in uno Stato assente e inefficiente dove contano unicamente poltrone, potere e denaro senza diritti paritari e senza i propri doveri. Sono troppo potenti e interrelati e a nulla è servito, il pianto, il grido, il silenzio, la preghiera e la mia strenua lotta. I morti sono due e a combattere sono da sola. Prenditi tu cura di me e di tutti coloro che continuano a ucciderti col silenzio e con l’indifferenza. Dio abbia pietà di tutti e venga la sua poderosa mano a fare giustizia sulla terra. Avrei tanto voluto darti qualche buona nuova, ma di nuovo c’è il risveglio più allargato di coscienze che, avendo compreso che non basta commuoversi ma occorre muoversi, stanno cercando di trovare dentro la forma e la forza – aggiunge la mamma di Luca – per vincere insieme al posto di chi non lotta e anzi ha cancellato quella verità che non può volere. Un abbraccio fortissimo amato mio Luca. Mi conforta l’idea che si stia accorciando il tempo che ci separa. Sei nel mio grembo mia forza e mia vita, mio pianto e sorriso, mio sogno immortale e mia fervente preghiera. A te io devo la mia vita risorta dal male che mi attanaglia impietosamente – conclude – in una morsa feroce da un tempo infinito senza speranza”.

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