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La Fed in versione colomba spinge i mercati. Spread ai minimi da 9 mesi

Giu 20, 2019

MILANO – Ore 10.15. Le mosse ma soprattutto le parole della Fed, che ieri pur mantenendo invariati i tassi di interesse ha aperto alla possibilità di prossimi tagli del costo del denaro, danno fiato alle Borse. In Europa Milano sale dello 0,83%, Londra dello 0,17%, Francoforte cresce dello 0,66% e Parigi dello 0,44%, in Asia tutti i listini hanno registrato sedute tutte a segno più, con acquisti in particolare su Shanghai e Shenzen, mentre Tokyo ha chiuso a +0,6% sostenuta anche dalle decisioni della Bank of Japan di mantenere invariata la propria politica monetaria.

L’euro torna a raffoprzarsi sul mercato dopo l’intervento della Fed e passa di mano a 1,1276. Sale però anche lo yen con la moneta unica a 121,29.Forte calo per lo spread, che scende a 233 punti, ai minimi da oltre nove mesi, con il rendimento del titolo decennale al 2,03%.

Giornata povera sul fronte dei dati macro. La Bce ha diffuso il bollettno con le stime Bce già annunciate da Mario Draghi all’inizio del mese, con il Pil nell’Eurozona rivisto al rialzo a +1,2% nel 2019 (da +1,1%) e al ribasso a +1,4% (da1,6%). Dall’Eurotower è arrivato anche un segnale di allarme sui nostri titoli. “Il differenziale sul debito dell’Italia è rimasto volatile ed elevato rispetto ai livelli osservati prima delle elezioni del 2018, e nel periodo in rassegna (dal 7 marzo al 5 giugno 2019, ndr), è aumentato di 33 punti base, raggiungendo i 2,38 punti percentuali”. Francoforte nel suo testo evidenzia che “nel periodo in rassegna, i rendimenti a lungo termine, nell’area dell’euro e negli Stati Uniti, hanno proseguito il percorso discendente intrapreso alla fine del 2018”. Nel pomeriggio dagli Usa arriverà l’aggiornamento settiminale sulle richieste di sussidi, tradizionale termometro del mercato del lavoro.

Risale il prezzo del petrolio in attesa della prossima riunione dell’Opec, fissata per l’1-2 luglio, che potrebbe fissare nuovi taglia alla produzione: i contratti sul greggio Wti con scadenza a luglio passano di mano a 54,4 dollari con un aumento di 68 centesimi. Il Brent ne guadagna 83 e arriva a 62,65 dollari al barile. Le parole della Fed fanno volare anche l’oro: il lingotto schizza a 1.394 dollari, ai massimi da quasi un anno e mezzo.

La Fed in versione colomba spinge i mercati. Spread ai minimi da 9 mesi

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