Un doppio appuntamento, nelle stesse ore ma per motivi opposti. Oggi è il giorno della prova di forza sovranista del vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini con il comizio in piazza Duomo, ma anche quello della protesta di quella Milano che ha deciso, con un corteo, striscioni e inizative ironiche, di lanciare un messaggio opposto a quello del leader leghista: “No ai muri, sì ai porti aperti”.
Il comizio di Salvini in piazza Duomo
L’obiettivo di Salvini è di portare in piazza Duomo a Milano – dove per le elezioni politiche del 2018 aveva inscenato un giuramento sul Vangelo con rosario in mano – 100mila persone. I leghisti partiranno alle 15.30 da Porta Venezia e poi, lungo San Babila e piazza Scala, arriveranno sotto il mega palco dove saliranno con il vicepremier altri 11 capi dei partiti dell’ultradestra europea. Anticipo in mattinata in piazza Repubblica, dove Marine Le Pen terrà una conferenza stampa nell’albergo dove alloggia.
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Il contro-corteo di Milano e gli striscioni
Ma c’è una Milano che ha deciso di dare un benvenuto diverso al leader leghista e ai suoi sodali d’Europa: e quindi con il tam tam che dura da giorni, ecco le ‘Balconiadi’, la parata di striscioni contro Salvini, e il Gran galà del futuro alle 14 in piazza del Cannone, con le associazioni antifasciste e antirazziste pronte a dire no all’Europa dei muri. Il contro-corteo – organizzato da Non una di meno, Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale, Centro sociale Cantiere e movimenti e associazioni dell’intera sinistra milanese – sfilerà verso piazzale Cadorna, via Carducci e la circonvallazione interna fino ai giardini della Guastalla.
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Striscioni e balconi: così la città si prepara a fermare l’onda nera
di GIAMPAOLO VISETTI
Ma c’è anche un altro appuntamento politico che si incrocia con questi: il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, parlerà in piazza San Carlo dalle 17. E anche per questo l’organizzazione della sicurezza in città sarà affidata a seicento poliziotti, carabinieri, finanzieri e agenti di polizia locale. Salvini ieri ha detto parlando delle contestazioni: “Basta che stiano tranquilli e non aggrediscano i poliziotti, ognuno può fare quello che vuole “. L’obiettivo della questura è di vigilare solo su messaggi provocatori, che potrebbero innescare reazioni verbali dei militanti leghisti o dello stesso Salvini, dal palco – è successo in comizi recenti – e una spirale che nessuno si augura. La linea è quella di intervenire per la rimozione solo in casi estremi o di rischio concreto per l’ordine pubblico, tralasciando il resto delle proteste.