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Jill: “Io, diventata donna grazie all’anagrafe e non alla chirurgia”

Dic 18, 2016

PALERMO – Nel piccolo centro della provincia di Ragusa dove negli anni bui della derisione e della solitudine l’apostrofavano gridandole dietro “finocchio”, ora la guardano con rispetto. “Ero nella gabbia dei leoni e me li sono mangiati tutti”. Sorride finalmente Jill (questo il nome che ha scelto per la sua nuova vita al femminile) e si gode la vittoria. Il tribunale di Ragusa ha ordinato il cambio del sesso all’anagrafe e autorizzato il trattamento medico chirurgico per l’adeguamento dei caratteri sessuali da maschili a femminili, ma senza subordinare il primo al secondo. Dunque il 27enne, che si sente imprigionato nel suo corpo da uomo, potrà cambiare genere sui documenti a prescindere dall’intervento chirurgico. “È questo il carattere innovativo della sentenza – sottolinea l’avvocato Nunzio Citrella – l’aver sancito la prevalenza della psiche sul soma”.

Niente foto e niente interviste tv. “Nessun voyeurismo, non voglio sollevare il caso della donna con il pene. Se accetto di parlare con voi è perché mi preme lanciare un messaggio e condividere questo momento”.

“Ai tanti che soffrono quello che ho sofferto io finora voglio dire che c’è il modo di uscire dal tunnel. Voglio che si sappia che si può vincere questa battaglia di civiltà e imboccare una strada maestra e più corta per vedere riconosciuta la propria identità sessuale”.

Jill, ma lei vuole anche affrontare l’intervento chirurgico?

“Assolutamente sì, diversamente non avrei chiesto l’autorizzazione. Ma arrivarci non è facile. Sa in questi anni quante notti ho passato al computer consultando siti alla ricerca dell’iter per il cambiamento di genere? E tutti, spesso anche ciarlatani, indicano percorsi lunghi dieci anni che passano comunque da un intervento chirurgico che tanti, come me, non hanno la disponibilità economica per permettersi”.

Adesso, invece, questa sentenza le apre la strada verso un intervento a carico del Servizio sanitario nazionale.

” Sì: il giudice mi ha riconosciuto la “disforia di genere”, cioè un disturbo in cui una persona ha una forte identificazione nel sesso opposto a quello biologico. Quindi potrò farmi costruire il seno e cambiare gli organi genitali in regime di convenzione”.

Jill, come si vede oggi? Com’è stata la sua vita fino ad ora e come la immagina adesso?

“Io sono una donna a tutti gli effetti, mi sono sempre sentita così, ma nell’ambiente in cui vivo sono stata costretta a subire di tutto. A scuola ero la vittima preferita dei bulli. Non potrò mai dimenticare il giorno in cui, quando un professore disse in classe di dividerci tra maschi e femmine, io rimasi al centro. Pensi che ho preso la patente ma non ho mai guidato per paura che mi fermassero, mi chiedessero i documenti e venisse fuori il mio nome maschile. Sono disoccupata, ma adesso voglio inserire la donna che sono nel mondo del lavoro. Per fortuna ho la famiglia dalla mia parte. I miei genitori, mia sorella sono venuti in tribunale a testimoniare il mio percorso”.

Ha ancora un sogno?

“Sì, completare il mio percorso. Andrò fino in fondo per fare di me quella che sono: una donna cui piacciono gli uomini”.

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