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Interrogata la nonna hater che insultava Mattarella su Facebook: “Contagiata dal clima, voglio chiedergli scusa”

Nov 9, 2019

Nella stanza del magistrato che la interrogava, alla procura di Palermo, è scoppiata in lacrime: “La supplico, deve aiutarmi a chiedere scusa al presidente Mattarella. Ditemi come devo fare, mi butto in ginocchio”. Eleonora Elvira Zanrosso, 68 anni, una distinta signora appena arrivata da Bologna con il suo avvocato, ha continuato a macinare parole: “Non dormo più la notte da quando mi sono resa conto di cosa ho fatto, non dovevo insultare in quel modo su Facebook il capo dello Stato”. Il pubblico ministero Gery Ferrara le chiede: “Perché l’ha fatto?”. Risposta, a verbale: “Era un periodo molto caldo, in cui gli animi erano surriscaldati da alcuni parlamentari dei Cinque Stelle di cui ero simpatizzante. Mi sono lasciata contagiare stupidamente da questi fatti. Io che sono madre, nonna, amante della pittura e degli animali”.

Era il maggio del 2018, il presidente Mattarella aveva respinto la nomina come ministro dell’Economia di Paolo Savona, la signora Zanrosso scriveva: “Ti hanno ammazzato il fratello, cazzo… non ti basta?”. E così è finita indagata, insieme ad altri otto “odiatori” del web, per attentato alla libertà, offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica, ma anche per istigazione a delinquere.

Ora, l’inchiesta è chiusa, i nove indagati vanno verso il processo, rischiano fino a 15 anni di carcere. Ma l’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella è tutt’altro che finita: ci sono altri trenta hater nel mirino della Digos, è già partita una richiesta d’informazioni alle autorità americane, per identificare i profili social che in questi mesi si sono distinti per offese pesanti al capo dello Stato.

Gli odiatori hanno dai 30 ai 74 anni, abitano da Nord a Sud. Ma, al momento, solo Eleonora Zanrosso ha avuto il coraggio di confessare e chiedere scusa. Nel suo interrogatorio ha ricordato che in quel periodo “c’era Grillo che gridava da una parte, Di Battista dall’altra. Dicevano: “Prepariamoci a scendere in piazza. Buttiamo giù tutto il governo”. Era davvero un tam tam tremendo”.

La signora ha ammesso: “Uno tante volte non legge neanche i commenti sopra, vede il post pubblicato e si lancia con il commento”. Dopo quel messaggio offensivo e l’avvio dell’inchiesta, è finita lei nel mirino del Web, con altri messaggi pesanti. “Mi hanno uccisa – dice – Alla mia età ho capito veramente che cos’è la gogna mediatica”. Una storia emblematica, questa. La nonna bolognese che risiede nell’elegante quartiere Savena ha dovuto chiudere il suo account Facebook.

“Ho quasi 70 anni, faccio parte di quella generazione che non è certo composta da geni della tastiera, ho la terza media, sono istintiva. È stata la mia inesperienza, eravamo tutti su di giri in quel momento”. E racconta al magistrato di aver preso solo tre multe nella sua vita di viaggiatrice che utilizza molto l’auto: “Ecco tutto il mio rapporto con la legge”.

Adesso, Eleonora Zanrosso definisce “una bestialità” la frase scritta quel giorno. Si rammarica, piange ancora. “Io li ho vissuti gli anni Ottanta, so chi era Piersanti Mattarella, il fratello del capo dello Stato”. Era il presidente della Regione che voleva cambiare la Sicilia e la politica, per questo fu assassinato dalla mafia il giorno dell’Epifania del 1980.

“Voglio andare dal presidente – ha continuato a ripetere nonna Eleonora uscendo dalla procura – Voglio chiedergli scusa”.

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