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Impeachment Trump, cade la prima testa: si dimette Kurt Volker, l’inviato Usa in Ucraina. Mise in contatto Giuliani con Zelensky – la Repubblica

Set 28, 2019

Cade la prima testa nell’Ucrainagate. Kurt Volker, l’inviato speciale Usa in Ucraina, si è dimesso un giorno dopo la diffusione della denuncia di uno 007-talpa sulla telefonata in cui il presidente americano Donald Trump – nei cui confronti è stato chiesto l’impeachment – chiese a quello ucraino Volodymyr Zelenskyj di indagare padre e figlio Biden (Joe e Hunter). E, poi, sul tentativo di insabbiarla.

Il Dipartimento di Stato Usa ieri aveva confermato che Volker mise in contatto Rudy Giuliani, l’avvocato personale di Trump anch’egli al centro dell’Ucrainagate, con un alto collaboratore del leader ucraino Zelensky “su richiesta del consigliere presidenziale Andriy Yermak“. Ma precisando che il legale “non parlava per conto del governo Usa”. In una intervista a Sky News, Giuliani ha poi affermato che “vorrebbe testimoniare” al Congresso Usa, aggiungendo che il capo della Casa Bianca “non ha fatto proprio niente di sbagliato”.

IL TESTO DELLA TELEFONATA TRUMP-ZELENSKY

In un’intervista alla Cnn, Giuliani aveva fornito la sua versione spiegando che il 19 luglio scorso Volker lo contattò a proposito del fatto che avrebbe dovuto mettersi in contatto con uno dei principali consiglieri di Zelensky, Yermak: secondo il racconto dell’avvocato di Trump alla Cnn, dopo almeno due telefonate fra Giuliani e Yermak, i due si incontrarono a Madrid il 1° agosto e Giuliani condivise tutti i dettagli di quelle conversazioni con il dipartimento di Stato, e in particolare con Volker.


Volker mise in contatto Giuliani con Zelensky

Giuliani aveva spiegato poi che Volker lo informò che la telefonata del 25 luglio fra Zelensky e Trump, ora al centro dell’indagine formale di impeachment, era andata bene. In una dichiarazione dello scorso 23 agosto, il dipartimento di Stato Usa ha riconosciuto che Volker mise il consigliere di Zelensky, Andriy Yermak, in diretto contatto con Giuliani, ma aveva ribadito che “Giuliani è un cittadino privato e agisce come avvocato del presidente Trump” e “non parla per conto del governo Usa”.

I presidenti di tre commissioni della Camera hanno emesso un mandato perché il segretario di stato Mike Pompeo fornisca al Congresso entro il 4 ottobre i documenti relativi all’interazione di Trump con Zelensky nell’ambito dell’ indagine di impeachment sul presidente. Tra il 2 e il 10 ottobre invece sono state fissate le deposizioni di cinque dirigenti del dipartimento di Stato, tra cui Volker.

A questo proposito Giuliani ha dichiarato che non testimonierà al Congresso nell’indagine di impeachment senza consultarsi con il Tycoon e ha sostenuto che il suo lavoro dovrebbe essere protetto dal privilegio che tutela i rapporti tra avvocato e cliente.

“Alla fine, se io fossi per il sì e lui per il no, non potrei testimoniare”, ha detto, precisando di non aver parlato col presidente Usa della possibilità di una sua testimonianza.


Giuliani non farà lo speaker a pagamento in evento finanziato dal Cremlino

Giuliani ha deciso intanto di rinunciare alla partecipazione come speaker a pagamento ad un evento in Armenia sponsorizzato dal Cremlino. Lo ha fatto sapere sia al New York Times e sia alla Cnn dopo la notizia, riportata dal Washington Post, sulla sua presenza alla conferenza alla quale è prevista la partecipazione anche del presidente russo Vladimir Putin.

Trump chiede a capo lobby armi aiuto per difesa impeachment

Il presidente Trump ha incontrato Wayne LaPierre, il capo della National Rifle Association (Nra), la potente lobby delle armi americana, per discutere di possibili finanziamenti da destinare alla sua difesa dall’impeachment. Lo riporta il New York Times segnalando che Trump dovrebbe, in cambio, opporsi ad ogni legge sul controllo delle armi.

Cnn: in registri separati anche telefonate con Putin

La Casa Bianca avrebbe “nascosto” in registri separati anche le trascrizioni delle telefonate del presidente Trump con il presidente russo Putin e il principe coronato saudita Mohammed bin Salman (Mbs). Lo riporta la Cnn, precisando che, per quanto riguarda Mbs, la telefonata sarebbe avvenuta dopo l’omicidio del giornalista saudita dissidente Jamal Khashoggi che l’intelligence americana ha attribuito a Riad.

La Casa Bianca, nello stesso modo, aveva limitato l’accesso alla trascrizione della telefonata tra Trump e il presidente ucraino Zelensky al centro dell’inchiesta sul possibile impeachment dell’inquilino della Casa Bianca.

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