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Il violino italiano con seta di ragno stupisce il mondo

Nov 8, 2016

Acustica e ingegneria dei materiali si fondono nel progetto dell’italiano Luca Alessandrini, che si è aggiudicato un premio da 10mila sterline con il prototipo di un violino realizzato in seta e seta di ragno. Costruito con la consulenza dei liutai di Cremona e testato da uno dei più celebri violinisti al mondo, non solo funziona ma ha anche una resa armonica eccellente. Per capire meglio di che cosa si tratta e com’è fatto abbiamo intervistato Alessandro, mentre si trovava a Londra dove ha appena concluso il suo master biennale del Royal College of Art e Imperial College in Innovation Design Engeneering.

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Di progetti che chiamano in causa violini e seta di ragno si è già parlato in passato

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini“Sì era un progetto giapponese, ma io ho usato della seta e della seta di ragno non per fare delle corde (solo le corde è troppo facile) ma proprio per il corpo del violino. Ho usato un materiale a base di seta, con della seta di ragno nel caso del mio secondo prototipo, che ha delle proprietà acustiche non indifferenti. Adesso sto collaborando con alcuni dei nomi più grandi del violino compresa la Royal Accademy of Music, che è il quinto conservatorio al mondo”.

Come ti è venuta l’idea di andare oltre la corda del violino?

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini“È un progetto di laurea e l’idea di partenza era di lavorare con i biomateriali in quanto classe di materiali con delle specifiche proprietà quali essere biodegradabili, biocompatibili, spesso anche sostenibili, e che non hanno applicazioni nel mondo del design.

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Ho voluto concentrarmi sull’acustica dei materiali in quanto è un settore che commercialmente non sta ricevendo innovazione da decenni. La cosa più eclatante è che si usa ancora la fibra di carbonio degli anni ’70; e per fare le casse si usa ancora il truciolare, un materiale assolutamente non sostenibile, pesante e nemmeno realmente performante, ma costa poco. Il materiale che è considerato il migliore è il multistrato, che è ancora peggio perché è molto costoso, molto pesante e non performante perché realizzato con materiali di cui non è possibile controllare la struttura interna nel dettaglio e ottimizzarla.

Quindi c’era spazio per l’innovazione. Il violino è stato un po’ una provocazione, il più iconico, con un’enorme cultura dietro, e soprattutto il più difficile da far suonare. La prova ha funzionato molto bene: ho collaborato con ANLAI (Associazione Nazionale Liuteria Artistica Italiana) e il presidente Gualtiero Nicolini mi ha fatto da ambasciatore presentandomi a una ventina di liutai cremonesi che sono stati più che felici di darmi consigli sui prototipi che gli portavo. Mi aspettavo più tradizionalismo, invece c’è stato molto entusiasmo”.

Come si passa da un materiale morbido come la seta alla cassa di un violino?

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Luca Alessandrini

Luca Alessandrini“Innanzi tutto dietro c’è una grande ricerca. Sono partito dalle bioplastiche e dalle bioresine, e sperimentando mi sono detto che era impossibile non riuscire a trovare un sostituto naturale e più performante del truciolato. Ho fatto esperimenti nel mondo delle fibre, e ho lavorato con tessuti con diverse strutture, alla fine ho trovato questa resina che ho biomodificato personalmente. Con una impregnazione sotto vuoto ho messo la resina con i tessuti in uno stampo e ho tirato fuori la shell rigida che ha le sue proprietà acustiche legate alla forma e al materiale”.

Il suono com’è?

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini“Ho fatto solo due prototipi e il risultato è inaspettato sotto certi punti di vista. Ho avuto la possibilità di far suonare questi due prototipi a uno dei più grandi nomi del violino dei nostri tempi, Peter Sheppard Skærved. In particolare ha visionato il prototipo contenente la seta di ragno (donata dal dipartimento di zoologia della Oxford University dove hanno ragni del Sud Africa, Sud America e Australia, che producono uno dei materiali più resistenti al mondo: 5 volte più forte dell’acciaio, ma molto più elastico) e dopo averci passato diverse ore ha fatto una dedica al progetto, dichiarando che questa è un’opportunità che stava aspettando da anni, che lo strumento ha proprietà molto positive.

Mi ha invitato a tenere delle lezioni di acustica dei materiali alla Royal Accademy of Music. Durante la prima lezione presentavano uno Stardivari ed è stato fatto un confronto suonando lo stesso brano con il mio prototipo e lo Stradivari, con un risultato inaspettato, considerato che il mio era un prodotto di test (nemmeno un prototipo) che non ha la stessa proiezione di suono di uno Stradivari. Ma a livello di ricchezza armonica il suono è superiore”.

In Italia ci sono stati altri appoggi?

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini“Taroni, uno dei più grandi produttori comaschi di seta, mi ha donato moltissima seta con determinate strutture e pesi che mi servivano per il mio progetto”.

Le 10000 sterline di premio che hai vinto a questo punto come saranno investite?

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Luca Alessandrini

Luca Alessandrini“Ho fondato una startup qualche settimana fa e sto sviluppando altri prototipi: delle chitarre, degli speaker, delle casse da tavolo o da hi-fi in modo da avere prove che questo approccio tecnologico che ho brevettato in Italia e questi materiali funzionino e dianpo dei risultati strabilianti”.

Quando questi prodotti diventeranno commerciali quali saranno i livelli di prezzo?

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini“Dal punto di vista manifatturiero questa tecnologia ha diversi approcci e diverse possibilità. È facile basarsi sulla produzione in serie perché si fa uso di stampi, ma la mission è di andare verso prodotti altamente customizzati. Anche verso l’ambiente: per esempio sto lavorando a pannelli ad uso architettonico per acustica ambientale o delle cuffie. Insomma l’applicazione sarà varia per sfruttare le proprietà acustiche dei materiali come non è mai stato fatto prima. Dare dei prezzi adesso è un po’ prematuro”.

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