martedì 12 dicembre 2017 00:19
ROMA – Dopo tante polemiche sullo scandalo, per ora senza alcun risvolto giudiziario, che ha colpito il regista Fausto Brizzi accusato in un’inchiesta delle Iene da una decina di attrici di molestie durante i provini, arriva in sala dal 14 dicembre con la Warner in oltre 500 copie, ‘Poveri ma ricchissimi‘, sequel del campione di incassi Poveri ma ricchi (2016), sempre diretto da Brizzi. Questa volta però non è un remake del film francese Les Tuche, ma un soggetto originale di Brizzi e Marco Martani.
Protagonista sempre la famiglia Tucci, tornata ricca e spietata, tra voglia di indipendentismo e populismo. E oggi, sulla vicenda che ha visto contrapposti il regista e la Warner, scende in campo all’incontro stampa romano (assente Brizzi), Christian De Sica. “Fausto Brizzi – dice – non è qui ma solo per sua scelta. Preferisce comparire quando tutto sarà chiarito“. Una frase che entra, a tutto diritto, nella lunga querelle tra la Major e il regista. Una disputa che ha visto la Warner decidere subito di non avere future collaborazioni con Brizzi e anche di escluderlo dall’attività promozionale del film, come è appunto accaduto.
Ma il nome di Brizzi, scomparso dai trailer, dal sito della major e dai manifesti, compare regolarmente nei titoli di coda di Poveri ma ricchissimi, visto stamani in anteprima stampa, sia in qualità di regista che di co-sceneggiatore e autore del soggetto insieme a Marco Martani. Il film di Brizzi vede il ritorno della sguaiata, rumorosa e appassionata di supplì famiglia Tucci che, di nuovo ricca, decide di rendere indipendente dall’Italia il paese di Torresecca.
Da qui l’acquisto di un castello e la messa in opera di un referendum. E questo per diventare alla fine un Principato autonomo dove tutti i sogni populisti sono realizzabili: ritorno alla lira, niente tasse, libertà di picchiare i vigili ausiliari e abolizione delle indicazioni sui prodotti alimentari.
E mentre Danilo (un De Sica con capigliatura alla Donald Trump) è impegnato a fare il politico, sua moglie Loredana (Lucia Ocone) , ormai first Lady, subisce il fascino di un piacente scrittore (Massimo Ciavarro) e suo cognato Marcello (Enzo Brignano) deve gestire un suocero (Paolo Rossi) appena uscito di galera e l’imminente parto di sua moglie Valentina (Ludovica Comello). Inoltre Danilo scopre di avere una figlia, mentre qualcuno continua a minacciare la ritrovata ricchezza della famiglia Tucci.
Spiega De Sica: “Credo che questo film sia più divertente del precedente anche perché racconta tutti i segreti desideri degli italiani come quello di non pagare le tasse. Non è vero – aggiunge poi – che il cinepanettone è morto, ma casomai è cambiato ed è giusto così perché segue l’Italia e i suoi cambiamenti“. Dello stesso parere Brignano: “Non è affatto morto il cinepanettone , certo non ci sono più mete esotiche e non escono più amanti dall’armadio, ma è ancora un genere che incassa molto in un cinema italiano che ormai langue al botteghino“. E da lui anche una difesa di Brizzi: “Provo un giusto dispiacere per l’assenza di Fausto, è una persona con una grande testa, sia come sceneggiatore che come regista. Spero che si risolva tutto in brevissimo tempo“.