• 7 Maggio 2024 3:14

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Il più giovane scacchista di sempre a vincere il torneo dei Candidati

Apr 22, 2024

AGI – Dommaraju Gukesh, 17 anni, ha vinto il torneo dei Candidati a Toronto, in Canada, diventando ufficialmente lo sfidante al trono di campione del mondo di scacchi su cui è attualmente seduto il cinese Ding Liren. Il giocatore indiano è il più giovane nella storia del gioco a raggiungere questo prestigioso traguardo cancellando il precedente record di Kasparov. Il match, in una data e in una sede ancora da stabilire, è previsto per la fine del 2024 quando Gukesh, nato alla fine di maggio, avrà compiuto 18 anni. La vittoria del nativo di Chennai è arrivata al termine di una lunga maratona, tre settimane di partite e 14 incontri, ma si è risolta al fotofinish, durante l’ultimo turno, con quattro scacchisti in lista per il successo finale. È anche il primo trionfo di uno scacchista della nuova generazione, rappresentata dagli atleti nati nel nuovo millennio, contro la vecchia guardia, nata alla fine del secolo scorso, giunta in Canada consapevole di giocarsi una delle ultime possibilità di conquistare la corona mondiale. Gukesh ha concluso il torneo con 9 punti, staccando di mezza lunghezza gli americani Hikaru Nakamura e Fabiano Caruana e il russo Ian Nepomniachtchi. Piu’ distanziati gli altri due indiani, Praggnanandhaa e Vidit, il franco-iraniano Alireza Firoujza e l’azero Nijat Abasov.

Un finale thrilling

L’ultima giornata del torneo sembra un copione scritto per un film. I quattro contendenti si affrontano in sfide incrociate: Gukesh-Nakamura e Caruana-Nepomniachtchi. In caso di arrivo a pari punti tra più contendenti, il regolamento prevede la disputa di spareggi che sarebbero cominciati nella giornata di lunedì. Al giovanissimo indiano, per assicurarsi un posto ‘ai supplementari’, rubando una metafora calcistica, basta non perdere contro Nakamura, re degli scacchisti-streamer, a cui, invece, serve una vittoria. Il 17enne sceglie una via rischiosa, un’apertura che sorprende l’avversario, per raggiungere velocemente una situazione in cui la patta (il pareggio nel linguaggio scacchistico) sarebbe stata quasi inevitabile. Un finale logico che, nonostante l’impegno di Nakamura per complicare la partita, si rivela tale.

 

Così, improvvisamente, tutta l’attenzione si sposta sull’altra scacchiera dove, invece, la situazione è assai più tesa e nervosa. Caruana, nato a Miami da genitori italiani, e Nepomniachtchi, vincitore delle ultime due edizioni dei Candidati, hanno bisogno di un solo risultato per giocarsi il successo durante gli spareggi con Gukesh: la vittoria. Una patta avrebbe eliminato entrambi e consegnato il torneo all’indiano. Quella tra di loro diventa presto una vera battaglia, senza esclusione di colpi. I due mettono in campo tutte le strategie possibili, squilibrando il gioco e optando per scelte rischiose e vie sconosciute. La vittoria, la sconfitta, il pareggio: tutto diventa plausibile. Caruana è il primo a inciampare: spreca un’enorme chance ‘blunderando’, termine tecnico che sottolinea un grave errore, in posizione di netto vantaggio. Anche il russo, autore di una strenua difesa, rende pan per focaccia, sbagliando a sua volta. Il tutto tra smorfie, gesti di sconforto, sbuffi, sguardi improvvisamente vitrei, in un otto volante di emozioni che perdura per tutte le sei ore di gioco e le 109 mosse della partita. Alla fine i due, stremati e delusi dalla situazione di impasse raggiunta, concordano giocoforza la patta.

 

 

C’è uno scambio di battute che racconta bene la portata della disperazione scaturita dall’esito finale del loro match. Nepomniachtchi, guardando i suoi pezzi e rivolgendosi a Caruana, si scusa: “I’m very sorry”. “Mi dispiace, moltissimo”. L’italo-americano risponde:” My fault”. “Colpa mia”. Poi si alza, raccoglie la giacca, e se ne va. Il russo, invece, si accascia sul tavolino, davanti alla scacchiera, nascondendo il viso tra le braccia. Su di loro cala il sipario. Ed e’ un sipario pesante perche’ entrambi, che possono vantare una carriera costellata di successi, sono consapevoli di aver perso la possibilita’ di giocarsi, dopo altri sacrifici, una nuova chance per diventare campioni del Mondo. Quel sipario, insomma, rischia di non aprirsi più. Caruana, in conferenza stampa, sara’ ancora piu’ duro con se stesso: “I feel like an idiot”. “Mi sento uno stupido”. Un giudizio forse troppo crudele, come crudeli possono essere, a volte, gli scacchi.

 

 

La loro sconfitta, però, accende definitivamente i riflettori su Gukesh D., come ama farsi chiamare accorciando il suo nome. Classe 2006, figlio di un medico e di una biologa, con un Elo Fide (punteggio con cui si stila la forza di uno scacchista) pari a 2743, attualmente al 16esimo posto nella classifica dei giocatori più forti al mondo, Gukesh è abituato a bruciare le tappe. Ha ottenuto il titolo di Grande Maestro (GM) all’età di 12 anni, 7 mesi e 17 giorni, nel gennaio del 2019, cinque anni dopo aver imparato a giocare. Il terzo più precoce della storia dietro a Sergej Karjakin e Abhimanyu Mishra. Un anno dopo inizia a imporsi nei vari tornei giovanili, diventando il miglior 12enne a livello globale. Nella 44esima Olimpiade degli scacchi, ad agosto 2022, ha un ruolo fondamentale nelle prestazioni nelle fila di India-2, la seconda squadra schierata dal Paese, tutta composta da giovani promesse, “i terribili indiani”, come vennero chiamati da molti analisti. Nell’agosto del 2023, diventa il più giovane a superare il punteggio di 2750 punti, durante la Coppa del Mondo di scacchi, spodestando ufficialmente Viswanathan Anand, ex campione del Mondo, come miglior giocatore indiano nella classifica ufficiale stilata dalla federazione internazionale. Si parlò, allora, di prima staffetta tra di loro, un passaggio di consegne tra campioni di epoche diverse.

 

Nel 2023, come sappiamo, Gukesh si guadagna, per la prima volta, un posto al Torneo dei Candidati grazie alle sue prestazioni nel Circuito FIDE, che vince grazie a costanza, autorità e coraggio, consolidando il suo status di stella nascente degli scacchi

 

Nella conferenza stampa al termine dei Candidati, Gukesh ha raccontato le emozioni provate durante tutta la manifestazione. “Se dovessi individuare un momento in cui ho sentito che questo poteva essere il mio momento, probabilmente è stato dopo la settima partita, dopo aver perso con Firouzja… Anche se avevo appena subito una sconfitta dolorosa, mi sentivo al meglio. Quella sconfitta mi ha dato tanta motivazione. Ora sono cosi’ sollevato, così felice”. E anche prima del decisivo match contro Nakamura non ha perso lucidità: “Ero in quello stato mentale per cui mi limitavo a fare la mia parte correttamente, a giocare una buona partita per vedere cosa sarebbe successo”.

 

 

Una strategia vincente, quella adottata contro l’americano, che ha ricevuto anche il plauso dello stesso Magnus Carlsen: “Ho amato quel che Gukesh ha fatto”.L’indiano ora è atteso da un trionfale ritorno a casa, anticipato anche dalle congratulazioni espresse su X dal presidente Narendra Modi, e da mesi di duro lavoro. Per salire in cima all’Olimpo degli scacchi manca un ultimo passo, il superamento di un ultimo ostacolo chiamato Ding Liren, ovvero la vittoria contro l’attuale campione del Mondo.  

 

 

 

 

AGI – Dommaraju Gukesh, 17 anni, ha vinto il torneo dei Candidati a Toronto, in Canada, diventando ufficialmente lo sfidante al trono di campione del mondo di scacchi su cui è attualmente seduto il cinese Ding Liren. Il giocatore indiano è il più giovane nella storia del gioco a raggiungere questo prestigioso traguardo cancellando il precedente record di Kasparov. Il match, in una data e in una sede ancora da stabilire, è previsto per la fine del 2024 quando Gukesh, nato alla fine di maggio, avrà compiuto 18 anni. La vittoria del nativo di Chennai è arrivata al termine di una lunga maratona, tre settimane di partite e 14 incontri, ma si è risolta al fotofinish, durante l’ultimo turno, con quattro scacchisti in lista per il successo finale. È anche il primo trionfo di uno scacchista della nuova generazione, rappresentata dagli atleti nati nel nuovo millennio, contro la vecchia guardia, nata alla fine del secolo scorso, giunta in Canada consapevole di giocarsi una delle ultime possibilità di conquistare la corona mondiale. Gukesh ha concluso il torneo con 9 punti, staccando di mezza lunghezza gli americani Hikaru Nakamura e Fabiano Caruana e il russo Ian Nepomniachtchi. Piu’ distanziati gli altri due indiani, Praggnanandhaa e Vidit, il franco-iraniano Alireza Firoujza e l’azero Nijat Abasov.
Un finale thrilling
L’ultima giornata del torneo sembra un copione scritto per un film. I quattro contendenti si affrontano in sfide incrociate: Gukesh-Nakamura e Caruana-Nepomniachtchi. In caso di arrivo a pari punti tra più contendenti, il regolamento prevede la disputa di spareggi che sarebbero cominciati nella giornata di lunedì. Al giovanissimo indiano, per assicurarsi un posto ‘ai supplementari’, rubando una metafora calcistica, basta non perdere contro Nakamura, re degli scacchisti-streamer, a cui, invece, serve una vittoria. Il 17enne sceglie una via rischiosa, un’apertura che sorprende l’avversario, per raggiungere velocemente una situazione in cui la patta (il pareggio nel linguaggio scacchistico) sarebbe stata quasi inevitabile. Un finale logico che, nonostante l’impegno di Nakamura per complicare la partita, si rivela tale.
 
Così, improvvisamente, tutta l’attenzione si sposta sull’altra scacchiera dove, invece, la situazione è assai più tesa e nervosa. Caruana, nato a Miami da genitori italiani, e Nepomniachtchi, vincitore delle ultime due edizioni dei Candidati, hanno bisogno di un solo risultato per giocarsi il successo durante gli spareggi con Gukesh: la vittoria. Una patta avrebbe eliminato entrambi e consegnato il torneo all’indiano. Quella tra di loro diventa presto una vera battaglia, senza esclusione di colpi. I due mettono in campo tutte le strategie possibili, squilibrando il gioco e optando per scelte rischiose e vie sconosciute. La vittoria, la sconfitta, il pareggio: tutto diventa plausibile. Caruana è il primo a inciampare: spreca un’enorme chance ‘blunderando’, termine tecnico che sottolinea un grave errore, in posizione di netto vantaggio. Anche il russo, autore di una strenua difesa, rende pan per focaccia, sbagliando a sua volta. Il tutto tra smorfie, gesti di sconforto, sbuffi, sguardi improvvisamente vitrei, in un otto volante di emozioni che perdura per tutte le sei ore di gioco e le 109 mosse della partita. Alla fine i due, stremati e delusi dalla situazione di impasse raggiunta, concordano giocoforza la patta.
 

 
C’è uno scambio di battute che racconta bene la portata della disperazione scaturita dall’esito finale del loro match. Nepomniachtchi, guardando i suoi pezzi e rivolgendosi a Caruana, si scusa: “I’m very sorry”. “Mi dispiace, moltissimo”. L’italo-americano risponde:” My fault”. “Colpa mia”. Poi si alza, raccoglie la giacca, e se ne va. Il russo, invece, si accascia sul tavolino, davanti alla scacchiera, nascondendo il viso tra le braccia. Su di loro cala il sipario. Ed e’ un sipario pesante perche’ entrambi, che possono vantare una carriera costellata di successi, sono consapevoli di aver perso la possibilita’ di giocarsi, dopo altri sacrifici, una nuova chance per diventare campioni del Mondo. Quel sipario, insomma, rischia di non aprirsi più. Caruana, in conferenza stampa, sara’ ancora piu’ duro con se stesso: “I feel like an idiot”. “Mi sento uno stupido”. Un giudizio forse troppo crudele, come crudeli possono essere, a volte, gli scacchi.
 

 
La loro sconfitta, però, accende definitivamente i riflettori su Gukesh D., come ama farsi chiamare accorciando il suo nome. Classe 2006, figlio di un medico e di una biologa, con un Elo Fide (punteggio con cui si stila la forza di uno scacchista) pari a 2743, attualmente al 16esimo posto nella classifica dei giocatori più forti al mondo, Gukesh è abituato a bruciare le tappe. Ha ottenuto il titolo di Grande Maestro (GM) all’età di 12 anni, 7 mesi e 17 giorni, nel gennaio del 2019, cinque anni dopo aver imparato a giocare. Il terzo più precoce della storia dietro a Sergej Karjakin e Abhimanyu Mishra. Un anno dopo inizia a imporsi nei vari tornei giovanili, diventando il miglior 12enne a livello globale. Nella 44esima Olimpiade degli scacchi, ad agosto 2022, ha un ruolo fondamentale nelle prestazioni nelle fila di India-2, la seconda squadra schierata dal Paese, tutta composta da giovani promesse, “i terribili indiani”, come vennero chiamati da molti analisti. Nell’agosto del 2023, diventa il più giovane a superare il punteggio di 2750 punti, durante la Coppa del Mondo di scacchi, spodestando ufficialmente Viswanathan Anand, ex campione del Mondo, come miglior giocatore indiano nella classifica ufficiale stilata dalla federazione internazionale. Si parlò, allora, di prima staffetta tra di loro, un passaggio di consegne tra campioni di epoche diverse.
 

Nel 2023, come sappiamo, Gukesh si guadagna, per la prima volta, un posto al Torneo dei Candidati grazie alle sue prestazioni nel Circuito FIDE, che vince grazie a costanza, autorità e coraggio, consolidando il suo status di stella nascente degli scacchi

 
Nella conferenza stampa al termine dei Candidati, Gukesh ha raccontato le emozioni provate durante tutta la manifestazione. “Se dovessi individuare un momento in cui ho sentito che questo poteva essere il mio momento, probabilmente è stato dopo la settima partita, dopo aver perso con Firouzja… Anche se avevo appena subito una sconfitta dolorosa, mi sentivo al meglio. Quella sconfitta mi ha dato tanta motivazione. Ora sono cosi’ sollevato, così felice”. E anche prima del decisivo match contro Nakamura non ha perso lucidità: “Ero in quello stato mentale per cui mi limitavo a fare la mia parte correttamente, a giocare una buona partita per vedere cosa sarebbe successo”.
 

 
Una strategia vincente, quella adottata contro l’americano, che ha ricevuto anche il plauso dello stesso Magnus Carlsen: “Ho amato quel che Gukesh ha fatto”.L’indiano ora è atteso da un trionfale ritorno a casa, anticipato anche dalle congratulazioni espresse su X dal presidente Narendra Modi, e da mesi di duro lavoro. Per salire in cima all’Olimpo degli scacchi manca un ultimo passo, il superamento di un ultimo ostacolo chiamato Ding Liren, ovvero la vittoria contro l’attuale campione del Mondo.  
 
 
 
 

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