• 7 Maggio 2024 13:32

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Il miracolo Monza spiegato da Stroppa

Mag 31, 2022

AGI – “La partita era cominciata ma non ce ne siamo accorti, sembrava inverosimile”, poi è arrivata “la reazione caratteriale dei ragazzi” ed “ero molto fiducioso” anche dopo il 3-2 del Pisa. Fino ai supplementari, “straordinari per la condizione fisica e la capacità di tenere il campo”. Giovanni Stroppa, allenatore del Monza, rivive con AGI la partita decisiva all’Arena Garibaldi che ha regalato al club brianzolo la prima storica promozione in Serie A.

La ciliegina sulla torta di una stagione “partita in salita” ma che è stata “un crescendo” con “un girone di ritorno straordinario”, osserva. A 110 anni dalla sua nascita, il Monza è entrato nell’elite del calcio italiano grazie alla spettacolare finale di playoff all’Arena Garibaldi di Pisa, vinta 4-3 dopo i tempi supplementari.

Il 54enne tecnico lombardo descrive le emozioni di quella serata: “Dopo il primo gol preso, ho sperato di non prendere il secondo, e dopo il secondo, di non prendere il terzo. La partita era cominciata ma non ce ne siamo accorti, sembrava inverosimile. Non abbiamo avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo ma in realtà eravamo già sotto di due gol”.

Un match cominciato con il dominio dei padroni di casa in vantaggio dopo solo 45 secondi e con il raddoppio avvenuto dopo altri 8 minuti: “La mia reazione? Non c’era reazione, il 2-0 è stato devastante ed ero impietrito, speravo solo in una reazione della squadra”, ricorda l’ex centrocampista lodigiano, “la partita per noi è iniziata alle 20.45”. 

Dopo un avvio in negativo, il Monza ha presto dato dimostrazione di ripresa: “Abbiamo iniziato a palleggiare e la sensazione (ora posso dirlo) era positiva, e infatti poco dopo abbiamo fatto il 2-1” grazie alla rete di Machin.

“Da quel momento la squadra ha cominciato a giocare davvero, ed ero molto fiducioso. E lo ero anche al 90esimo quando abbiamo preso il gol dal Pisa, che ha riaperto la partita”, aggiunge. Le conferme arrivano poi nel primo tempo dell’extra time, con le reti di Marrone e Gytkjaer, un momento che il mister non potrà mai dimenticare: “I supplementari sono stati straordinari per la condizione fisica e la capacità di tenere il campo“.

La partita è stata anche caratterizzata da episodi arbitrali controversi, tra cui un fallo mano del capitano del Pisa, Birindelli, che scivolando, ha interrotto un’azione molto pericolosa del Monza. Un episodio valutato da cartellino giallo dall’arbitro Mariani: “Ci è stato spiegato il motivo dal giudice di gara sulla mancata espulsione del giocatore del Pisa, se quello è il regolamento non posso che attenermi, anche se è una lettura diversa dal mio modo di vedere” commenta l’ex allenatore del Crotone.

C’è stata una reazione vibrante dalla panchina, con conseguenti ammonizioni per proteste: “È importante non innervosirti né farsi condizionale e né perdere la lucidità (è quello che ho detto anche ai giocatori in campo)”, spiega l’ex centrocampista del Milan.

Per lui nessun momento di sconforto, anzi: “Quando si sta sotto e tenere il campo in quella maniera non c’è sconforto ma solo voglia di rimettere in piedi una partita”, continua, “la squadra c’era, a parte i minuti iniziali, poi è stato un crescendo, sono molto contento per la reazione caratteriale dei ragazzi, la serenità con la quale hanno portato avanti la partita”.

Il Monza di Brocchi l’anno scorso era arrivato molto vicino al traguardo, sfumato alle semifinali dei playoff. Stroppa lo ha centrato al primo tentativo, attraverso un percorso virtuoso ma non privo di difficoltà: “Questa stagione è iniziata in salita, molto difficile, avevamo fuori giocatori importanti, e quindi c’era una costruzione da zero, allenatore nuovo, il lavoro reale è iniziato in ritardo”.

Era importante cercare di non perdere posizioni con le competitor“, spiega il tecnico biancorosso, “il nostro percorso è stato un crescendo, a dicembre i ragazzi erano a casa senza allenarsi, 18-20 giocatori positivi per Covid. Siamo ripartiti da zero, abbiamo fatto un girone di ritorno straordinario, come numeri siamo stati i migliori della seconda parte di campionato”.

I brianzoli avrebbero potuto consacrare la promozione alla massima competizione più di tre settimane fa, nel match contro il Perugia, vinto dagli umbri per 1-0: “A livello mentale quella sconfitta poteva costarci cara, invece abbiamo ricaricato le batterie e fatto dei playoff straordinari“, rievoca Stroppa, “abbiamo vinto entrambe le semifinali contro il Brescia in rimonta e la finale d’andata contro il Pisa nonostante il gol subito al 93esimo. E poi la gara di ritorno. Straordinaria, una finale storica”.

Tra i punti di forza del Monza c’è una panchina ricca di giocatori capaci di apportare un valore aggiunto in campo al momento giusto, proprio grazie al turnover scelto e pensato dal mister: “In effetti devo dire che sono molto bravo a fare i cambi”, scherza, “e aggiungo che la differenza la fanno sempre i giocatori. Quelli bravi aiutano gli allenatori a risaltare le idee e il collettivo“. “Più giocatori hai, più hai possibilità di cambiarli in corsa, se necessario”, osserva. (

La partita di domenica ne è la prova, dato che due reti sono arrivate da Gytkjaer, subentrato a gara in corso. Secondo l’ex allenatore della Primavera del Milan l’aspetto determinante è “la motivazione con cui il calciatore entra in campo. Io ho sempre cercato di trasmettere la mentalità per cui tutti sono importanti, le sorti di una partita possono cambiare anche giocando un minuto, il gruppo è quello che conta“.

Stroppa vanta nella sua carriera un passato da giocatore in club importanti come Milan, Lazio e lo stesso Monza. Qual è la caratteristica che meglio lo rappresenta da sempre, sia in campo, che in panchina? “La passione. Senza quella non riuscirei a lavorare. Quella va al di la delle competenze. Il resto me lo devono dire gli altri”.

Per ora l’ex centrocampista di Udinese e Genoa, sceglie di gustarsi i successi raggiunti prima di pensare al futuro che attende il club brianzolo: “In questo momento mi godo questa stagione, alla prossima non ci voglio pensare“.

L’ultimo pensiero è per un ricordo che Stroppa porterà con sè al termine di una stagione cosi’ speciale: “A febbraio è venuto a mancare Pierino Frosio”, ex allenatore e calciatore monzese, “il mio ex mister in Serie C, e con cui abbiamo vinto il campionato insieme al Monza e poi in Serie B. Ci eravamo appena riavvicinati dopo i miei anni trascorsi al sud. Mi spiace non avergli dato questa gioia, anche se da lassù avrà guardato lo spettacolo”. 

AGI – “La partita era cominciata ma non ce ne siamo accorti, sembrava inverosimile”, poi è arrivata “la reazione caratteriale dei ragazzi” ed “ero molto fiducioso” anche dopo il 3-2 del Pisa. Fino ai supplementari, “straordinari per la condizione fisica e la capacità di tenere il campo”. Giovanni Stroppa, allenatore del Monza, rivive con AGI la partita decisiva all’Arena Garibaldi che ha regalato al club brianzolo la prima storica promozione in Serie A.
La ciliegina sulla torta di una stagione “partita in salita” ma che è stata “un crescendo” con “un girone di ritorno straordinario”, osserva. A 110 anni dalla sua nascita, il Monza è entrato nell’elite del calcio italiano grazie alla spettacolare finale di playoff all’Arena Garibaldi di Pisa, vinta 4-3 dopo i tempi supplementari.
Il 54enne tecnico lombardo descrive le emozioni di quella serata: “Dopo il primo gol preso, ho sperato di non prendere il secondo, e dopo il secondo, di non prendere il terzo. La partita era cominciata ma non ce ne siamo accorti, sembrava inverosimile. Non abbiamo avuto il tempo di capire cosa stesse succedendo ma in realtà eravamo già sotto di due gol”.
Un match cominciato con il dominio dei padroni di casa in vantaggio dopo solo 45 secondi e con il raddoppio avvenuto dopo altri 8 minuti: “La mia reazione? Non c’era reazione, il 2-0 è stato devastante ed ero impietrito, speravo solo in una reazione della squadra”, ricorda l’ex centrocampista lodigiano, “la partita per noi è iniziata alle 20.45”. 
Dopo un avvio in negativo, il Monza ha presto dato dimostrazione di ripresa: “Abbiamo iniziato a palleggiare e la sensazione (ora posso dirlo) era positiva, e infatti poco dopo abbiamo fatto il 2-1” grazie alla rete di Machin.
“Da quel momento la squadra ha cominciato a giocare davvero, ed ero molto fiducioso. E lo ero anche al 90esimo quando abbiamo preso il gol dal Pisa, che ha riaperto la partita”, aggiunge. Le conferme arrivano poi nel primo tempo dell’extra time, con le reti di Marrone e Gytkjaer, un momento che il mister non potrà mai dimenticare: “I supplementari sono stati straordinari per la condizione fisica e la capacità di tenere il campo”.
La partita è stata anche caratterizzata da episodi arbitrali controversi, tra cui un fallo mano del capitano del Pisa, Birindelli, che scivolando, ha interrotto un’azione molto pericolosa del Monza. Un episodio valutato da cartellino giallo dall’arbitro Mariani: “Ci è stato spiegato il motivo dal giudice di gara sulla mancata espulsione del giocatore del Pisa, se quello è il regolamento non posso che attenermi, anche se è una lettura diversa dal mio modo di vedere” commenta l’ex allenatore del Crotone.
C’è stata una reazione vibrante dalla panchina, con conseguenti ammonizioni per proteste: “È importante non innervosirti né farsi condizionale e né perdere la lucidità (è quello che ho detto anche ai giocatori in campo)”, spiega l’ex centrocampista del Milan.
Per lui nessun momento di sconforto, anzi: “Quando si sta sotto e tenere il campo in quella maniera non c’è sconforto ma solo voglia di rimettere in piedi una partita”, continua, “la squadra c’era, a parte i minuti iniziali, poi è stato un crescendo, sono molto contento per la reazione caratteriale dei ragazzi, la serenità con la quale hanno portato avanti la partita”.
Il Monza di Brocchi l’anno scorso era arrivato molto vicino al traguardo, sfumato alle semifinali dei playoff. Stroppa lo ha centrato al primo tentativo, attraverso un percorso virtuoso ma non privo di difficoltà: “Questa stagione è iniziata in salita, molto difficile, avevamo fuori giocatori importanti, e quindi c’era una costruzione da zero, allenatore nuovo, il lavoro reale è iniziato in ritardo”.
“Era importante cercare di non perdere posizioni con le competitor”, spiega il tecnico biancorosso, “il nostro percorso è stato un crescendo, a dicembre i ragazzi erano a casa senza allenarsi, 18-20 giocatori positivi per Covid. Siamo ripartiti da zero, abbiamo fatto un girone di ritorno straordinario, come numeri siamo stati i migliori della seconda parte di campionato”.
I brianzoli avrebbero potuto consacrare la promozione alla massima competizione più di tre settimane fa, nel match contro il Perugia, vinto dagli umbri per 1-0: “A livello mentale quella sconfitta poteva costarci cara, invece abbiamo ricaricato le batterie e fatto dei playoff straordinari”, rievoca Stroppa, “abbiamo vinto entrambe le semifinali contro il Brescia in rimonta e la finale d’andata contro il Pisa nonostante il gol subito al 93esimo. E poi la gara di ritorno. Straordinaria, una finale storica”.
Tra i punti di forza del Monza c’è una panchina ricca di giocatori capaci di apportare un valore aggiunto in campo al momento giusto, proprio grazie al turnover scelto e pensato dal mister: “In effetti devo dire che sono molto bravo a fare i cambi”, scherza, “e aggiungo che la differenza la fanno sempre i giocatori. Quelli bravi aiutano gli allenatori a risaltare le idee e il collettivo”. “Più giocatori hai, più hai possibilità di cambiarli in corsa, se necessario”, osserva. (
La partita di domenica ne è la prova, dato che due reti sono arrivate da Gytkjaer, subentrato a gara in corso. Secondo l’ex allenatore della Primavera del Milan l’aspetto determinante è “la motivazione con cui il calciatore entra in campo. Io ho sempre cercato di trasmettere la mentalità per cui tutti sono importanti, le sorti di una partita possono cambiare anche giocando un minuto, il gruppo è quello che conta”.
Stroppa vanta nella sua carriera un passato da giocatore in club importanti come Milan, Lazio e lo stesso Monza. Qual è la caratteristica che meglio lo rappresenta da sempre, sia in campo, che in panchina? “La passione. Senza quella non riuscirei a lavorare. Quella va al di la delle competenze. Il resto me lo devono dire gli altri”.
Per ora l’ex centrocampista di Udinese e Genoa, sceglie di gustarsi i successi raggiunti prima di pensare al futuro che attende il club brianzolo: “In questo momento mi godo questa stagione, alla prossima non ci voglio pensare”.
L’ultimo pensiero è per un ricordo che Stroppa porterà con sè al termine di una stagione cosi’ speciale: “A febbraio è venuto a mancare Pierino Frosio”, ex allenatore e calciatore monzese, “il mio ex mister in Serie C, e con cui abbiamo vinto il campionato insieme al Monza e poi in Serie B. Ci eravamo appena riavvicinati dopo i miei anni trascorsi al sud. Mi spiace non avergli dato questa gioia, anche se da lassù avrà guardato lo spettacolo”. 

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