sabato 16 dicembre 2017 08:15
ROMA – La Juve si gioca il jolly. Massimiliano Allegri è pronto a calare sul tavolo dello scudetto una carta decisamente preziosa. Una carta fatta di fantasia, velocità, classe, freschezza e gol. Tutte caratteristiche che appartengono a Federico Bernardeschi, uno dei super colpi del mercato della scorsa estate dei bianconeri insieme a Douglas Costa. Il momento della svolta sembra davvero essere arrivato. L’ex viola si è avvicinato alla nuova realtà con grande abnegazione, impegno, voglia di imparare. Il tecnico ha scelto per lui il medesimo approccio che ha utilizzato con altri talenti recentemente sbarcati a Torino. Prima Morata, poi Dybala: tutti inseriti allo stesso modo, piano piano, con metodo, senza fretta. A piccoli passi.
DA GIGANTE. Berna è stato centellinato in termini di minuti, non di presenze. Sono 15 in totale finora, tra tutte le competizioni. Solo tre volte è stato impiegato dall’inizio (solo lo sfortunato Howedes è partito meno volte – una – da titolare tra tutti i componenti della rosa) per un totale di 351 minuti, ma sta compiendo passi da gigante. In allenamento, cosa che Allegri sottolinea spesso e poi in partita. Lo specchio è l’impatto avuto nel finale di gara ad Atene, con la Juve in vantaggio e ormai a un passo dalla qualificazione agli ottavi di Champions. Una manciata di minuti a disposizione, poco di più, per Federico che è riuscito prima a sfiorare il raddoppio con un gran sinistro dal limite e poi a trovarlo con una conclusione a giro sul palo lontano, al termine della sua giocata-tipo: partenza da destra, dribbling a rientrare sul sinistro e tiro. E’ stata la prima gioia della carriera in Champions League per Berna, che già aveva rotto il ghiaccio in campionato in casa dell’Atalanta e poi anche allo Stadium con un gran gol alla Spal. Tre reti in tutto, quindi, una ogni 117’: una bella media, non c’è dubbio.
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