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Il futuro dell’Europa preoccupa l’impresa

Set 3, 2016

Quali aspetti avranno maggiore effetto sul vostro business?. La crisi dell’euro e l’implosione del progetto europeo era il settimo punto del sondaggio, ma balzato in testa come fattore principale nelle risposte della platea. Per imprenditori, manager, banchieri e professori riuniti al Workshop Ambrosetti di Cernobbio, la questione europea percepita come il grande fattore di rischio, con una percentuale del 23,5. Se poi si aggiunge che gli “effetti della Brexit” hanno raccolto il 15,5% dei voti, chiaro che la crisi della Ue ha ora la centralit rispetto agli altri temi critici come i migranti, il terrorismo, il rallentamento delle economie emergenti, le prossime elezioni americane (21,2), scelti quest’anno come temi del questionario, rispetto alla consuetudine dei problemi interni. In pratica quasi il 40% delle risposte ha messo al centro la governance europea.

il futuro dell’Europa a preoccupare chi fa impresa: la scarsa crescita, le troppe regole, la burocrazia, i nazionalismi. Il tema viene percepito urgente tanto quanto le questioni italiane. Bisogna ritrovare lo spirito dei padri fondatori, ha ripetuto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, annunciando che si terr a Roma, a marzo 2017 la riunione dei capi di Stato e di governo per i 60 anni dell’Unione europea.

Ma una domanda dalla platea, quella di Mario Preve, imprenditore che produce il riso Gallo, che interpreta lo stato d’animo della classe dirigente raccolta sul lago di Como: Sono stato europeista convinto, ora sono un ex europeista convinto. La burocrazia europea peggiore anche di quella italiana. Abbiamo visto Brexit, possibile che l’Italia faccia altrettanto?. In sala calato il silenzio. E Renzi ha fatto del suo meglio per far capire che condivide il disagio, ma che l’Europa resta la casa dell’Italia.

un’Europa diversa quella che si vuole, anche se nessuno chiede di uscire. Ma accanto a questa consapevolezza, resta il dubbio se l’obiettivo di una Ue diversa si riuscir a raggiungere e in quali tempi. Mentre si fanno i conti tutti i giorni con le conseguenze di questa fase di difficolt. C’ bisogno di continuit e certezza delle condizioni in cui opera un’azienda. La discontinuit dell’assetto europeo cambia gli equilibri dentro la comunit e porta incertezza dal punto di vista delle regole, dice Luca Colombo, country manager di Facebook Italia. Il loro, sottolinea, un prodotto globale, l’interazione tra i vari paesi forte. Auspichiamo pi Europa, anche per noi dover sottostare a regolamentazioni nazionali complesso. Ma vediamo che c’ troppa ricerca di interesse locale, non una vera politica europea, compromessi di singole nazioni. Mentre sarebbe urgente una politica comune specie su politica estera, immigrazione, crescita, sottolinea Colombo. Brexit: pu essere un’occasione per Carlo Purassanta, ad di Microsoft Italia: la spinta a ricostruire il progetto, ricominciare in modo convinto. Renzi ha risposto che bisogna essere nexteuropei: che l’Europa non quella che vogliamo chiaro, ma da soli non ce la possiamo fare. E poi ricordiamoci: l’Europa siamo noi, dobbiamo ritrovare un nostro peso dentro la Ue.

L’Europa dell’austerity, dei sacrifici, delle regole. La normativa di Basilea 3 ha un suo peso sulla restrizione del credito bancario e quindi sulla crescita>, dice Giovanni Bossi, ad di Banca Ifis, sottolineando l’aumento del rapporto tra patrimonio e rischi che stato richiesto e che aumenter se arriver Basilea 4. Vengono varate norme di cui non si capisce la logica. Occorre un’Europa intelligente, nessuno vuole l’iper-regolamentazione che abbiamo oggi. E soprattutto servono istituzioni credibili, che diano certezze.

L’ha toccata con mano in prima persona la burocrazia europea Manfredi Lefebvre d’Ovidio, numero uno di Silversea Cruise, quando stato al vertice dell’associazione europea delle compagne delle navi da crociera. Ci sono normative necessarie che non riescono a decollare, altre invece inutili che vengono approvate con grande rapidit. indispensabile un’Europa diversa, altrimenti la realt gi dimostra che si sta andando verso nuovi protezionismi, nuove competizioni tra paesi, cosa che gi avviene riducendo per esempio le tasse per le imprese, e aree del mondo. Serve un’Europa pi efficiente, mi auguro che la politica recuperi con uno scatto questa situazione, dice Lefebvre d’Ovidio.

Dobbiamo occuparci di pi di ci che accade nel parlamento europeo, appena nominato uno dei miei primi impegni stato andare a Strasburgo e a Bruxelles per definire la strategia per lo sviluppo del nostro settore, dice Renato Mazzoncini, ad di Ferrovie dello Stato. Le normative europee per l’integrazione della rete sono all’avanguardia, ma i tempi di recepimento, ammette, sono troppo lunghi. E ci sono paesi che frenano, come la Francia. Bisogna mettere mano a questi problemi che frenano la crescita, continua Mazzoncini, convinto che sia opportuna la strategia di chiedere pi flessibilit per spingere lo sviluppo.

Ci che importante imboccare rapidamente una strada. Far capire che si vuole cambiare passo. L’incertezza, la mancanza di spinta ad essere leader si traduce in minore crescita – dice Toni Volpe, ad di Falck Renewables – bisogna darsi obiettivi comuni come sistema europeo e recuperare una progettualit unitaria.

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