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Il delitto di Siracusa, il procuratore: “Omicidio dovuto ai fantasmi della gelosia”

Mar 19, 2018

Tutti, a Canicattini Bagni, la chiamavano Lauretta. E tutti conoscevano la ragazzina bionda dal passato difficile che il paese montano in provincia di Siracusa aveva “adottato” da quando la mamma l’aveva abbandonata a soli 3 anni. Così Canicattini da ieri piange una sua figlia uccisa a 20 anni e buttata dentro un pozzo in contrada Traditusu, nelle campagna di Stallaini al confine con il territorio di Noto.

  • UN DELITTO D’IMPETO

“L’uccisione di Laura Petrolito è avvenuta nell’ambito di un rapporto travagliato”. Un rapporto contrassegnato da tempo da litigi e “da un tasso di gelosia elevato”. Per il procuratore di Siracusa Francesco Paolo Giordano è probabile “che non ci fosse premeditazione, è stato un classico delitto d’impeto, anzi potremmo parlare di un caso di violenza progressiva, di una progressione della violenza”. Secondo Giordano “non c’è stato un litigio scatenante” e il delitto – avvenuto secondo la ricostruzione della procura in campagna – sarebbe dovuto “ai fantasmi dela gelosia”.

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Giordano parla in conferenza stampa a Siracusa dopo il fermo di Paolo Cugno, compagno della vittima, che ha confessato il delitto: la donna è stata uccisa a coltellate e gettata in un pozzo. “Nella tarda nottata – ha confermato il magistrato – ha confessato dopo un iniziale silenzio sulle sue responsabilità”. L’uomo si trova ora in carcere. La morte risalirebbe intorno alle 22 di sabato; l’omicidio sarebbe avvenuto nella campagna dell’uomo che ha utilizzato un coltello che si trovava in un capanno e con il quale “ha inferto una serie di fendenti”. Cugno in passato aveva minacciato una persona con una motosega.

  • UN PASSATO DIFFICILE

Rabbiosa la condanna del paese nei confronti del compagno di 26 anni, Paolo Cugno, reo confesso della morte della ragazza. “Litigavano – dicono in paese – ma come fanno tutti i giovani, mai alcun gesto di violenza”. E che il rapporto tra i due fidanzati non fosse in crisi lo confermano le parole della sindaca, Marilena Miceli, che da 17 anni segue la ragazza insieme con i colleghi dei servizi sociali del Comune. Laura aveva incontrato Miceli insieme con la sua assistente sociale lo scorso venerdì e aveva annunciato loro che Paolo, muratore, aveva trovato un lavoro più stabile e che erano in cerca di una casa da affittare. Sorridente e fiduciosa, Laura ha salutato annunciando che si sarebbero riviste oggi per parlare di futuro.

Dopo l’abbandono da parte della mamma, infatti, la piccola era stata affidata ai servizi sociali che per evitarle ulteriori traumi l’hanno lasciata in casa con il papà che l’ha accudita con amore e dedizione. “Aveva appena 3 anni – dice la sindaca Miceli – e non abbiamo voluta strapparla ancora dagli affetti, così è entrata a far parte della famiglia di Canicattini Bagni perché la nostra è una piccola comunità, ci conosciamo tutti e tutti siamo diventati ‘zii’ di Lauretta”. Dal primo amore di Laura appena sedicenne è nato un bambino che i servizi sociali hanno deciso di affidare alla nonna paterna e che la ragazza vedeva spesso in attesa di raggiungere la serenità e la maturità necessaria per crescerlo da sola. Due anni fa, Laura ha conosciuto Paolo e dalla loro storia è nato un altro bimbo che viveva con loro a casa dei genitori di lui, per un primo periodo, e fino a sabato dal padre di lei.

  • LE ULTIME ORE DI “LAURETTA”

Sabato alle 19, la giovane coppia ha lasciato il bimbo al nonno materno per andare a fare una passeggiata in paese. Poco dopo le 21, poiché il piccolo aveva fame, il nonno ha chiamato Laura trovando però il telefono spento e poiché non riusciva nemmeno a mettersi in contatto con Paolo, ha chiesto aiuto alla famiglia di lui. Entrambi i genitori dei ragazzi dopo le 22 si sono recati in caserma allarmati dal silenzio, facendo così scattare le ricerche che si sono protratte fino alle 5 del mattino tra le vie del paese e in periferia. I carabinieri hanno setacciato le zone a ridosso di Canicattini senza trovare alcun segno dei ragazzi: scomparsa anche la macchina guidata dal giovane.

Alle 7, quando il papà di Paolo, coltivatore diretto, si è recato in campagna ha notato il figlio in una stradina di contrada Tradituso come ha raccontato in caserma ai carabinieri dove lo ha accompagnato. I militari hanno dunque ripreso le ricerche nella zona in cui era stato ritrovato il figlio notando la presenza di un pozzo con il coperchio manomesso dove, poco dopo, è stato ritrovato il corpo di Laura.

  • LA CONFESSIONE

Dopo l’incontro con il padre e, poi, all’arrivo in caserma, Paolo si è trincerato nel più assoluto silenzio e questo lo ha accompagnato per l’intera giornata di ieri durante gli interrogatori. Solo poco dopo le 22, il ragazzo ha confessato di aver ucciso la compagna accoltellandola e gettando il suo corpo nel pozzo di contrada Stallaini. Ed è sul luogo del delitto che i militari si sono recati subito dopo per rinvenire il coltello e la maglietta insanguinata dell’assassino, come da lui descritto.

Per l’intero pomeriggio e la notte, davanti alla caserma sono stati numerosi i familiari dei giovani fermi in attesa di conoscere l’esito dell’interrogatorio. E numerosi sono stati anche gli abitanti di Canicattini Bagni che hanno stazionato nei pressi della caserma; tra loro anche qualcuno che ha costretto i militari a intervenire per la presenza di pietre pronte a essere lanciate contro l’assassino.

Da ieri, a Canicattini Bagni si respira un’atmosfera luttuosa e di rabbia e oggi sarà la giornata del silenzio e del rispetto per le due famiglie coinvolte nella tragedia. A distanza di 4 anni dall’omicidio di Marisa Ton, l’infermiera di 36 anni accoltellata dal marito per gelosia, il paese di 6mila anime piange un altro femminicidio nel mese che Canicattini ha dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne con una targa di condanna in piazza.

  • UCCISA CON ALMENO 6 COLTELLATE

Secondo il medico legale Francesco Coco, che ha eseguito la prima ispezione cadaverica, Paolo Cugno avrebbe inferto alla compagna “almeno 6 coltellate”, al collo e al petto, e avrebbe poi cercato di nascondere il corpo. Agli inquirenti, ieri sera, avrebbe svelato anche il luogo in cui ha nascosto l’arma. L’assassino, in passato, avrebbe anche minacciato un uomo con una motosega.

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