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GP Germania F1 ’19 Hockenheim: intervista al pilota della Safety Car

Lug 28, 2019
GP Germania F1 ’19 Hockenheim: intervista al pilota della Safety Car

Fa sempre qualche giro in testa alla gara, ma non vincerà mai un GP. E’ il destino di Bernd Maylander, tedesco classe 1971, dal 2000 pilota della Safety Car. Un record unico e incredibile, con una sola eccezione, GP del Canada del 2001 quando saltò l’appuntamento per un infortunio. E poi, dal 2006, lo stop alle gare GT per dedicarsi solo alla safety car.

Il tedesco è da tempo un riferimento e in Germania, con le 4 safety car in corsa più quella prima del via, ha toccato un nuovo record assoluto: col maggior numero di giri in testa alla corsa… “Ma anche stavolta non ho vinto niente” scherza lui.

In Bahrain sperava di tagliare per primo il traguardo: “Sì però mi hanno richiamato al box e lasciato la bandiera a scacchi ad Hamilton. Non cambiava niente, però avrei visto pure io una bandiera a scacchi!”.

In Germania le condizioni erano molto difficili: “Sì, davvero tremende e per questo sono andato sotto al podio ad applaudire i piloti, perché finire la gara in queste condizioni è davvero difficile, da applauso”.

Era così viscido? “sì, io pure ho rischiato di finire fuori alcune volte, specialmente nell’ultima curva prima del traguardo dove sono usciti Hamilton, Leclerc, Sainz, Hulkenberg, Raikkonen e altri ancora. Mi sono intraversato e ho rischiato di andare a sbattere. Sai che figuraccia a livello mondiale…”.

La gente vede la safety car in testa ma non sa come funziona… “Siamo in contatto radio coi piloti e la direzione gara, ci dicono che fare e ci chiedono in che condizioni è la pista. In alcuni momenti è difficile farlo perché magari Hamilton si lamenta che vai troppo piano, Vettel dice di rallentare, Verstappen che sbuffa perché non la vuole e via così. Qui in Germania abbiamo deciso di fare qualche giro prima del via e poi lasciare la decisione ai piloti, che sono partiti da fermo“.

Un lavoro difficile, sotto gli occhi di tutti e con un tempo minimo imposto. Maylander, infatti, il venerdì e il sabato si allena sul circuito girando nei tempi più veloci possibili per una vettura stradale, che però non deve essere più lenta di 40 secondi rispetto a una F.1. Non è facile e spesso ci si deve prendere dei rischi, specie sui circuiti più lunghi come Baku. Sugli schieramenti di partenza, prima del via, è facile trovarlo che scherza con la stampa e con qualche amico pilota, quelli che corrono in F.1 invece non ci parlano, perché sanno che se entra in azione, allora sono guai per qualcuno…

“Stavolta è stata dura – dice Bernd – davvero difficile, entrare in pista, reggere il ritmo, capire le condizioni del fondo che variavano a seconda se era davanti ai box o dall’altro lato, è stato un GP difficile anche per me però loro, i piloti F.1, sono stati bravissimi, tutti e li rispetto davvero molto”.

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