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Goggia e Delago, le sorelle della velocità firmano la doppia impresa

Feb 15, 2022

AGI – ‘La doppia impresa delle sorelle d’Italia che va veloce’, firmato Sofia Goggia e Nadia Delago. Sofia, a 16 centesimi dalla leggenda ma capace di cogliere uno stupendo argento olimpico a 23 giorni dall’infortunio, Nadia, fantastico ed incredibile bronzo nella giornata della vita che coincide con il primo acuto di una carriera in sordina e che mai l’aveva vista salire sul podio in Coppa del mondo. Sofia un pò rosica amaro, avrebbe voluto confermarsi campionessa olimpica nella Koenigdisziplin’, la specialità ‘regina’ dello sci alpino, la discesa libera, ma alla fine l’oro è andato al collo della svizzera Corinne Suter.

Se la Goggia avesse vinto sarebbe stata la quarta sportiva italiana di sempre, dopo Debora Compagnoni, Valentina Vezzali ed Arianna Fontana, a vincere due ori consecutivi ai Giochi. Suter un anno fa si era laureata campionessa mondiale sulle nevi di Cortina d’Ampezzo, luogo nel cuore delle Dolomiti dove tra quattro anni rimetterà in palio il titolo e si ritroverà la Goggia ancor più agguerrita di oggi. “Ma scherziamo, io a Cortina nel 2026 ci sarò anche perché si respirerà lo spirito olimpico“, ha detto la campionessa azzurra sia per tranquillizzare i tifosi che per lanciare una frecciatina alla compagna di squadra Federica Brignone che aveva parlato di “poco spirito olimpico” attorno ai Giochi italiani.

A Yanqing, villaggio creato dal nulla in mezzo alle brulle montagne cinesi a oltre due ore di viaggio da Pechino e che in futuro cercherà di sopravvivere di turismo, l’Italia dello sci alpino al femminile ha confermato il suo eccellente momento. Dopo l’argento in slalom gigante di Brignone, oggi l’apoteosi con due azzurre sul podio olimpico. Nella storia al femminile accadde solo una volta, il 17 febbraio 2002 (20 anni fa) nell’edizione di Salt Lake City con Daniela Ceccarelli oro e Karen Putzer bronzo in supergigante.

Nel giorno della ‘Festa delle Lanterne’ che coincide con la fine del Capodanno cinese – i volontari della sala stampa a pochi metri dal parterre d’arrivo hanno consegnato per la ricorrenza una campanellina ai giornalisti – Goggia e Delago hanno emozionato e fatto salire il medagliere della spedizione italiana, quattro giornate dal termine di Pechino 2022, a quota 13. ‘Sofi’ e ‘Neidi’, per motivi diversi, rischiavano di dover essere semplici spettatrici. La prima rischiava di non essere al cancelletto dopo il brutto ‘volò di Cortina (recuperata a tempi di record), la seconda si è meritata il pettorale della discesa olimpica solo dopo le ottime prove cronometrate sulle nevi cinesi.

Goggia è stata colei che ha tracciato le linee migliori ma ha perso l’oro nel finale, forse su quel piano che conduce al salto finale. Notoriamente la ventinovenne finanziera bergamasca sui tratti facili non riesce a sfoderare i suoi cavalli cosa che invece sa fare alla meraviglia sul difficile.

Significativo l’urlo liberatorio di Sofia quando si è girata e ha visto che aveva fatto segnare il miglior tempo. “Mi dispiace un pò per l’oro, questo è stato veramente un periodo tosto e oggi forse è stata la giornata più facile. Diciamo che avrei firmato per l’argento, complimenti alla Suter – ha detto Goggia con la medaglia al collo -. Per il valore soggettivo è l’impresa più bella della carriera, per l’oggettività del colore delle medaglie no, ma per quello che c’è dietro sicuramente si”.

Poi, alla stampa italiana presente a Yanqing, ha parlato del post-infortunio. “Ho sempre avuto in me una luce che mi ha guidata e di questo sono tanto grata. In questi 23 giorni ho veramente creduto altrimenti non sarei riuscita a fare quello che ho fatto oggi. Il momento più difficile è stato quando ho rimesso gli sci qui alle Olimpiadi e sapevo che dovevo fare una progressione enorme, avevo paura sciare anche in campo libero (fuori dai tracciati, ndr), a fidarmi della mia gamba, a fidarmi di me stessa nuovamente perchè non sentivo ancora bene il ginocchio”. Bella la discesa della Delago, all’esordio olimpico. Per la ventiquattrenne poliziotta altoatesina curve tonde nella parte alta e centrale, per poi fare la differenza negli ultimi venti secondi di gara.

“E’ bellissimo, è molto emozionante essere qui con mia sorella (Nicol, si è classificata undicesima, ndr), in partenza mi ha detto di divertirmi e di sciare come so sciare, ci siamo abbracciate ed è stato bellissimo: questa medaglia è anche sua”, ha detto ancora incredula Nadia Delago che, oltre ad essere vicina di casa a Selva Gardena dell’ex campione azzurro Peter Runggaldier, è anche nipote degli ex discesisti azzurri, Oskar e Karla Delago.

Pensare che fino alla discesa della Suter al comando c’erano tra azzurre: Goggia, Delago ed Irene Curtoni, quest’ultima alla fine buona quinta. Nel parterre c’era già chi ipotizzava quella che sarebbe stata la tripletta del secolo. Invece, sulla pista ‘Rock’, ancor più rock delle italiane è stata la Suter. Specialista della velocità, Corinne con questo oro aggiunge al suo medagliere la prima medaglia a cinque cerchi dopo quattro iridate. La ventisettenne di Schwyz è diventata la sesta svizzera a vincere la discesa libera ai Giochi olimpici dopo Hedy Schlunegger nel 1948, Madeleine Berthod nel 1956, Marie-Theres Nadig nel 1972, Michela Figini nel 1984 e Dominique Gisin nel 2014. Con Sofia e Nadia è la quinta volta che lo sci alpino italiano sale con due atleti sul podio olimpico.

Al già menzionato bis Ceccarelli-Putzer, la prima volta è datata 13 febbraio del 1972 a Sapporo quando nello slalom speciale vinto dal compianto spagnolo Francisco Fernàndez Ochoa, i cugini Gustav e Roland Thoeni centrarono rispettivamente argento e bronzo. Quattro anni dopo a Innsbruck, il 14 febbraio, sulle nevi di Axamer Lizum, Piero Gros conquistava l’oro in slalom speciale davanti a Gustav Thoeni (argento). L’11 febbraio del 1992 sulle nevi della Val d’Iser in seno ai Giochi di Albertville, Josef Polig si laureava a sorpresa campione olimpico della combinata e Gianfranco Martin medaglia d’argento. 

AGI – ‘La doppia impresa delle sorelle d’Italia che va veloce’, firmato Sofia Goggia e Nadia Delago. Sofia, a 16 centesimi dalla leggenda ma capace di cogliere uno stupendo argento olimpico a 23 giorni dall’infortunio, Nadia, fantastico ed incredibile bronzo nella giornata della vita che coincide con il primo acuto di una carriera in sordina e che mai l’aveva vista salire sul podio in Coppa del mondo. Sofia un pò rosica amaro, avrebbe voluto confermarsi campionessa olimpica nella Koenigdisziplin’, la specialità ‘regina’ dello sci alpino, la discesa libera, ma alla fine l’oro è andato al collo della svizzera Corinne Suter.
Se la Goggia avesse vinto sarebbe stata la quarta sportiva italiana di sempre, dopo Debora Compagnoni, Valentina Vezzali ed Arianna Fontana, a vincere due ori consecutivi ai Giochi. Suter un anno fa si era laureata campionessa mondiale sulle nevi di Cortina d’Ampezzo, luogo nel cuore delle Dolomiti dove tra quattro anni rimetterà in palio il titolo e si ritroverà la Goggia ancor più agguerrita di oggi. “Ma scherziamo, io a Cortina nel 2026 ci sarò anche perché si respirerà lo spirito olimpico”, ha detto la campionessa azzurra sia per tranquillizzare i tifosi che per lanciare una frecciatina alla compagna di squadra Federica Brignone che aveva parlato di “poco spirito olimpico” attorno ai Giochi italiani.
A Yanqing, villaggio creato dal nulla in mezzo alle brulle montagne cinesi a oltre due ore di viaggio da Pechino e che in futuro cercherà di sopravvivere di turismo, l’Italia dello sci alpino al femminile ha confermato il suo eccellente momento. Dopo l’argento in slalom gigante di Brignone, oggi l’apoteosi con due azzurre sul podio olimpico. Nella storia al femminile accadde solo una volta, il 17 febbraio 2002 (20 anni fa) nell’edizione di Salt Lake City con Daniela Ceccarelli oro e Karen Putzer bronzo in supergigante.
Nel giorno della ‘Festa delle Lanterne’ che coincide con la fine del Capodanno cinese – i volontari della sala stampa a pochi metri dal parterre d’arrivo hanno consegnato per la ricorrenza una campanellina ai giornalisti – Goggia e Delago hanno emozionato e fatto salire il medagliere della spedizione italiana, quattro giornate dal termine di Pechino 2022, a quota 13. ‘Sofi’ e ‘Neidi’, per motivi diversi, rischiavano di dover essere semplici spettatrici. La prima rischiava di non essere al cancelletto dopo il brutto ‘volò di Cortina (recuperata a tempi di record), la seconda si è meritata il pettorale della discesa olimpica solo dopo le ottime prove cronometrate sulle nevi cinesi.
Goggia è stata colei che ha tracciato le linee migliori ma ha perso l’oro nel finale, forse su quel piano che conduce al salto finale. Notoriamente la ventinovenne finanziera bergamasca sui tratti facili non riesce a sfoderare i suoi cavalli cosa che invece sa fare alla meraviglia sul difficile.
Significativo l’urlo liberatorio di Sofia quando si è girata e ha visto che aveva fatto segnare il miglior tempo. “Mi dispiace un pò per l’oro, questo è stato veramente un periodo tosto e oggi forse è stata la giornata più facile. Diciamo che avrei firmato per l’argento, complimenti alla Suter – ha detto Goggia con la medaglia al collo -. Per il valore soggettivo è l’impresa più bella della carriera, per l’oggettività del colore delle medaglie no, ma per quello che c’è dietro sicuramente si”.
Poi, alla stampa italiana presente a Yanqing, ha parlato del post-infortunio. “Ho sempre avuto in me una luce che mi ha guidata e di questo sono tanto grata. In questi 23 giorni ho veramente creduto altrimenti non sarei riuscita a fare quello che ho fatto oggi. Il momento più difficile è stato quando ho rimesso gli sci qui alle Olimpiadi e sapevo che dovevo fare una progressione enorme, avevo paura sciare anche in campo libero (fuori dai tracciati, ndr), a fidarmi della mia gamba, a fidarmi di me stessa nuovamente perchè non sentivo ancora bene il ginocchio”. Bella la discesa della Delago, all’esordio olimpico. Per la ventiquattrenne poliziotta altoatesina curve tonde nella parte alta e centrale, per poi fare la differenza negli ultimi venti secondi di gara.
“E’ bellissimo, è molto emozionante essere qui con mia sorella (Nicol, si è classificata undicesima, ndr), in partenza mi ha detto di divertirmi e di sciare come so sciare, ci siamo abbracciate ed è stato bellissimo: questa medaglia è anche sua”, ha detto ancora incredula Nadia Delago che, oltre ad essere vicina di casa a Selva Gardena dell’ex campione azzurro Peter Runggaldier, è anche nipote degli ex discesisti azzurri, Oskar e Karla Delago.
Pensare che fino alla discesa della Suter al comando c’erano tra azzurre: Goggia, Delago ed Irene Curtoni, quest’ultima alla fine buona quinta. Nel parterre c’era già chi ipotizzava quella che sarebbe stata la tripletta del secolo. Invece, sulla pista ‘Rock’, ancor più rock delle italiane è stata la Suter. Specialista della velocità, Corinne con questo oro aggiunge al suo medagliere la prima medaglia a cinque cerchi dopo quattro iridate. La ventisettenne di Schwyz è diventata la sesta svizzera a vincere la discesa libera ai Giochi olimpici dopo Hedy Schlunegger nel 1948, Madeleine Berthod nel 1956, Marie-Theres Nadig nel 1972, Michela Figini nel 1984 e Dominique Gisin nel 2014. Con Sofia e Nadia è la quinta volta che lo sci alpino italiano sale con due atleti sul podio olimpico.
Al già menzionato bis Ceccarelli-Putzer, la prima volta è datata 13 febbraio del 1972 a Sapporo quando nello slalom speciale vinto dal compianto spagnolo Francisco Fernàndez Ochoa, i cugini Gustav e Roland Thoeni centrarono rispettivamente argento e bronzo. Quattro anni dopo a Innsbruck, il 14 febbraio, sulle nevi di Axamer Lizum, Piero Gros conquistava l’oro in slalom speciale davanti a Gustav Thoeni (argento). L’11 febbraio del 1992 sulle nevi della Val d’Iser in seno ai Giochi di Albertville, Josef Polig si laureava a sorpresa campione olimpico della combinata e Gianfranco Martin medaglia d’argento. 

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