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Gli Stati Uniti hanno superato il milione di morti per Covid. Il peso della diffidenza

Mag 17, 2022

In un lungo articolo pubblicato dal New York Times, è stata cercata la ragione per un triste traguardo: il superamento di un milione di morti causati dalla pandemia negli Stati Uniti. Si tratta di circa il tre per mille della popolazione – una cifra che oltretutto nasconde la diffusione non omogenea della mortalità, distribuita in maniera molto diseguale sia geograficamente che in base allo stato socioeconomico, sicché alcune comunità hanno avuto mortalità ben superiori, tale che tutti i loro componenti abbiano avuto esperienza diretta di almeno un conoscente perito.

  
Di fronte a questo nudo dato, il New York Times pone una questione importante: perché in un paese come l’Australia, abitato da una popolazione con cultura simile (angloamericana), con età mediana identica (38 anni), con percentuali molto simili di inurbamento e con caratteristiche non troppo dissimili in quanto a sistema sanitario nazionale, perché proprio in quel paese si è avuta una mortalità per milione pari ad un decimo di quella nordamericana?

    
La risposta che il quotidiano fornisce è interessante, ed è una lezione anche per noi; vale quindi la pena di riportarla. In breve, si tratta della fiducia: nella scienza, nel sistema sanitario, nelle istituzioni e nella stessa comunità.  

      
Che questo fosse un fattore fondamentale nello spiegare sia il tasso di infezioni che di letalità occorso in paesi diversi, lo sapevamo già, grazie ad un’analisi su 177 paesi pubblicata recentemente da The Lancet; tuttavia, l’analisi testa a testa condotta dal New York Times per quel che riguarda Stati Uniti e Australia è interessante perché mette a fuoco dati diversi per paesi per altri versi simili.

   
Quando è iniziata la pandemia, il 76 per cento degli australiani ha dichiarato di fidarsi del sistema sanitario (rispetto a circa il 34 per cento degli americani) e il 93 per cento degli australiani ha riferito di essere in grado di ottenere sostegno in tempi di crisi da persone che vivono fuori dalla propria famiglia.

  
In sondaggi condotti su scala globale , gli australiani erano più propensi degli americani a concordare sul fatto che “ci si può fidare della maggior parte delle persone” – un fattore importante, come avevano già dimostrato i ricercatori autori del citato studio su The Lancet, nel convincere le persone a cambiare il loro comportamento per il bene comune per combattere il Covid, riducendo i propri movimenti, indossando maschere e vaccinandosi. E i comportamenti, infatti, sono stati molto diversi nei due paesi esaminati: nonostante l’Australia, nel 2021, abbia avuto un grave problema di fornitura di dosi vaccinali, non appena sono arrivate le forniture, si è passati da circa il 10 per cento degli australiani di età superiore ai 16 anni vaccinati all’80 per cento in sei settimane. All’epoca era il tasso più veloce al mondo.

    

Ora, oltre il 95 per cento degli adulti australiani è completamente vaccinato, con l’85 per cento della popolazione totale (inclusi quindi i minori di 16 anni) che ha ricevuto due dosi. Negli Stati Uniti, siamo a circa il 66 per cento, ricorda il New York Times. A causa di questa differenza, è stato stimato da analisi approfondite che da quando i vaccini sono diventati ampiamente disponibili negli Stati Uniti la scorsa estate, un totale di 389.000 adulti negli Stati Uniti sono morti di Covid-19 e 6 su 10 di questi decessi – circa 234.000 morti – avrebbero potuto essere prevenuti da vaccinazioni tempestive. In aggiunta, come si specifica nella stessa analisi, i vaccini non sono l’unico modo per ridurre il carico di malattia di Covid-19. Anche altre precauzioni, come indossare maschere di alta qualità e stare in spazi ben ventilati, possono ridurre il rischio; ma anche per questo tipo di misure è necessario che le persone abbiano fiducia nei dati che la comunità scientifica fornisce e nelle istituzioni che diramano le linee guida cui attenersi.

   
Non sappiamo, e non sapremo mai, se davvero negli Stati Uniti si sarebbe potuto contenere la mortalità ai livelli dell’Australia; è tuttavia inequivocabile che, prima ancora di vaccini, medicine, test e mascherine, una pandemia si combatte con la fiducia nella conoscenza acquisita e nelle istituzioni, un bene sempre più scarso anche nel nostro paese ed eroso ogni giorno anche da chi dovrebbe invece promuovere quella stessa fiducia.

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