Collaborazione almeno formale, che ha portato allo stesso tavolo il sindaco di Melendugno Marco Potì e il manager di Tap Michele Mario Elia. E’ stato quest’ultimo a rassicurare sulla volontà della società di non trasferire i 43 ulivi rimasti in zona San Basilio nel sito di stoccaggio. “Siamo disponibili affinché tutte le operazioni si svolgano nel rispetto dell’ambiente e per garantire la salute degli alberi: i 12 zollati saranno invasati e sistemati insieme ai 31 già nei vasi”. Per capire come debbano essere trattate le piante spostate dal luogo in cui sono cresciute, saranno effettuati sopralluoghi dai tecnici dell’Osservatorio fitosanitario della Regione, insieme a quelli incaricati da Tap e dal Comune.
L’ente di Marco Potì, infatti, non ha alcuna intenzione di arretrare dalla posizione mantenuta finora, di assoluta contrarietà alla realizzazione del gasdotto. “Da parte del Comune di Melendugno e delle amministrazioni che lo hanno sostenuto – ha detto, affiancato dal collega di Martano, Fabio Tarantino -non c’è alcun cambio di rotta rispetto alla possibilità di contrastare nelle sedi opportune questo progetto. Continuiamo a ritenerlo incompatibile con il territorio e le riunioni di questi giorni ne sono la prova”.
Durante gli incontri si è discusso anche del destino di 16 ulivi monumentali, ubicati nella prima area di cantiere Tap, per i quali l’apposita Commissione regionale non ha ancora rilasciato autorizzazione all’espianto. La multinazionale si è impegnata a non spostarli comunque prima del 1 novembre, anche nel caso in cui da Bari dovesse arrivare l’ok.
Le
attività degli oppositori al gasdotto, però, non si fermano anche in presenza dell’accordo che apparentemente mette tutti d’accordo. Ne è prova la presenza, sotto la Prefettura, di una trentina di attivisti, che, in concomitanza con la riunione, hanno effettuato un volantinaggio per informare automobilisti e passanti dei motivi per cui si oppongono alla realizzazione dell’infrastruttura.