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Frena la spinta dei salari: 2017 piatto. Buone notizie per donne e giovani

Mag 14, 2018

MILANO – Frena la crescita degli stipendi dei lavoratori dipendenti italiani: nel corso del 2017 sono cresciuti dello 0,2%, molto meno di quanto avessero fatto l’anno precedente quando erano riusciti a salire del 2,1%. Con l’inflazione che – seppure molto lentamente rispetto ai desiderata della Bce – torna a farsi vedere (+1,2% nell’anno scorso), potrebbe essere un problema per i portafogli delle famiglie.

La nuova edizione del Salary Outlook realizzato dall’Osservatorio Jobpricing dice che un lavoratore dipendente in Italia, ha percepito una retribuzione annua lorda (la cosiddetta Ral) di 29.380 euro, in media. Ci sono ovviamente ampie differenze a seconda dell’inquadramento: si sale a 101.821 euro per i dirigenti, che quasi si dimezzano a 54.021 euro per i quadri, poi 30.814 per gli impiegati e quindi 24.865 per gli operai. Ne deriva che tra la punta della piramide salariale, quella dei manager, e la base operaia c’è un salto di oltre quattro volte.

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La forbice si restringe in parte quando scatta la tassazione. L’effetto progressivo delle aliquota porta infatti a calcolare che, su 13 mensilità di stipendio, un operaio guadagna mediamente 1.475 euro netti al mese, un impiegato 1.681 euro, un quadro 2.625 euro e un dirigente 4.542 euro.

Proprio i dirigenti, per altro, sono quelli che hanno avuto le maggiori soddisfazioni dall’ultima annata retributiva. Dopo tre anni costanti di calo, anche significativo, dovuto in parte ai piani di uscita di “vecchi” manager che non sono stati completamente sostituiti da altrettanti ingressi (o comunque a condizioni economiche meno pesanti per le aziende, che hanno ristrutturato i costi durante la crisi) gli stipendi dei dirigenti sono saliti dello 0,6%. Sono invece leggermente scese le retribuzioni fisse degli impiegati (-0,3%), lievemente salite quelle di operai e quadri (rispettivamente +1,0% e +0,4%). Se si amplia lo sguardo all’ultimo quadriennio, il bilancio per le buste paga dei dipendenti è comunque positivo con un +2,5% medio.

Per altro, ricordando i dati Ocse che comparano i salari medi tra le maggiori economie mondiali, l’Osservatorio annota che le buste paga tricolori vengono dopo i principali Paesi della zona Euro come Francia e Germania, con un distacco significativo anche dall’Irlanda e solo poco prima della Spagna, due Paesi che hanno subito in maniera significativa gli effetti della recessione degli ultimi anni. “La tassazione italiana fa sì che gli stipendi dei lavoratori dipendenti, considerati al netto della tassazione, ci portino agli ultimi posti della classifica”, l’amara annotazione. La dinamica italiana dei redditi reali resta comunque positiva rispetto alla crescita che hanno recentemente sperimentato gli altri.

Tornando al report di JobPricing, tra gli altri trend l’Osservatorio annota alcune dinamiche interessanti sia per gli addetti ai lavori, che per i dipendenti che ogni mese fanno i conti della propria busta paga. Le retribuzioni variabili sono cresciute su base annua in modo interessante a tutti i livelli: + 800 euro lordi per i dirigenti, +550 per i quadri e +200 circa per impiegati ed operai, a testimonianza di un diffondersi dell’ancoramento tra stipendi e risultati.

A livello geografico, i dati indicano che i lavoratori occupati nel Nord guadagnano di più rispetto ai lavoratori del Centro Italia (+7,1%) e soprattutto a quelli del Sud e Isole (+17,3%). La Lombardia si conferma la prima regione dello Stivale per peso degli stipendi, vicina a 32mila euro di Ral, mentre la Calabria è ultima con meno di 24.500 euro.

Da ultime, due annotazioni positive su giovani e donne. Il mercato evidenzia una disparità di retribuzioni tra uomini e donne: il gap di genere è pari al 10,4% a favore degli uomini, che guadagnano in media circa 2.900 euro in più delle donne. “Il divario può essere quantificato immaginando che le donne inizino a guadagnare, rispetto ai colleghi maschi, solo a partire dalla seconda settimana di febbraio”, dice il rapporto. Nel 2016, però, la differenza risultava del 12,7%. Spiragli positivi, in un panorama del lavoro che resta cupo, per i ragazzi. Le retribuzioni dei dipendenti più giovani – soprattutto se impiegati e operai – sono cresciute più delle altre fasce d’età, un dato – sottolineano gli esperti – coerente col trend occupazionale. Un impiegato under 24, nel 2017, ha registrato una Ral di 24.125 euro, in crescita del 5,5% sul 2016. Resta ampio il cosiddetto “generation gap”, ovvero il salto di retribuzione tra ingresso nel mercato del lavoro e maturità: è pari al 47,2%.

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Disclaimer: Il database di JobPricing è costituito da circa 400mila profili retributivi relativi a lavoratori dipendenti di aziende private, raccolti durante il periodo 2014-2017. JP Salary Outlook è un report “rolling” aggiornato semestralmente dall’Osservatorio JobPricing, che offre una fotografia dello stato dell’arte del mercato retributivo italiano. Lo studio (pubblicato a partire dal 2014) rappresenta ormai per ampiezza e profondità di dati un punto di riferimento per le analisi retributive. Il suo scopo è quello di dare un contributo di trasparenza e di oggettività, in un campo troppo spesso dibattuto in base al senso comune, più che a informazioni di mercato.

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