• 20 Maggio 2024 11:41

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Fmi, spagnoli più ricchi degli italiani: sorpasso nel 2017

Apr 19, 2018

WASHINGTON – La Spagna sorpassa l’Italia per Pil procapite. Lo schiaffo di Madrid a Roma è arrivato lo scorso anno, nel 2017. Lo indicano i dati sul reddito pubblicati dal World economic Outlook dell’Fmi e rielaborati ieri dal Financial Times. La tabella del Fondo dà soltanto l’indicazione del ritmo di crescita del Pil pro capite che tuttavia non lascia spazio a dubbi: dal 2015 in Spagna ha segnato tassi di incremento superiori al 3 per cento, più del doppio rispetto all’Italia. Così nel 2017, dopo tre anni di incrementi più forti, è avvenuto il sorpasso: la Spagna ha raggiunto un reddito pro capite, calcolato secondo la tecnica della parità del potere d’acquisto, di 38.286 dollari contro i 38.140,3 dollari dell’Italia. Dunque una differenza di oltre 140 dollari.

Secondo il Financial Times le cose andranno peggio nei prossimi anni: nel 2022 la Spagna sarà il 7 per cento più ricca dell’Italia. Purtroppo se si guarda a dieci anni fa l’Italia era il 10 per cento più ricca della Spagna.

Guardando ai tassi di crescita del Pil complessivi c’era tuttavia da aspettarsi il sorpasso. Secono il World Ecomic Outlook, diffuso a Washington martedì scorso, la Spagna quest’anno crescerà al 2,8 per cento contro circa la metà dell’Italia. In comune hanno il problema del debito: l’Fmi ha richiamo entrambi anche se oggi la direttrice generale dell’Fmi Christine Lagarde, in un dibattito con il nostro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha tenuto a sottolineare che “sembra essersi stabilizato e inizia a calare”.

La questione della crescita dell’Italia, che nel corso dell’ultima legislatura è passata dal segno meno ad un buon segno più, sembra trasformarsi in un giallo proprio a legislatura conclusa. Ieri, secondo alcune indiscrezioni, il governo sarebbe pronto a presentare martedì prossimo il Def, a legislazione vigente, con un aumento della stima della crescita dall’1,5 all’1,6 per cento. Il Tesoro è subito intervenuto spiegando che “il quadro tendenziale del Documento di economia e finanza non è ancora stato definito ed è al momento oggetto di analisi dei tecnici del Mef” e che si tratta di tutte “ipotesi allo studio”.

Lo stesso “caso” si è aperto nei giorni scorsi quando l’Fmi ha dato il Pil italiano in crescita all’1,5 per cento con una revisione al rialzo dello 0,1 per cento. In entrambe le circostanze, secondo ambienti economici bene informati, si tratta di dati superati dagli eventi del primo trimestre dell’anno che ancora non sono stati incorporati dalle previsioni. Tanto è vero che Bankitalia, Confindustria e Ref negli ultimi giorni hanno dato stime della crescita del Pil del primo trimestre di 0,1-0,2 per cento compatibili con una crescita dell’1,2-1,3 per cento. Il motivo è che la produzione indusriale, che pesa per il 20 per cento sul Pil, è stata negativa a gennaio e a febbraio. C’è anche da considerare che, seppure con governo uscente, le stime dovranno essere “validate” dall’Ufficio parlamentare di bilancio.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close