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Finanzieri condannati a Bologna, i giudici: “Se standard fossero questi, Gdf andrebbe cancellata”

Lug 1, 2016

BOLOGNA – “Ci si deve chiedere se questo sia il modo di lavorare normale della Guardia di Finanza e la risposta non può che essere negativa, al di là di ogni ragionevole dubbio. Se questi fossero i suoi standard operativi, la Gdf andrebbe cancellata dalle istituzioni”. La constatazione, durissima, è contenuta nelle motivazioni della sentenza con cui il tribunale di

Bologna ha condannato il 23 dicembre quattro finanzieri del nucleo di polizia tributaria, i tenenti colonnello Massimiliano Parpiglia e Enzo Digiovanni, rispettivamente a cinque e quattro anni e i marescialli Luigi Giannetti e Felice Curcio, a tre anni.

L’accusa, coordinata dal Pm Antonella Scandellari, era di aver ricevuto soldi, cene o regali per “addomesticare” una verifica fiscale alla Rimini Yacht, la società di Giulio Lolli poi fallita e al centro di varie vicende giudiziarie, mentre l’imprenditore è fuggito in Libia. I militari, tra il 2009 e il 2010, avrebbero agito sotto la direzione dello stesso Lolli e di Angelo Cardile, ex generale Gdf in pensione, membro del Cda di Rimini Yacht, che si uccise durante una perquisizione.

Imputato anche un commercialista assolto dalla corruzione e condannato per la bancarotta: tre anni e sei mesi. “La contrarietà ai doveri d’ufficio dei comportamenti tenuti dagli imputati, in particolare da Parpiglia, si è rivelata macroscopica“, scrive il collegio presieduto dal giudice Michele Leoni, in un passaggio delle 127 pagine di sentenza. Il tenente colonnello,

“in palese trasgressione dei propri doveri, ha tenuto strettissimi rapporti con soggetti portatori di interessi connessi con lo svolgimento dei suoi compiti di servizio” e “con un militare in congedo che addirittura era componente del Cda di una grossa società, quando questa stava per essere inserita in programmazione e addirittura in corso di verifica ha accettato un dono di lusso da pare di un soggetto che doveva di lì a poco sottoporre a verifica”.

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