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Festa dei popoli a Roma per raccontare il difficile cammino dell’integrazione

Mag 21, 2018

Le migrazioni come potenziale ricchezza, provvidenziale risorsa da scoprire e da valorizzare per stimolare la vita pastorale, liturgica e associativa, l’educazione e l’accoglienza. con questo obiettivo che si svolta ieri a Roma, a San Giovanni in Laterano, la XXVII edizione della Festa dei Popoli, con le comunit di stranieri presenti nella Capitale. Parole d’ordine: maggiore integrazione e massimo sostegno reciproco. La festa – organizzata dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma e dalla Caritas di Roma in collaborazione con le comunit cattoliche etniche, con Impresa Sant’Annibale Onlus e con la partecipazione di Earth Day Italia e di numerose realt impegnate sul tema delle migrazioni – ha voluto accendere un faro sull’importanza di assicurare ai cattolici stranieri un luogo di culto in Italia e dare voce alla realt migratoria nella citt, sensibilizzando la societ civile sul tema dell’immigrazione cercand di fare in modo che ci siano leggi giuste a favore dei migranti, che rappresentano anche un risorsa lavorativa per tanti mestieri.

Il difficile cammino dell’integrazione

L’edizione di quest’anno della tradizionale Festa dei popoli ha allargato il consueto coinvolgimento delle comunit migranti cattoliche gi da tempo integrate, alle realt non cattoliche, a volte con difficili cammini di integrazione da completare o addirittura iniziare. Vogliamo contribuire allo sviluppo di una cultura dell’accoglienza autentica e non di circostanza – ha detto Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma – per affermare in tutta la sua pienezza il valore della solidariet tra i popoli. Il tema dell’accoglienza, ha ricordato Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, fortemente presente nei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite previsti nell’Agenda 2030 che sono stati al centro delle celebrazioni italiane della Giornata mondiale della Terra. La Festa dei Popoli quest’anno ci invita a riflettere su quanto accoglienza, sostenibilit e sviluppo siano fattori strettamente interconnessi.

(Festa dei popoli a San Giovanni in Laterano a Roma (foto Epr comunicazione)

Da Suleman a Reza, le storie di chi ce l’ha fatta

Alla Festa dei popoli si sono intrecciate tante storie di integrazione riuscita: come quella di Talibe Cissokho (dal Senegal) della Citt dei Ragazzi di Roma. Arrivato in Italia come minore straniero non accompagnato ha raccontato la sua storia, il viaggio, l’accoglienza e il difficile percorso di integrazione. Suleman, presidente della cooperativa Barikam, ha raccontato la sua storia: giovane rifugiato maliano che, dopo aver vissuto le rivolte e lo schiavismo a Rosarno, ha inaugurato una cooperativa sociale che produce yogurt biologico e prodotti bio, che vengono trasportati per Roma in bicicletta. La coop ha vinto premi per la sua produzione a impatto zero e il valore imprenditoriale. Reza invece un ragazzo afghano diventato imprenditore, arrivato a 12 anni in Italia come minore straniero: ora gestisce una sartoria dove lavorano 5 dipendenti di etnia opposta alla sua e anche italiani. Nel corso della giornata anche degustazioni gastronomiche di piatti tipici delle comunit di 10 Paesi diversi (Eritrea, Congo, Togo, Romania, Ghana, Nigeria, Ucraina, Polonia, Capoverde, Camerun), canti e balli folkloristici, sfilata di abiti tradizionalie concerto finale in collaborazione con World Intercultural Institute. (N.Co.)

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