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Farmaci: 50 euro a testa per il ticket, 18 spesi per avere medicine di marca

Lug 25, 2019

LA SPESA FARMACEUTICA

A fare il punto sulla giungla dei ticket è il report dell’Osservatorio Gimbe, realizzato integrando i dati del Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti con quelli del Rapporto Osmed 2018 sull’utilizzo dei farmaci in Italia

di Marzio Bartoloni

25 luglio 2019


Più farmaci generici per rendere sostenibili le cure pubbliche

2′ di lettura

Ogni italiano ha pagato quasi 50 euro di ticket nel 2018 per un totale complessivo di circa 3 miliardi (+3% annuo) e con differenze regionali tali da generare una vera e propria giungla dei ticket: dagli 88 euro della Valle d’Aosta ai 34 della Sardegna. Ma di questa spesa 18,6 euro pro-capite è stato sborsato dai cittadini per acquistare farmaci di marca, rinunciando molto spesso alla possibilità di impiegare i più economici equivalenti (i generici).

Più farmaci generici per rendere sostenibili le cure pubbliche – GUARDA IL VIDEO

A fare il punto è un report dell’Osservatorio Gimbe in cui si sottolinea come è cambiata negli anni la compartecipazione (i ticket appunto) alla spesa farmaceutica da parte degli italiani. «Introdotta per moderare i consumi, la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria – ricorda il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – si è progressivamente trasformata, in un periodo caratterizzato dal definanziamento della sanità pubblica, in un consistente capitolo di entrata per le Regioni». E ognuna lo amministra con un livello di autonomia che genera grandi differenze, sia riguardo le prestazioni su cui vengono applicati, sia sugli importi da corrispondere, sia sulle regole per le esenzioni. In particolare, la quota pro capite totale per i ticket oscilla dagli 88 euro in Valle d’Aosta a 34 in Sardegna; per i soli farmaci l’importo varia da 36 euro in Campania ai 16 in Piemonte, mentre per le prestazioni specialistiche si passa da 64 euro della Valle d’Aosta a 8,5 della Sicilia. Una revisione dei criteri di compartecipazione è tra L’ALTRO gli obiettivi fissati dall’ultima manovra per la stesura del nuovo Patto per la Salute.

Il report, realizzato integrando i dati del Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti con quelli del Rapporto Osmed 2018, evidenzia anche la propensione degli italiani per i farmaci di marca. Tanto che il ridotto uso di farmaci equivalenti pesa per oltre 1,1 miliardi l’anno sulle tasche dei cittadini, che lo sborsano per pagare la differenza di prezzo tra il prodotto di marca e quello no brand. Nel 2018 degli 1,608 miliardi sborsati per il ticket sui farmaci infatti solo il 30% è relativo alla quota fissa per ricetta (8 euro pro capite), mentre il rimanente 70%, ovvero 1,126 milioni (18,6 euro pro capite) è imputabile alla scarsa diffusione dei no brand per cui secondo l’Ocse Italia si colloca al penultimo posto su 27 Paesi. «Spicca – sottolinea Cartabellotta – l’ostinata e ingiustificata resistenza ai farmaci equivalenti nelle Regioni del Centro-Sud nelle quali si rileva una spesa per i farmaci di marca più elevata della media nazionale». In particolare: Lazio (24,7 euro pro capite annuo), Sicilia (24,2), Calabria (23,6), Campania (23), Basilicata (22,1), Puglia (21,9), Abruzzo (21,5), Molise (21,3).

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