• 25 Aprile 2024 4:06

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Fare soldi spacciando droga su Internet e finire in un mare di guai

Giu 23, 2022

AGI – La si potrebbe definire una imprenditoria alla ‘Breaking Bad 2.0’. La domanda di sostanze stupefacenti è tornata “ai livelli pre Covid” e nella filiera della distribuzione al dettaglio assumono sempre maggiore rilevanza Internet e i nuovi strumenti offerti dalle piattaforme informatiche.

A confermare la tendenza è l’ultima Relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga, secondo cui oggi “sussistono tutte le condizioni per lo sviluppo di una nuova forma di imprenditoria delinquenziale ‘fai da te’, che permette di avviare redditizie attività di spaccio, utilizzando le potenzialità offerte dal web, in termini di facilità di accesso e di anonimato e dall’ e-commerce”.

 Le droghe sintetiche, ad esempio, sono molto potenti e ne bastano minime quantità per confezionare centinaia di dosi: basta un semplice clic per creare una piazza di spaccio digitale. Si possono effettuare ordini online e ricevere a casa lo stupefacente, tramite spedizioni postali.

Un focus particolare è stato riservato, quest’anno, ai social network. Molte app di messaggistica istantanea, permettendo comunicazioni anonime, addirittura criptate e a eliminazione automatica, sono diventati strumenti diffusi nell’attività di spaccio e affiancano, nell’open web, le transazioni di stupefacente, che si svolgono, grazie all’utilizzo di particolari software di “anonimizzazione” e di delocalizzazione, nel deep web e nel dark web.

Come vanno i sequestri di droga

Calano i sequestri di droghe sintetiche ma i sequestri di sostanze liquide aumentano rispetto a quelli riguardanti le quantità in dose o polvere: in particolare, ammontano a circa 90 litri i sequestri di GBL e a oltre 5 litri quelli di GHB, due potenti sedativi dissociativi, tristemente noti per il loro impiego come “droghe dello stupro“.

Si tratta – spiega l’ultima Relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga – di sostanze conosciute da tempo, ma che, nel 2021, sono tornate alla ribalta della cronaca per la scoperta di un vasto fenomeno di spaccio perpetrato mediante siti di vendita online, che ha portato a triplicare i sequestri rispetto all’anno precedente, all’esito di complesse indagini di polizia, condotte ricorrendo all’impiego di consegne controllate e a operazioni sotto copertura.

Si muore meno di overdose, ma si muore

Calano per il secondo anno consecutivo i decessi per overdose in Italia, dai 309 del 2020 ai 293 del 2021 (-5,18%): nei tre anni precedenti il loro numero era sempre cresciuto, dai 268 del 2016 ai 297 del 2017, fino ai 336 del 2018 e ai 374 del 2020.

L’analisi del dato, riferito alle singole sostanze che hanno causato l’evento letale, non evidenzia situazioni particolarmente significative: nel 2021 sono state 15 in meno le morti dovute a sovradosaggio di metadone (20 in tutto), 7 in meno quelle per cocaina (64) e una in meno quelle per eroina (135).

Sessantotto (8 in più) i decessi per i quali la causa non è stata individuata mentre ricompare, dopo anni, quale causa di un evento esiziale la sostanza Lsd. “È ancora presto – ammette la Relazione – per dire se siamo di fronte a una regressione strutturata del fenomeno, come sarebbe certamente auspicabile, o se la diminuzione è ancora il frutto di circostanze contingenti e transitorie. Vero è che dal 1973, anno in cui hanno avuto inizio le rilevazioni in Italia sugli esiti fatali per abuso di droga, è di 26.448 morti il tributo di vite umane dovuto al consumo di stupefacenti”. 

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