Il team di Maranello non ha brillato nelle qualifiche, lasciando sfumare un’opportunità che sembrava promettente. La SF-24 EVO, una creatura elegante e ben bilanciata, ha però ceduto sotto il peso del primo settore della pista imolese. Solo nel T1, di fatti, Charles Leclerc ha visto svanire tre decimi preziosi rispetto al tre volte campione del mondo. Un distacco fatale che la rossa numero 16 non è riuscita a colmare nel resto del tracciato. Ma Vasseur non ha ceduto alla disperazione. Il manager di Draveil ha mantenuto un’aura di fiducia e ottimismo in vista della gara.
Le prove con alto carico di carburante del venerdì avevano rivelato un ritmo eccellente, il migliore secondo le medie cronometriche delle vetture cariche di carburante, nonostante il consumo gomme stimato pareva superiore rispetto a quello di McLaren e Red Bull. Il piano del Cavallino Rampante per la gara era senza dubbio parecchio audace: attaccare sin dall’inizio. La prima curva rappresentava una cruciale occasione per farlo. Partendo dalla terza posizione in griglia, Charles nutriva la possibilità di sfruttare la scia e tentare il sorpasso alla prima staccata, un’opportunità rara considerando il layout di Imola, che non offre molte altre sezioni favorevoli per mettere dietro gli avversari.
Nel consueto briefing pre-gara Ferrari aveva delineato diverse strategie, contemplando scenari ipotetici come l’ingresso della Safety Car che, se sfruttato abilmente, poteva ribaltare le sorti del Gran Premio proprio come accadde a Norris in quel di Miami. Tanti discorsi che alla fine dei conti non si sono concretizzati. La gara è stata parecchio noiosa per di più. Situazione che può essere in gran parte attribuita a un layout che, con l’attuale generazione di monoposto, non riesce a evocare quel dramma palpitante tanto desiderato da Liberty Media. Le curve si susseguivano senza la maestosità di un racconto ben scritto.
Ferrari perde una posizione sulla McLaren
La tattica prima del via era chiara: una sola sosta per non perdere tempo extra con due passaggi in pit-lane, che a Imola “costano” la bellezza di 28 secondi. Questo aspetto, se da un lato diminuisce la competitività delle vetture, dall’altro rende ancora più difficili le manovre di sorpasso. Inoltre, tutte le scuderie hanno accuratamente evitato le gomme Soft per la gara, una mescola con un grip extra molto forte ma al contempo soggetta al degrado. Medium-Hard, quindi, la scelta più logica e rapida, come indicato anche dalla stessa Pirelli. Lo start del Gran Premio di Imola non ha riservato nessuna enfasi.
Concentrandoci sulle rosse, lo stacco frizione di Leclerc non è stato dei migliori, tanto che Sainz ha cercato di affiancarlo nel tentativo di metterlo alle sue spalle. Tuttavia, la scia dei piloti in testa ha aiutato il monegasco che è riuscito a mantenere la terza posizione in curva 1. Nelle prime tornate Max Verstappen ha cercato di creare il solito divario, utile per costruire un margine di sicurezza nei confronti dei suoi diretti concorrenti. Ma Lando non ha mollato. L’ottima efficienza aerodinamica della sua MCL38, unitamente al livello di aderenza consistente, ha consentito all’inglese di tenere agevolmente il passo di Max.
Fonte: Ferrari media centerCharles Leclerc e Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) a bordo delle SF-24 EVO – GP Imola 2024
Verso la fine del primo stint, il rendimento delle McLaren andava leggermente scemando. Inoltre fare la sosta era vantaggioso in quanto Norris poteva tornare in pista davanti a Perez con le Hard (calcolo errato del team perché Lando è finto dietro a Checo). Questo tipo di gomme non ha richiesto un particolare warm-up, tanto che i due piloti si sono facilmente sbarazzati della seconda guida Sergio Perez, partito dietro con le Pirelli a banda bianca, che aveva un passo decisamente inferiore tenendo presente i tanti giri sul groppone. La Ferrari si è fermata due passaggi più tardi e come gli avversari ha scelto le mescole più dure del lotto. Dopo la sosta Leclerc è tornato alle spalle di Norris, sebbene con un distacco maggiore rispetto al delta che precedeva la sostituzione degli pneumatici.
Sainz ha invece perso la posizione su Piastri. Giudicare a caldo una strategia è sempre difficile, lo sappiamo. Fatto sta che lo spagnolo, ormai da tempo con la data di scadenza sulle spalle, in quanto verrà sostituito nel prossimo campionato dal sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, aveva comunque un buon ritmo e forse, mantenendo la posizione sull’australiano della McLaren dopo il pit, avrebbe potuto tagliare il traguardo prima di Oscar. La prova provata purtroppo non arriverà mai. È ovvio. Ma con il senno di poi, restare fuori più a lungo per attendere un Safety Car che di fatto non è mai arrivata, non può essere certo definita come scelta corretta.
Leclerc si avvicina a Norris che però stava gestendo
Nel secondo blocco della gara in terra italiana, il contesto competitivo è rimasto parecchio noioso. La Ferrari ha mostrato un buon approccio su questa mescola, sebbene rispetto agli avversari abbia impiegato qualche tornata in più per centrare e mantenere le corrette temperature di esercizio delle mescole Hard. Su queste gomme, va detto che il grado di consumo è stato più ampio di quanto ci si aspettasse. Per tale ragione il tyre management ha condizionato la corsa di tutti i piloti. Nella prima parte del secondo stint Leclerc ha chiuso il gap su Norris, tanto che un possibile tentativo di attacco sul rivale britannico pareva avvicinarsi.
Charles ha lavorato molto sulla trazione, per garantire un’energia immessa nei compound tale da non mandare fuori temperatura le “calzature”. Obbiettivo centrato, al contrario di Lando che invece ha sofferto un po’. Il muretto della McLaren è pertanto intervenuto per suggerire giuste traiettorie e tipo di accelerazione, elementi che hanno aiutato facendo rientrare l’allarme gomme. Soluzione talmente buona che ha permesso a Norris di abbassare i propri lap-time, staccare nuovamente Leclerc e farsi sotto agli scarichi di Verstappen. L’olandese ha però retto l’offensiva, benché fosse a rischio penalità per aver già superato più volte i track limits e il uso asse posteriore patisse di temperature eccessive.
Terzo e quinto posto che non soddisfa appieno Ferrari. Il target per il primo fine settimana europeo della F1 non è stato centrato. Il Cavallino Rampante sale comunque sul podio, a casa sua, e in minima parte può festeggiare. Lo fa per due ragioni. Stappare lo champagne di fronte al pubblico amico è pur sempre una bella soddisfazione, alla quale ne va aggiunta un’altra, in questo caso ancora più importante se ragioniamo sul futuro a breve termine: anche sulla lunga distanza, con alto quantitativo di carburante a bordo, gli aggiornamenti della Ferrari SF-24 EVO hanno funzionato. Questo significa che nelle prossime gare verranno ottimizzati per accedere a una prestazione maggiore.