• 27 Novembre 2024 1:45

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F1, cavalcata solitaria per Verstappen: Ferrari ennesimo flop

Ott 9, 2023

Chi pensava che la vittoria del terzo titolo Mondiale da parte di Max Verstappen, ieri, in occasione della Sprint Race, avrebbe “ammorbidito” l’olandese è rimasto deluso. Il pilota della Red Bull ha deciso di non lasciare agli avversari nemmeno le briciole, trionfando anche nel GP Qatar, sestultima gara del campionato di F1.

La vittoria portata a casa da Sainz e dalla Ferrari a Singapore deve essere stato uno smacco sufficiente per l’attuale campione del mondo che, ne siamo sicuri, avrebbe voluto portarsele a casa tutte in questo 2023. E ne sarebbe stato capace con questa RB18, se non fosse stato per la defaillance di Marina Bay.

Anche se sono passate due settimane dall’ultima gara di Suzuka, c’è un minimo comune denominatore che unisce con un filo invisibile la tappa nipponica con il GP Qatar. Sul podio, con SuperMax Verstappen, sono salite ancora le McLaren con Oscar Piatri, secondo, davanti a Lando Norris, terzo. Se il risultato di Lusail conferma i buoni passi in avanti fatti dal team di Woking, non si può dire lo stesso della Ferrari.

Il Cavallino Rampante, in Giappone, si era fermato ai piedi del podio rispettivamente con Leclerc, quarto, e Sainz, sesto. A Lusail è andata molto peggio: se lo spagnolo non ha nemmeno preso il via alla corsa a causa di un problema di alimentazione alla sua SF-23, il monegasco non è riuscito ad andare oltre la quinta posizione. Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: i top e flop del GP Qatar di F1.

TOP

Max Verstappen

Che gli si vuol dire. Posso solo dire di essere sollevata a dover “promuovere e bocciare” i piloti e non dare voti. Questo perché, in più di un’occasione ho pensato che non ci fosse un punteggio giusto per quello che sta facendo Max Verstappen. Dopo aver vinto il terzo titolo mondiale della carriera, grazie alla seconda posizione ottenuta nella Sprint Race, avrebbe potuto accontentarsi e invece no. L’olandese fa quello che fa ogni maledetta domenica di gara: il cannibale.

Partiva dalla pole position e al via non ha sbagliato niente. Ha tenuto la posizione sulla Mercedes di Russell e, grazie a un ritmo impossibile da tenere per tutti gli altri, vince anche a Lusail. Basti pensare che l’olandese, al 35esimo giro della corsa, in occasione del suo ultimo pit stop aveva un distacco di trentaquattro secondi di vantaggio su Piastri. Una voragine che ha permesso a Verstappen di rientrare in pista da leader, nonostante un piccolo errore da parte degli uomini Red Bull in occasione della sosta del 26enne.

Nonostante corra per la concorrenza, bisogna dire la verità: Verstappen ha una marcia in più e non perché guida una Red Bull. È stato l’unico pilota in pista a Lusail a non aver mai oltrepassato i track limits durante la corsa, non si fa sfuggire nessun dettaglio e si porta a casa anche la vittoria numero 49 della carriera, la 14esima della stagione nonostante le proibitive condizioni climatiche, col caldo che ha messo a dura prova i piloti.

Verstappen è a due vittorie da un mostro sacro di questo sport come Prost e anche se non è mai bello fare paragoni tra campioni di ere diverse, l’olandese ha tutte le carte in regole per riscrivere la storia della F1. In termini di numeri e non solo.

McLaren

Sono da prendere di esempio. Sia Piastri che Norris avrebbero dovuto essere inseriti tra i top del GP Qatar ma, dato il limite di presenze accettate, ho deciso di premiare tutta la McLaren. Perché non solo i piloti hanno meritato la promozione ma l’intera scuderia inglese che ha confermato i buoni passi avanti a livello prestazionale fatti nel 2023.

Giusto per dare un’idea della crescita della McLaren, basti pensare che in occasione della Sprint Race del GP Qatar, Norris e Piastri hanno totalizzato più punti rispetto a quelli portati a casa nelle prime cinque gare della stagione.

In particolar modo, mi sento di fare un grande applauso anche ai meccanici della scuderia inglese che sono riusciti a mettere a segno un pit stop praticamente perfetto da 1,8 secondi, segnale di un miglioramento non solo prestazionale per quanto riguarda la MCL60 ma proprio a livello di operazioni in pista. E buona parte del merito di questi successi (perché, diciamocelo, la McLaren non è più una sorpresa ma una conferma) mi sento di riservarlo ad Andrea Stella. Ex uomo Ferrari, seguì Alonso oltre Manica ai tempi del trasferimento a Woking. E se la McLaren è arrivata a questo livello è anche grazie a lui.

Esteban Ocon

A Lusail l’Alpine era tremendamente veloce. Tant’é che fino a pochi giri prima del termine della corsa entrambe le A523 erano in top ten. Solamente una penalità di cinque secondi per il superamento dei limiti della pista ha fatto uscire Gasly dalla zona punti.

Ocon, settimo a fine GP Qatar, quando bisogna tirare fuori gli attributi c’è. È determinato, preciso, lotta e difende la sua posizione come pochi altri suoi colleghi. Tenendo conto delle difficoltà riscontrate dalla scuderia transalpina in questo ultimo anno, il settimo posto di Ocon è molto positivo e può servire come iniezione di fiducia per la parte finale del campionato e, ancora di più, per un più vivace 2024.

FLOP

Lewis Hamilton

Sarà la mancanza di Toto Wolff al muretto o la stanchezza di fine stagione… ma nel GP Qatar Sir Lewis Hamilton commette un errore da novellino. Getta nelle ortiche la sua gara e rischia di far ritirare dalla corsa anche la W14 gemella. A differenza degli altri, il pilota inglese parte con gomme Soft, l’unico tra i primi dieci della griglia di partenza. Ha un buono spunto, mette nel mirino Verstappen e probabilmente non si aspettava un Russell così aggressivo.

Fonte: Getty ImagesHamilton si è assunto la colpa dell’incidente, scagionando il suo compagno di squadra

In curva 1 si trova all’esterno, stringe di poco la traiettoria interna e si tocca col suo compagno di squadra. Russell, a sandwich tra Hamilton e Verstappen, non poteva fare altro, non poteva levarsi da lì. Un peccato per la Mercedes che oggi aveva il passo giusto per fare grandi cose. Nonostante l’incidente di gara con Hamilton, Russell è riuscito a rimontare fino alla quarta posizione. Chissà se non ci fosse stato il contatto alla prima curva fino a dove avrebbe potuto arrivare la Mercedes.

A favore del sette volte campione del mondo va detto che si è assunto subito la responsabilità dell’accaduto, attribuendosi la colpa dell’incidente e, di fatto, assolvendo il compagno di squadra, nonostante le prime voci che volevano Russell come il maggior colpevole del “fattaccio”.

Sergio Perez

Esattamente come Verstappen è una costante dei nostri top, Sergio Perez ormai ha il posto fisso, ahimè per lui, tra i nostri flop. Il messicano guida la stessa Red Bull di Verstappen, ma sembra girare in pista su una Topolino 500. Lo abbiamo scritto più volte. Essere il compagno di squadra dell’olandese non è facile, ma da Miami a questa parte non ne imbrocca una giusta. Esattamente come era successo a Suzuka, anche a Lusail è coinvolto in un incidente nella Sprint Race, e grazie a ciò permette a Verstappen di vincere il Mondiale già nella giornata di sabato.

Per questo motivo è obbligato a sostituire alcune parti della power unit, parte dalla pit lane. Nel tentativo di rimontare chiude in decima posizione con doppia penalità per aver oltrepassato più volte i track limits e porta un solo punto alla Red Bull.

Anche se il contratto con la scuderia anglo-austriaca scadrà a fine 2024, se Perez non sarà in grado di dare segnali di ripreso entro le ultime gare di quest’anno, mi riesce difficile pensare che il prossimo anno possa ancora correre per la Red Bull. E i candidati per prendere il posto del messicano (vedi la stizza di Norris, oggi, per non poter lottare con Piastri per la seconda posizione) non mancano.

Track Limits

Quando si pensa di aver raggiunto il punto più basso in Austria, perché già di barzelletta si stava parlando, a Lusail si ripresenta la farsa dei track limits. Quanto visto in pista in questo fine settimana ha ovviamente acceso le discussioni che avevano infervorato il weekend del Red Bull Ring. I giri cancellati per violazione dei track limits in Qatar sono stati 51. Pochi, se pensiamo che in Austria erano stati 83.

Sono stati ben dieci i piloti che si sono visti infliggere penalità da parte dei commissari per aver superato i limiti della pista. Proprio tra la curva 12 e la curva 13, il track limit è stato spostato di circa 80 centimetri verso destra, obbligando i piloti a riprendere le misure per entrare in quel tratto del tracciato. La modifica è stata effettuata per una questione di sicurezza visto che la Pirelli, a seguito di alcuni controlli effettuati sugli pneumatici, ha riscontrato una serie di microfratture alle gomme causate (probabilmente) dai nuovi cordoli installati sul tracciato.

Ma qui la domanda da farsi è un altra: visto che viviamo nell’era dei simulatori, perché non si è pensato a questo problema quando è stata omologata la pista? E non è nemmeno un grattacapo da poco, tenendo conto che il GP Qatar sarà una tappa fissa del calendario ancora per molti anni.

MENZIONE D’ONORE

Logan Sargeant

Non è stato l’unico a sentirsi male. E qui verrebbe da pensare che oltre alla questione track limits e cordoli, sarebbe da rivedere anche la collocazione in calendario. Il caldo, infatti, ha rappresentato forse l’avversario più ostico per i piloti che hanno corso a Lusail. Anche più di Max Verstappen.

Le altissime temperature e il tasso di umidità hanno messo a dura prova gli assi del volante che, in più di un’occasione, sembravano assomigliare ai comuni mortali che in pieno agosto sono bloccati nel traffico sulle strade che portano ai luoghi di vacanza.
Tra chi si è ritirato come Sargeant e chi ha alzato le visiere dei caschi nella speranza di prendere un po’ di fresco come Russell e Norris, dopo il GP Qatar sono finiti al centro medico anche Lance Stroll e Alex Albon. Il fatto che professionisti così giovani abbiano avuto dei cali fisici così ingenti, la dice lunga sulle condizioni in cui si sono trovati a correre oggi.

E qui, come scritto sopra, mi sento di fare una menzione d’onore a Logan Sargeant per aver avuto il coraggio di dire basta e fermarsi. Forse nella testa del pilota americano saranno passati mille pensieri, avrà avuto paura a ritirarsi a causa del terribile caldo che lo ha completamente stremato, avrà avuto paura di essere accusato di non aver sufficiente spina dorsale. Ma come gli ha detto il suo ingegnere (al quale va un applauso per come ha gestito la situazione) non deve provare alcuna vergogna.

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