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Embraco, confermato il congelamento dei licenziamenti

Mar 2, 2018

MILANO – Si apre uno spiraglio nella vertenza Embraco. Come anticipato oggi da Repubblica, le lettere di licenziamento che sarebbero dovute partire alla fine di marzo saranno congelate e ai lavoratori dovrebbe essere garantito lo stipendio almeno per quest’anno. La conferma è arrivata da Lino La Mendola, sindacalista della Fiom di Torino, entrando all’incontro in programma oggi al Mise con il ministro Carlo Calenda: “Abbiamo conferma sul congelamento delle lettere di licenziamento per il 2018 in attesa della reindustrializzazione”, ha detto. “La copertura salariale dovrebbe essere piena per quest’anno, ci aspettiamo che ci sia una soluzione anche dal 1 gennaio 2019. Ci deve essere una soluzione in modo che nessun lavoratore venga cacciato contro la sua volontà. Noi i licenziamenti non li firmiamo”.

Linea ribadita anche dall’ad di Invitalia Domenico Arcuri: “Le lettere di licenziamento sono state congelate fino a fine anno”, ha detto. “La trattativa si sta concludendo in modo positivo. C’è un accordo che verte sull’assenza di licenziamenti, su un’attività di reindustrializzazione con l’apporto dell’azienda e del Fondo di contrasto alla delocalizzazione attivato dal Cipe. Il tutto in un arco sufficientemente lungo perché la vicenda possa risolversi”, ha detto ancora Arcuri.

Più pessimista il segretario della Uil Carmeloi Barbagallo: “Dalle notizie che arrivano da Roma non

ci sarà un verbale di accordo. Hanno proposto il congelamento dei licenziamenti, chiedendo però di accettare i licenziamenti al 30 novembre. Questo non va bene, ma abbiamo ancora tempo”.

IL PIANO

Il piano a cui lavora al governo è quindi quello di guadagnare tempo per pèermettere a governo ed enti locali di trovare nuovi imprenditori pronti a subentare alla multinazionale brasiliana. Se da un lato l’azienda anche nei colloqui degli utlimi giorni ha ribadito di non volere retrocedere dalla chiusura delo stabilimento a causa di impegni presi con gli investitori, dall’altro materialmente la procedura di licenziamento potrebbe slittare almeno fino alla fine dell’anno. Un rinvio che potrrebbe concedere tempo prezioso al futuro governo per trovare una soluzione.

Per il momento il Mise non si è sbilanciato pubblicamente sul piano. Prima dell’incontro con i sindacati il ministro Calenda s è limitato ad escludere soluzioni come la riassunzione part-time o il ricorso alla Naspi.

Silvio stamattina ci lavoriamo. Nessun part time e nessun impatto su naspi sono accettabili. Questo è chiaro. https://t.co/XQLohmShWq

— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 2 marzo 2018

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