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Elliott sale al 13,7% potenziale in Telecom: “Cda indipendente può creare enorme valore”. E Assogestioni non farà la sua lista

Apr 9, 2018

MILANO – Anche Iss, dopo Glass Lewis si schiera al fianco del fondo Elliott e quindi contro Vinvendi nella sfida per il controllo del consiglio di amministrazione di Telecom Italia. Secondo l’advisor internazionale – che dà suggerimenti strategici ai fondi su come posizionarsi nelle assemblee delle società partecipate – “Vivendi sembra essere ormai più un rischio che un asset per Tim”. Secondo Iss, dopo i numerosi cambi di management degli ultimi anni “l’influenza di Vivendi non ha portato stabilità” nella gestione dell’azienda e nel suo business plan. Insomma, il fatto di avere un socio importante con il 23,9% del capitale, e attivo in un’industria affine a quella delle telecomunicazioni, secondo gli esperti ha fatto più male all’azienda che altro, perché Tim “ha visto tre ad in 2 anni, incontrando diverse difficolta con i regolatori”. Inoltre il “sempre presente conflitto d’interessi, e il fatto che avere una media company come azionista di controllo de facto, ha ristretto la rosa delle alternative strategiche di Tim, sono tutti fattori che ci portano a supportare le candidature di Elliott”.

Iss, prosegue sulla disanima delle liste, e precisa che “3 dei candidati di Elliott hanno fatto i capi di tre aziende a controllo pubblico (Enel-Rai-Alitalia), e uno ha lavorato in Consob”: fattori importanti in un contesto dove bisogna ricucire i rapporti con le autorità. Infine Iss fa notare che “Elliott non sta cercando posti per se stessa, o per spingere un particolare piano strategico”. Per tutti questi motivi, Iss consiglia all’assemblea convocata per il 24 aprile di revocare i 6 consiglieri in quota Vivendi, e supportare i 6 candidati di Elliott.

Intanto, in attesa del cda che dovrà decidere su un ricorso ex articolo 700 contro la decisione dei sindaci, che hanno chiesto l’integrazione dell’ordine del giorno con le richieste di Elliott, l’azione di Tim in Piazza affari perde quota, dopo che nelle ultime sedute della settimana scorsa aveva registrato un progresso superiore al 12%. Sarebbe molto grave, a giudizio del mercato, che la società prendesse una simile decisione contro il collegio sindacale. Non a caso Elliott si è portato avanti con un ricorso in Consob. E l’incertezza, stamani ha fatto scivolare in apertura Tim di circa il 5%, per le inevitabili prese di beneficio. Dopo l’annuncio della Cdp sul suo ingresso nell’azionariato, oggi a Milano si riunirà il consiglio di amministrazione della società telefonica, in vista dell’assemblea del 24 aprile e del rinnovo del Cda.

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Nel fine settimana era arrivata la raccomandazione di Glass Lewis, che come Iss supporta con decisione la strategia del fondo attivista Elliott, volta al ribaltone nel doppio passaggio che riunirà gli azionisti del gruppo telefonico il 24 aprile e il 4 maggio.

Tim, anche Iss si schiera al fianco di Elliott: Vivendi è un rischio per la società

In 40 pagine, gli specialisti si sono rivolti agli investitori che hanno tempo fino al 13 per depositare le azioni con cui tra due settimane dovranno scegliere se revocare sei amministratori che il gruppo dei media francese Vivendi, primo socio al 24%, aveva a suo tempo indicato, ma che ora Elliott taccia di conflitto di interesse; e dovranno altresì decidere se, contestualmente, l’assemblea non debba nominare sei consiglieri indipendenti indicati dall’investitore guidato da Paul Singer, che nelle ultime settimane ha rastrellato il 5,75% di Telecom e conta di presentarsi in assemblea con una quota attorno al 10%, e il supporto della Cassa depositi e prestiti con un pacchetto in costruzione che potrebbe arrivare vicino al 5%

L’argomento decisivo, dice Glass Lewis, “è l’ampia casistica che indica come Vivendi ha gestito e intende gestire Telecom Italia al servizio dei propri interessi, senza curarsi della vasta maggioranza degli altri investitori istituzionali”. Un giudizio molto tranchant, che costituisce un tassello importante per la strategia di Elliott: anche perché appare sempre più probabile che queste tesi facciano breccia tra i fondi italiani, riuniti nel Comitato dei gestori e che difficilmente – c’è tempo fino a lunedì pomeriggio – presenteranno una propria lista di minoranza per l’altra assemblea del 4 maggio, con ciò rafforzando il testa a testa Elliott-Vivendi.

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