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Elezioni a Morterone, con 27 abitanti e due candidati sindaco forestieri

Set 7, 2021

AGI – “E poi sono saltati fuori questi qui, tutto d’un botto”. C’è la rivoluzione sotto al Resegone, la montagna “coi molti cocuzzoli in fila” che Alessandro Manzoni paragonò a una “grande sega” nel suo incipit che partiva proprio da questo ramo del lago di Como. E ha preso di sorpresa pure Maurizio, cuoco e titolare della ‘Trattoria dei Caccciatori’, punto di ristoro per chi vive ai mille metri di Morterone e per chi ci passa, camminatori, ciclisti e spesso anche giornalisti di tutto il mondo affascinanti dall’epopea lillipuziana del Comune più piccolo d’Italia, 29 residenti, 27 votanti, gli altri due sono minorenni. 

La rivoluzione è la scomparsa di un cognome. “Da 35 anni i sindaci qui erano sempre Invernizzi, il 4 ottobre ne avremo uno nuovo a meno che non vincano gli astensionisti”. Difficile, perché bastano poche preferenze all’uno o all’altro dei due candidati ‘stranieri‘: Andrea Grassi, 32 anni, imprenditore di Villa D’Adda, sempre nel lecchese, origini pugliesi, proposto dal Partito Gay Lgbt+ e Dario Pesenti, 52 anni, avvocato di Lecco sostenuto dalla lista ‘Morterone Insieme’, con un passato nella politica locale.

La presentazione di Pesenti in realtà è a rischio perché la candidatura è stata depositata con mezz’ora di ritardo nel Municipio di Morterone, venti metri quadri di fronte alla Chiesa, nessun dipendente, qui il sindaco è anche il vigile che fa le multe. Grassi ha annunciato che ricorrerà al Tar chiedendo l’esclusione del rivale. 

Maurizio e la moglie Pinuccia, che lo affianca nella trattoria con camere a disposizione per i viandanti, sfogliano un giornale locale e scorrono i nomi degli aspiranti consiglieri: “Non c’è nessuno del paese o delle persone che hanno una seconda casa qui, anche questa è una prima volta”. “Quelli di Grassi sono tutti o sardi o del sud, sono un po’ strani – commenta lui ridendo – gli altri dei dintorni, almeno dovrebbero conoscere un po’ meglio la realtà anche se farò la mia scelta quando verranno a proporre le loro idee”. La moglie sembra più disponibile al nuovo. “Mai dire mai al cambiamento. E poi Grassi è venuto qui col marito, finora è stato l’unico, e per le poche cose che ci ha detto mi è sembrato molto gentile e disponibile. Problemi perché gay? Zero, ognuno fa le proprie scelte personali, ci mancherebbe”.

A Morterone risiedono quattro famiglie, e due pensionati, tutti Invernizzi con un Manzoni. Per lo più sono anziani, poi ci sono due ragazzi che vanno a scuola nei dintorni, accompagnati dai genitori perché non esistono bus che si arrampichino sui tornanti vista lago e monti. Si arriva in auto, in bici o a piedi, il Comune più vicino è Ballabio, a una quindicina di chilometri. Il nipote di Maurizio e Pinuccia, Denis, ha 14 mesi ed é già famoso. La sua nascita, nove anni dopo l’ultima, é stata celebrata anche dalla tv spagnola e da quella olandese. Alla mamma addirittura arrivò una lettera di felicitazioni dall’Inghilterra. Ora Denis non vive più qui, sale solo nei fine settimana con la mamma e il papà che vengono ad aiutare i nonni ma stanno più comodi altrove, soprattutto perché qui lavoro non ce n’é se non si scelgono la terra da coltivare o le mucche.

Come in ogni rivoluzione, anche qui ad accenderla c’è del veleno a corte. Lo spiega dal suo punto di vista Mariano, che ha un’azienda agricola ed è padre dei due unici residenti non votanti. “Il problema è che la sindaca uscente, Antonella Invernizzi, ha comunicato troppo tardi che non si sarebbe presentata per la quarta volta. Diciamo pure che ci siamo sentiti un po’ presi in giro. L’ho incontrata pochi giorni prima a un matrimonio e mi ha detto che era ancora indecisa ma tutto lasciava supporre che si sarebbe ricandidata perché ha portato avanti progetti e iniziative a lungo termine. Avrebbe potuto fare una nota per farlo sapere un mese prima della scadenza per depositare le liste, così magari qualcuno di Morterone o che ha casa qui si sarebbe organizzato”.

Nei giorni scorsi Invernizzi aveva spiegato all’AGI che non si riproponeva “perché non ci sono più le condizioni politiche e amministrative per proseguire”, dopo un mandato con momenti anche turbolenti, come quando l’hanno processata e poi assolta dall’accusa di avere usato soldi pubblici per riparare l’auto vandalizzata da qualcuno che non l’aveva in simpatia.

A questo punto, anche Mariano é pronto per la rivoluzione: “Beh, se cambiamento deve essere che sia drastico. Da una parte ci sono questi di Lecco e dintorni che avrebbero ben potuto presentarsi prima e mettere in lista qualcuno di Morterone. Dall’altro i nuovi che sono proprio nuovi e hanno fatto le cose per tempo”.

Del resto “la comunità di Morterone” dice Maurizio “non é molto unita, ci sono rivalità e invidie, si parla male gli uni degli altri”. Marco, 26 anni, non è un residente ma qui ha un’azienda agricola e ci è nato e cresciuto. Ha una visione lineare e ottimista: “Se le persone del paese non si sono messe daccordo, non mi spaventano quelli che vengono da fuori. Se hanno forza e buona volontà, perché no?”.

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