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Ecco Google Pixel e Google Pixel XL – Emerge il Futuro

Ott 3, 2016
Scienza e Tecnologia

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3 ottobre 2016
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Ecco Google Pixel e Google Pixel XL

Per quanto dalle parti di Mountain View non abbiano fatto certo della progettazione di componentistica hardware il loro cavallo di battaglia (si pensi ai Google Glass), la sola idea che il ridente mercato degli smartphone potesse sopravvivere senza neanche uno straccio di dispositivo a marchio Google deve aver turbato profondamente la coscienza di qualcuno, fino al punto di spingere l’azienda a gettarsi a capofitto in un settore ormai totalmente saturo da non possedere quasi più margine di manovra.

Stufa di appaltare la sua tecnologia a terzi e di venire rappresentata solo sotto l’ambiguo marchio Nexus, Google si appresta infatti a lanciare sul mercato Pixel e Piexel Xl, primi due smartphone battenti bandiera Big G (sebbene progettati da Htc), con l’esplicito intento, inutile dirlo, di ottimizzare Android e di spingere il sistema operativo della casa in direzione di utilizzi e funzionalità impossibili su altri telefoni.

googlepixel_emergeilfuturo

Oltre al sopracitato marchio Google, che rappresenta la vera novità dei due telefoni, Pixel e Pixel Xl non aggiungono comunque in realtà molto a quanto ha già partorito fino a dora il settore dei top di gamma, montando componenti tecniche (e prezzo) sostanzialmente in linea con quelli di iPhone, di Samsung Galaxy S7 e dei vari omologhi che affollano i mercati a partire dai 600 euro in su.

Google Pixel e Google Pixel Xl vedranno infatti la loro architettura ruotare intorno ad un canonico processore di tipo Qualcomm Snapdragon 821, possedere una memoria interna pari a 4 Gb e una capacità di archiviazione che spazia, a seconda del modello, dai 32 Gb fino a spingersi in direzione della soglia dei 128 Gb, ormai divenuta lo standard per chiunque nutra reali ambizioni presso gli utenti più facoltosi.

Ovviamente munito dell’ultimissima versione di Android, la 7.1, Google Pixel è parso a molti osservatori (a ragione) alla stregua di una sorta di ripiego proposto dalla casa dopo il fallimento di quel porject Ara che avrebbe dovuto accompagnare il ridente ingresso di Google nel regno degli smartphone con un dispositivo modulare che avrebbe davvero rappresentato un rivoluzione a 360 gradi e che avrebbe spinto persino i più scettici a sospettare che in casa Google l’hardware non rappresenta poi una componente tanto deficitaria quanto lasciato intendere fino ad oggi.

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