• 26 Aprile 2024 16:58

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Dopo lo stop sulle accise l’ipotesi di tagli aggiuntivi

Feb 15, 2017

Il governo saluta con soddisfazione i numeri del Pil diffusi ieri dall’Istat, ma resta da trovare la soluzione del rebus sulla manovra correttiva complicato dal no del Pd ai ritocchi delle accise. I dati sono incoraggianti – twitta il premier Paolo Gentiloni – e il governo determinato a proseguire le riforme per favorire la crescita. Il Pil migliora pi del previsto – sottolinea dal canto suo il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sempre dalla tribuna di Twitter -; le stime del Mef e del governo sono elaborate in modo rigoroso e affidabile e la crescita certificata dall’Istat d ragione a una politica economica fatta di attenzione ai conti, riforme e sostegno agli investimenti pubblici e privati. Tutto ci mentre Moody’s giudica basso il rischio di uscita dall’euro per l’Italia.

Le cifre pubblicate ieri dall’Istituto di statistica portano di fatto a chiudere il 2016 con una crescita effettiva dell’1% (dato destagionalizzato), che si colloca a un livello pi alto di quello scritto nei documenti programmatici. L’ipotesi che questa dinamica spinga la commissione Ue a concedere qualche sconto sull’aggiustamento dei nostri conti, per, sembra trovare qualche ostacolo in pi del previsto. Nei giorni scorsi si era parlato di un possibile alleggerimento da 2-400 milioni, in casa Pd sono circolate anche cifre un po’ pi alte, ma anche alla luce dell’incertezza rispuntata sul mix delle misure in cantiere Bruxelles sottolinea che in gioco c’ il saldo strutturale. Siamo molto rigorosi con i Paesi – spiegava ieri il direttore generale della Dg Ecfin Marco Buti – e considereremo le misure italiane quando avremo dettagli.

Archiviato con un certo successo il 2016, quindi, restano da far quadrare i conti del 2017, e la strada si fatta decisamente pi in salita dopo la direzione del Pd di luned scorso.

All’appello al momento mancano circa 1,5 miliardi per soddisfare la richiesta di Bruxelles. La lotta all’evasione, sotto forma di estensione dello split payment ai rapporti commerciali con le societ pubbliche, vale un miliardo, e una cifra simile attesa dai tagli alla spesa dei ministeri e ai crediti d’imposta settoriali. Dove si trova il resto, dopo che la direzione Pd ha chiuso la porta agli aumenti di accise dai quali il governo contava di raccogliere fino a un miliardo e mezzo come scritto nelle due lettere a Bruxelles?

L’attenzione, come anticipato sul Sole 24 Ore di ieri, torna a concentrarsi sui tagli di spesa giudicata improduttiva, che anche secondo il responsabile economico del Nazareno, Filippo Taddei, sono la voce pi promettente per

centrare l’obiettivo con un aggiustamento senza tasse. Sotto esame ci sono ancora una volta i consumi intermedi, cio i costi di funzionamento delle amministrazioni che sono al centro di ogni spending review, ma va detto che anche su questo versante non ci si pu spingere pi di tanto se si vogliono evitare ricadute negative sulle prospettive di crescita del Pil. Anche per questa ragione, non per il momento del tutto esclusa l’ipotesi di intervenire su forme di tassazione indiretta “minore” (anche queste citate, seppur in forma generica e residuale, nelle lettere alla commissione Ue): ma anche in questo caso si parla al massimo di 2-300 milioni.

Oltre che sui numeri tutto sommato piccoli della manovra correttiva, non va poi trascurato il fatto che dalla direzione del Pd arrivata una netta frenata anche su un altro capitolo, finanziariamente pi importante, degli impegni ufficiali presentati dal governo a Bruxelles. Si tratta delle privatizzazioni, che dalle tabelle scritte sia nella nota di aggiornamento al Def sia nel rapporto sui fattori rilevanti sul debito dovrebbero valere cinque decimali di Pil nel 2017. Il grosso di questa cifra, messa in programma dopo le “delusioni” del 2016 causate nella lettura del governo dalla volatilit dei mercati che ha impedito di portare avanti la collocazione di quote, legata alla privatizzazione delle ferrovie e alla seconda tranche di Poste: la prima ha sollevato le obiezioni del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, mentre contro la seconda si schierato il presidente del Pd Matteo Orfini e il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, intercettando il malumore di pi di un deputato del Pd.

© Riproduzione riservata

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close